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“Rinnegatemi”, la lettera di Turetta ai genitori dopo l’omicidio di Giulia Checchettin

Giulia Cecchettin e Filippo Turetta
Giulia Cecchettin e Filippo Turetta

Rinnegatemi“, scriveva ai genitori dal carcere tedesco di Halle Filippo Turetta, l’assassino reo confesso dell’ex fidanzata 22enne Giulia Cecchettin. Dopo averla uccisa con 75 coltellate, occultò il cadavere e si diede alla fuga per poi essere rintracciato dalla polizia in Germania.

“Ho peggiorato il mondo”, ammette il feroce assassino consapevole di aver “perso la persona più importante della mia vita, la persona che è tutto per me e alla quale da due anni penso ininterrottamente, la persona più bella e speciale io potessi mai incontrare in tutta la vita. E tutto questo per colpa mia. Mi merito tutto questo”.

“Rinnegatemi”, la lettera di Turetta ai genitori: cosa c’è scritto

Ma scrive anche di non sapere “perché l’ho fatto, non avrei mai pensato o voluto succedesse niente del genere. Io non sono cattivo lo giuro”. Turetta capisce che la sua vita di prima è finita, che “non potrò più finire di laurearmi, conoscere persone, avere una famiglia”. Racconta ai familiari anche di aver provato più volte a suicidarsi, senza trovarne il coraggio: “Sono stato ore seduto in macchina puntandomi il coltello alla gola o al torace“.

Poi conclude: “non esiste perdono o qualcosa del genere per questo, e io non lo merito. Capirei e accetterei se d’ora in poi volete dimenticarmi e rinnegarmi come figlio. Vi ho già causato troppo dolore e sarebbe probabilmente la scelta migliore per la vostra vita”. “Penso che probabilmente sarebbe meglio un figlio morto che un figlio come me”.

Il processo contro Filippo Turetta è iniziato il 23 settembre, ma lui non era presente in aula. Gino Cecchettin, papà di Giulia invece era lì. Ai giornalisti ha detto: “non c’è giorno che non pensi alla mia Giulia. Oggi esserci è un atto dovuto e di rispetto nei confronti della corte, poi deciderò di volta in volta. Essere qui rinnova il mio dolore – ha aggiunto -, ho piena fiducia nelle istituzioni e la pena che decideranno sarà quella giusta”.

 

giulia cecchettin