Gianni Cenni, 51 anni, ex pizzaiolo napoletano, si trova ora al centro di una complessa vicenda internazionale che intreccia giustizia, guerra e mistero. Catturato dalle forze speciali ucraine a Kharkiv, l’uomo afferma di essere stato costretto a combattere per la Russia e dichiara di voler tornare in Italia. Tuttavia, il suo passato giudiziario e le circostanze della sua cattura sollevano molti interrogativi.
Gianni Cenni, la storia del pizzaiolo napoletano catturato in Ucraina
Ricercato in Italia per abusi sessuali su una bambina, Cenni aveva lasciato il Paese prima di essere condannato in via definitiva. La sua fuga lo ha portato prima in Finlandia e poi in Russia, dove ha lavorato in ristoranti italiani per ricostruirsi una vita. Tuttavia, il suo passato è segnato da episodi gravi: nel 1999 fu condannato per omicidio mentre lavorava come guardia giurata a Milano.
Cenni sostiene di essere stato “mobilitato illegalmente” dall’esercito russo per combattere in Ucraina. In un video diffuso sui social, l’uomo racconta di aver vissuto mesi difficili e di voler rientrare in Italia, nonostante le gravi condanne pendenti. La sua versione, però, lascia spazio a dubbi, considerata la gravità dei suoi reati e le ombre sulla sua permanenza in Russia.
La storia di Cenni si colloca in un contesto che mescola vicende personali e scenari geopolitici. Rimangono numerosi interrogativi: è stato davvero costretto a combattere, come sostiene? Quali sono le sue reali motivazioni nel voler rientrare in Italia? E, soprattutto, come affronterà la giustizia italiana, considerando le condanne accumulate nel corso degli anni?
Le reazioni politiche
La notizia della cattura di Cenni ha scatenato un acceso dibattito, sia in Italia che all’estero. Sui social media, molti utenti hanno espresso opinioni contrastanti: alcuni manifestano solidarietà all’uomo per la sua presunta mobilitazione forzata, mentre altri lo condannano duramente per i crimini commessi in passato.*