Cronaca

“Cara Santa Lucia, mi puoi guarire?”, la lettera commovente di Nicola Viscardi, malato di tumore

Una lettera commovente quella scritta da Nicola Viscardi, presidente del Distretto del commercio di Bergamo che da poco ha scoperto di essere malato di tumore: “Cara Santa Lucia, mi puoi guarire?”.

Lettera commovente di Nicola Viscardi, malato di tumore

“Cara Santa Lucia”, inizia così la lettera scritta a penna su un foglio di carta di Nicola Viscardi, 31enne presidente del Distretto del commercio di Bergamo, che da poco ha scoperto un tumore del sangue. La tradizionale lettera a mano per la ricorrenza di Santa Lucia, la santa che la notte del 13 dicembre porta i doni ai più piccoli in Lombardia. Stavolta non è però una richiesta di un giocattolo, ma qualcosa di più grande che lascia i brividi.

“Te lo chiedo senza giri di parole. Mi puoi guarire, per favore?”.

Le parole da brividi

Nicola ha scoperto di avere un brutto male un anno fa, dopo una tosse che non passava mai. Da allora la sua vita è cambiata, trascinato da un ospedale all’altro tra cicli di chemio e la speranza di un trapianto di midollo. Nella ricorrenza più sentita ha deciso di trascrivere due parole emozionanti alla magica santa.

“Cara Santa Lucia, l’anno scorso il mio Milan ha vinto lo scudetto (e ti ringrazio!) ma proprio durante le ultime settimane del campionato la malattia si è acuita e quindi ho visto tutto dalla camera dell’ospedale”, scrive sui social riportando la lettera. “Insomma, oltre il danno, la beffa! Forse avrei dovuto concentrami su un unico desiderio importante e non lasciar fare a te. Questa volta sarò più diretto”.

Una richiesta che lascia tutti con il fiato sospeso: “Non te lo chiedo “solo” per me, ma per le tante persone che mi stanno accanto e che da più di un anno e mezzo si preoccupano tutti i giorni per me. È mai possibile che mi son dovuto ammalare per dare un senso alle cose? E alla fine che sia il peggiore o il migliore dei tempi, è il solo tempo che ho a disposizione. Al tempo da passare con chi ami con cura e qualità, al tempo dedicato a far cose buone che magari possano generare bene per altri, al tempo tolto a malumori, beghe, inutili discussioni che non producono altro che bruttezza”.

“Forse, cara Santa Lucia, dovremmo chiederti innanzitutto di tornare ad avere desideri grandi e, non meno importante, di avere il tempo necessario per realizzarli”, concludendo con la sua incredibile richiesta: “Come regalo per Santa Lucia o per Natale andate sul sito di Admo Lombardia e prendete un appuntamento per essere inseriti nella lista dei potenziali donatori di midollo, potrete salvare delle vite: a oggi la possibilità per un malato di trovare un donatore compatibile è una su centomila. Ancora troppo poco”.

“Abbiamo due vite, e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una”

Poi l’immagine di lui da piccolo sorridente. “Abbiamo due vite, e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una. Ogni persona combatte le sue battaglie e grandi o piccole che siano vanno rispettate e come tutte le cose grosse che ti possono capitare nella vita ti cambiano. E non in meglio o in peggio, ti cambiano e basta”, scriveva pochi mesi fa. “Anche se mi sento un 30enne nel corpo di uno di 70, ogni giorno sono sempre più consapevole che la vita è soltanto una e va gustata”.

“Anche quando sto male, sono stanco e sfiduciato, ci sono due cose sulle quali non cedo: avere fiducia totale nella medicina e non subire il tumore, ma viverlo come un’opportunità perché nella vita quel che capita capiterà, ma la differenza sta nel come tu reagisci in quello che ti accade”.

Bergamo