Almanacco

L’intramontabile Lucio Battisti: ripercorriamo la carriera del grande artista

Il mese di marzo è il mese della musica italiana. Questo mese è ricco di date importanti, ad accompagnare la nascita di Lucio Battisti, vi son altri nomi della musica che festeggiano il compleanno in questo mese e sono: Pino Daniele, Antonello Venditti, Lucio Dalla, Mina e Franco Battiato.
La sua figura schiva e riservata ha da sempre incuriosito ed ammaliato svariate generazioni ma è la sua dote innaturale per la musica a superare, di gran lunga, la curiosità sulla sua vita privata. Artista con la A maiuscola, così eclettico da riuscire a fondere diversi generi musicali, creando, infine, uno stile nuovo e completamente suo.

La sua attenzione ai dettagli e la cura quasi maniacale degli arrangiamenti e degli accordi; per non dimenticare l’armoniosa integrazione dei testi scritti dal paroliere Mogol; avrebbero portato le sue canzoni ai vertici, segnando una profondo solco nella storia della musica italiana.

Lucio Battisti, uno dei più grandi interpreti di sempre

Lucio Battisti nasce il 5 marzo del 1943 a Poggio Bustone, un piccolo comune di Rieti, nel Lazio.


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Il monumento di Poggio Bustone

Se c’è una cosa che ha sempre caratterizzato la sua vita è sicuramente la riservatezza; un bambino pacato e piuttosto introverso, con una spiccata sensibilità artistica. Lucio proviene da una famiglia molto umile: il padre, Alfiero, era un impiegato statale mentre la madre, Dea, era una casalinga.

Lucio era secondogenito, prima di lui, i genitori avevano avuto un altro figlio, anch’egli di nome Lucio, morto prematuramente; aveva, anche una sorella Albarita.

Nel 1947 si trasferisce con la sua famiglia a Roma ed è proprio qui che inizia ad appassionarsi alla musica: alla fine della terza media chiede ai suoi genitori una chitarra.

Impara a suonare lo strumento da autodidatta, si dice però che ad influenzarlo furono anche i suoi vicini: due ragazzi che amavano trascorrere il loro tempo a suonare quei brani di rock and roll da poco giunti in Italia.

Infatti gli artisti musicali che hanno maggiormente influenzato il cantante furono: Ray Charles, Otis Redding (e la musica black in generale), i Beatles, Donovan e Bob Dylan.

La passione per la chitarra e per la musica generale lo portò a rallentare con gli studi ma a causa delle pressioni paterne, nel 1962 Lucio si diploma come perito elettrotecnico.

Accettò tale condizione perché il padre l’aveva minacciato di non firmare l’esenzione della leva militare così i due anni allora previsti per il servizio militare vennero sfruttati per provare a guadagnarsi da vivere con la musica.

L’esordio musicale

Nel 1962 iniziano le prime esperienze musicali, suonando la chitarra in varie band: dapprima suonò in una band di ragazzi napoletani, I Mattatori, ma la mancanza di soldi lo fecero ritornare a Roma, dove iniziò subito a suonare in un’altra band, I Satiri, venne poi preso a suonare a Milano, nella band i Campioni, gruppo musicale con cui farà anche delle esperienze all’estero, suonando nei Paesi Bassi e in Germania.

Lucio resterà in Lombardia fino agli ultimi anni della sua vita.

Dopo essersi fatto notare da un’etichetta discografica, Ricordi, Lucio viene presentato al paroliere Giulio Rapetti, in arte, Mogol; quest’ultimo riuscirà a convincere sia Lucio che la casa discografica a cantare le canzoni, esordendo, come solista, nel 1966 con il brano Adesso sì (composto e presentato al Festival di Sanremo 1966 dall’esordiente SergioEndrigo).

Il sodalizio Battisti-Mogol

Dal 1967 al 1968, il sodalizio Battisti-Mogol inizia pian piano ad affermarsi nello scenario musicale; saranno gli autori di: 29 Settembre, interpretata dall’ Equipe 84, Bandiera Gialla,  Nel cuore, nell’anima, cantata sempre dall’Equipe 84, Uno in più, interpretata invece da Riki Maiocchi e Non prego per me, cantata da Mino Reitano.

Per la sua carriera da solista Battisti cantò invece 4 nuovi singoli: Luisa Rossi, Era, Prigioniero del mondo e Balla Linda.

Con Balla Linda, Lucio, partecipò al Cantagiro 1968, classificandosi al 4 posto: entrò, per la prima volta, ai vertici delle classifiche con una canzone da lui interpretata. Di questa canzone venne fatta anche una versione in inglese, intitolata Bella Linda ed eseguita dai The Grass Roots, che gli fece ottenere un enorme successo anche negli Stati Uniti, tanto da piazzarsi, nella classifica Billboard, al 28esimo posto.

