Cronaca

Piero Perulli, si indaga sulla morte del cantante salentino. La denuncia: “Tre anestesie in pochi giorni”

Lecce inchiesta morte Piero Perulli
Piero Perulli
Lecce inchiesta morte

La Procura di Lecce ha aperto un’inchiesta per accertare le cause della morte di Piero Perulli, il 48enne musicista leccese deceduto lo scorso 16 settembre al Dea Fazzi. La famiglia ha presentato formale richiesta di riesumazione della salma per chiarire se errori o negligenze mediche possano aver contributo al decesso del 48enne.

Lecce, inchiesta sulla morte del musicista Piero Perulli

A sporgere denuncia la famiglia di Piero Perulli fondatore della band Cosmica e proprietario dello storico pub Devil’s Cave. Nell’esposto viene chiesto di riesumare la salma per poter svolgere accertamenti autoptici e istologici volti a capire se il decesso – nonostante il 48enne fosse affetto da una grave patologia e fosse stato sottoposto a chemioterapia – sia stato in qualche maniera indotto dai protocolli e dai trattamenti diagnostici compiuti negli ospedali di Gallipoli e Lecce.

Come spiegato dai familiari in fase di denuncia Perulli in pochi giorni è stato sottoposto a tre anestesie generali che potrebbero aver aggravato le sue condizioni di salute, già molto precarie. 

Il calvario di Piero e la morte dopo un’angio tac

Come riportato da Il Corriere il calvario di Piero sarebbe iniziato alla fine di agosto, con un primo ricovero all’ospedale di Gallipoli per sospetta meningite. I familiari lamentano che in quell’occasione il musicista sarebbe stato lasciato in isolamento per oltre tre giorni senza cure adeguate.

Inoltre, il prelievo di midollo eseguito durante quel ricovero non sarebbe stato conservato correttamente, rendendo necessario un secondo intervento sotto anestesia generale che avrebbe confermato la diagnosi di meningite.

Dopo una breve dimissione il 4 settembre, le condizioni di Piero sono peggiorate rapidamente, portandolo a un nuovo ricovero al Fazzi di Lecce, dove gli sono stati praticati ulteriori accertamenti, risonanze magnetiche e una terza anestesia. Quest’ultima, eseguita il 16 settembre per un’angio tac, si è rivelata fatale: Piero non si è mai più risvegliato. 

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