Cronaca

Luana D’Orazio, la mamma: “Sognava il cinema ma è diventata famosa morendo sul lavoro”

Luana D’Orazio amava il cinema e la recitazione. Lo rivela Emma, la madre di Luana, in una intervista a La Stampa: “Il cinema era il suo sogno anche se stava molto con i piedi per terra…. ‘Mamma sarebbe bello se diventassi famosa’ mi diceva a volte, ma sempre con ironia. E certo mai avrebbe immaginato di diventare famosa morendo sul posto di lavoro” ha dichiarato la madre della ragazza.

Luana D’Orazio, la passione per cinema e recitazione

Luana aveva anche un figlio di 5 anni, Alessio, avuto a soli 17 anni e cresciuto da sola senza l’aiuto del padre. “Era a tutti gli effetti una ragazza-madre e Alessio è cresciuto grazie a noi – dice ancora la madre della ragazza -. Ero io che me occupavo quando lei era a lavorare. Lo accompagnavo alla scuola materna e poi aspettavamo che Luana rientrasse a casa alle 14”.

Luana D’Orazio, le parole del fidanzato della giovane operaia morta sul lavoro

Anche il fidanzato Alberto, 27 anni, anche lui operaio, racconta: “Mi ha donato due anni meravigliosi. Non appena sarebbe finita la pandemia saremmo andati al concerto di Tiziano Ferro, le avevo regalato i biglietti l’anno scorso, poi era saltato tutto. Avevamo anche in progetto di andare a Parigi. L’amava per il suo romanticismo. Ma ci accontentavamo anche di poco, del tempo che ci ha concesso il lockdown. Ed era bello stare anche con suo figlio, lei lo guardava adorante”.

Orditoio tessile, cos’è il rullo che ha ucciso Luana D’Orazio a Montemurlo

Cos’è l’orditoio, il rullo nel quale è rimasta risucchiata Luana? Si tratta di uno degli strumenti più antichi dell’industria tessile, che ha origini dell’epoca dell’antica Roma. Nel Medioevo come supporti venivano utilizzati pioli di legno saldamente attaccati a un piano di lavoro che andavano a formare delle cornici attorno alle quali girava il filo. Telai non troppo differenti da quelli in uso prima della Rivoluzione industriale.

Oggi, in una lavorazione moderna, l’orditoio è composto da un rullo (delimitato da dischi, detti subbi) sormontato da veri e propri pettini attraverso i quali passano i fili delle rocche (che sostanzialmente non sono altro che grosse spagnolette). Variabili, le dimensioni: da un metro a impianti molto più grossi e imponenti. Velocità, larghezza dei pettini e trame sono regolate, negli orditoi più moderni, da computer. Negli attrezzi più vecchi attraverso congegni e pulsanti meccanici.


Luana D’Orazio, la storia della giovane operaia morta incastrata in un macchinario. La madre: “Amava la vita e lavorava per costruirsi un futuro”

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