Il 1969: anno della sua consacrazione come cantante e il confronto con il pubblico

Lucio partecipò per la prima (ma anche ultima volta), al 19° Festival di Sanremo, dove si classificò al 9° posto con il singolo Un’avventura.



Dopo l’esperienza sanremese, Lucio venne molto criticato: sia per la sua “voce stridente”, sia per il suo “aspetto impacciato” che per i suoi “capelli selvaggi”.

Ma questo continuò a restare un anno molto importante per lui, vennero pubblicati nuovi singoli, come: Non è Francesca, Acqua azzurra, acqua chiara, Dieci Ragazze, Mi ritorni in mente e 7 e 40.

Acqua azzurra, acqua chiara, venne lanciata nella trasmissione televisiva, Speciale per voi di Renzo Arbore, diventando un tormentone di quell’estate del ’69. Sempre con questa canzone vince il Festivalbar, mentre arrivò terzo al Cantagiro.

Battisti e Mogol fondano una casa discografica indipendente la Numero Uno, ma sarà legato con la Ricordi fino allo scadere del contratto nel 1971.

Continuano a comporre canzoni per altri cantanti, si ricordano: Questo folle sentimento, interpretata dalla Formula 3; Mamma mia, affidata ai Camaleonti e infine Il paradiso della vita, la canzone sarà ripresa in lingua inglese e conosciuta e riadatta nuovamente da Patty Pravo, ignara del fatto che la canzone originale era proprio in italiano.

Questo è anche l’anno in cui farà il suo primo tour di 21 serate e pubblicherà il suo primo album, Lucio Battisti; qui saranno raccolti e cantati con la sua voce anche quei singoli interpretati, precedentemente, da altri cantanti.

Il progressivo distacco con i mass media

Più la sua popolarità aumentava, più Lucio diventava restio ai giornalisti e a rendere pubblica la sua vita privata, sottolineando più volte che il pubblico doveva interessarsi e giudicare la sua musica e non la sua vita.

Per far diminuire le lamentele della stampa, si esibì, accompagnato alla chitarra da Mario Lavezzi e da Mogol, il 27 aprile 1971 al Circolo della stampa di Milano; concerto dedicato appositamente per i giornalisti e le loro famiglie.

A causa delle continue critiche, del continuo intromettersi nella sua famiglia e nella vita privata, Lucio prendera nel 1972 una drastica decisione: il distacco completo dalla stampa italiana e dalle esibizioni dal vivo.

Il 23 aprile del 1972, Battisti farà la sua ultima apparizione televisiva nella trasmissione televisiva Teatro 10, presentata da Alberto Lupo. Per questa occasione Lucio cantò in anteprima I giardini di marzo (in playback) e si esibì dal vivo in un duetto con Mina, interpretando: Mi ritorni in mente, Il tempo di morire, E penso a te, Io e te da soli, Eppur mi son scordato di te ed Emozioni.

Nel dicembre dello stesso anno avverrà anche la sua ultima partecipazione radiofonica alla Supersonic, nella quale interpreta Comunque bella, Innocenti evasioni, La canzone del sole e Sognando e risognando.

Il 4 luglio 1980/82 apparirà in un programma televisivo svizzero Music & Gasle e poi la scomparsa totale.

1974 e 1975: Il viaggio in Sudamerica e negli Stati Uniti

Alla fine del 1974, ispirato dal viaggio in Sudamerica, viene pubblicato l’album Anima latina. È un disco che, come dirà lo stesso Battisti, valorizza il ritmo, i testi si fanno sempre più criptici e il canto di Battisti è soffuso e volutamente tenuto a volume basso, alla pari con gli altri strumenti, tanto da essere talvolta quasi impercettibile.

Tra maggio e giugno del 1975 parte, invece, per un viaggio negli Stati Uniti visitando New York, San Francisco e Los Angeles, città dove lo raggiungono anche Mogol e la compagna Grazia Letizia Veronese. Durante questo periodo Battisti assorbe le novità musicali e le tecniche di registrazione; in particolare ascolterà le sonorità della disco music. Risale a questo soggiorno la bozza di una canzone, ispirata dall’autostrada americana Interstate 5, provvisoriamente intitolata San Diego Freeway e poi intitolata Ancora tu.



