Respinta dal gip del tribunale di Genova, Paola Faggioni, l’istanza di revoca della misura cautelare presentata dalla difesa del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che dal 7 maggio è agli arresti domiciliari. Toti si trova nella sua villetta di Ameglia, in provincia di La Spezia, con l’accusa di corruzione e falso. L’ordinanza con cui il gip ha rigettato la richiesta è stata depositata venerdì mattina. A dare parere negativo sull’istanza erano stati nei giorni scorsi anche i pubblici ministeri Federico Manotti e Luca Monteverde per il rischio di inquinamento probatorio e reiterazione del reato.
Toti resta ai domiciliari, respinta la revoca degli arresti
Il gip, nell’ordinanza di rigetto dell’istanza di revoca della misura cautelare depositata il 10 giugno dall’avvocato Savi specifica “che permane l’esigenza cautelare connessa al pericolo concreto e attuale di reiterazione di analoghe condotte criminose. “Al riguardo – scrive Faggioni – rilevano, in primo luogo, le stesse modalità delle condotte criminose contestate cosi’ come emerse nel corso delle indagini, dalle quali traspare in modo evidente la sistematicità del meccanismo corruttivo, reiterato in un notevole arco temporale”.
“In occasione e in concomitanza di ciascuna delle quattro competizioni elettorali che si sono susseguite nell’arco temporale della presente indagine (circa 18 mesi) – elezioni amministrative di Savona (ottobre 2021), elezioni amministrative di Genova (giugno 2022) elezioni politiche nazionali (25 settembre 2022) ed elezioni amministrative di Ventimiglia e Sarzana (maggio 2023) – l’indagato, pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, ha messo a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo, in favore di interessi privati, in cambio di finanziamenti, promessi e concretamente erogati”. Tale meccanismo – conclude l’ordinanza – è stato accertato con riferimento a due diversi imprenditori, gli Spinelli e Moncada”.