I successi degli anni ’70, nuovi singoli e album

I singoli:

  • 1970 – Fiori rosa fiori di pesco/Il tempo di morire,
  • 1970 – Emozioni/Anna,
  • 1971 – Pensieri e parole/Insieme a te sto bene,
  • 1971 – Dio mio no/Era,
  • 1971 – Le tre verità/Supermarket,
  • 1971 – La canzone del sole/Anche per te,
  • 1972 – Elena no/Una,
  • 1972 – I giardini di Marzo/Comunque bella,
  • 1972 – Il mio canto libero/Confusione,
  • 1973 – La collina dei ciliegi/Il nostro caro angelo,
  • 1976 – Ancora tu/Dove arriva quel cespuglio,
  • 1977 – Amarsi un po’/Sì, viaggiare,
  • 1978 – Una donna per amico/Nessun dolore,
  • 1980 – Una giornata uggiosa/Con il nastro rosa,
  • 1982 – E già/Straniero.

Gli album:

  • 1970 – Lucio Battisti Vol. 2,
  • 1970 – Emozioni,
  • 1971 – Amore e non amore,
  • 1971 – Lucio Battisti Vol. 4,
  • 1972 – Umanamente uomo: il sogno,
  • 1972 – Il mio canto libero,
  • 1973 – Il nostro caro angelo,
  • 1974 – Anima latina,
  • 1976 – Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera,
  • 1977 – Io tu noi tutti,
  • 1977 – Images,
  • 1978 – Una donna per amico,
  • 1980 – Una giornata uggiosa.

La rottura con Mogol e la sperimentazione musicale

Negli anni ottanta, dopo i singoli Una giornata uggiosa e Con il nastro rosa, si interruppe senza grandi clamori il sodalizio con Mogol: Mogol era ancora al suo stile poetico e da sognatore mentre Lucio voleva sempre superare se stesso e sperimentare nuovi stili.

“È l’esperienza di due persone che stanno diventando completamente diverse e dopo tanti anni di lavoro insieme prendono ognuna la propria strada.” – Lucio Battisti

In seguitò collaborò con la moglie Grazia Letizia Veronese, che firmò i testi di E già (1982) con lo pseudonimo di Velezia, e con Pasquale Panella, che scriverà per lui fino alla metà degli anni ’90. Furono quelli gli anni delle sperimentazioni più ardite e pionieristiche che porteranno alla nascita degli album: Don Giovanni (1986), L’apparenza (1988), La sposa occidentale (1990), Cosa succederà alla ragazza (1992), Hegel (1994).



Lucio Battisti: vita privata e curiosità

L’unica relazione conosciuta del cantane è stata quella con Grazia Letizia Veronesi, con cui si è sposato nel 1976. I due hanno avuto un solo figlio, Luca, nel 1973.


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La moglie anche lei fosse un paroliere, iniziò la sua carriera come segretaria del Clan Celentano – la casa discografica fondata da Adriano Celentano – per poi passare ad occuparsi nella fase finale della carriera di Battisti dei testi e delle musiche. Negli anni è stata più volte al centro di importanti critiche, si è sempre ipotizzato che a rompere il sodalizio tra Battisti e Mogol, fu proprio lei.

Se questa ipotesi non sembra confermata, i dissidi tra la Veronesi e Mogol sorsero sopratutto dopo la morte del cantante.
Da quando è rimasta vedova, infatti, la moglie di Battisti, è sempre stata molto restia nel concedere il diritto di utilizzo delle canzoni del defunto marito.

Dopo anni di diatribe legali tra la Veronese e Mogol, quest’ultimo nel 2016, dopo 4 anni di iter giudiziario, ha vinto la causa istituita nel 2012 presso il Tribunale Civile di Milano nei confronti della società Acqua Azzurra edizioni musicali (rappresentata dal suo amministratore unico Grazia Veronese).

I giudici, nello specifico, hanno considerato ingiustificato “l’ostracismo” della vedova Battisti a qualsiasi utilizzo dei brani del marito, e così hanno riconosciuto a Mogol un risarcimento di 2.651.495,00 di euro.

Lucio Battisti: la morte

La causa della morte di Lucio Battisti non è mai stata comunicata ufficialmente. L’unica cosa che è venuta fuori è stato il ricovero presso un ospedale di Milano avvenuto tra il 29 e il 30 agosto del 1998. Il 9 settembre dello stesso anno viene comunicata la sua morte all’età di 55 anni.

Secondo alcune voci, non confermate, il musicista sarebbe morto per un linfoma maligno che aveva colpito il fegato altre; voci affermarono che avesse sofferto di glomerulonefrite (patologia infiammatoria dei reni).

Il suo funerale si è svolto con pochissimi invitati, fra i quali era presente, l’amico di lunga data, Mogol.

 

 

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