Marzo è il mese dei grandi artisti e delle grandi canzoni: il primo cantante italiano che oggi avrebbe compiuto gli anni è proprio il bolognese Lucio Dalla. Un’artista privo di etichette, eclettico, sempre in grado di sorprendersi e di far sorprendere.
Grazie alla sua curiosità e alla sua maestria è riuscito ad abbracciare diversi generi musicali, a collaborare con tantissimi artisti ottenendo un gran successo. La sua voce non è solo il simbolo di Bologna ma dell’Italia intera.
“Ma l’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale!”
Lucio Dalla: la vita
Tutta la sua vita e le sue esperienze sono raccolte nei testi delle sue canzoni: Lucio nasce a Bologna il 4 marzo 1943, il padre era il bolognese Giuseppe Dalla, direttore in città del club di tiro a volo e da Jole Melotti, modista e casalinga. Lo zio Ariodante Dalla era invece un cantante melodico molto popolare ed è proprio da lui che impara a suonare la fisarmonica.
Trascorre la prima parte dell’infanzia nella sua amata città, fino a quando, nel 1950, il padre muore stroncato da un tumore. Dopo la scomparsa del padre, la madre decise di istruirlo presso il Collegio Vescovile Pio X di Treviso, dove trascorre le scuole elementari e inizia a recitare nei piccoli spettacoli scolastici.
La morte del padre lo segnerà profondamente, nei primi anni ’80 ne ritornerà a parlare anche in alcune interviste:
“Avevo sette anni… Provai la sensazione struggente di una perdita che mi consentiva di dire a me stesso con pietà e tenerezza: da oggi sei solo come un cane.”
“Così ho imparato a fare della mia vita un modello di solitudine, cioè a cercarmela, a organizzarmela, a viverla, questa mia solitudine, come un momento di benessere profondo, necessario per una corretta lettura dell’esistenza.”
La mamma aveva sempre creduto nelle sue doti e per questo a undici anni lo portò in un istituto psicotecnico di Bologna per un test attitudinale, il risultato era però diverso, Lucio infatti diceva che era un “mezzo deficiente”.
Nemmeno il percorso scolastico di Dalla non sarà mai lineare: terminate le scuole dell’obbligo inizia prima ragioneria, poi il liceo classico e infine il liceo linguistico. Infatti ricorderà:
“A scuola andavo male preferivo andare in giro a suonare. A diciassette anni ero già a Roma a fare musica.”
Lucio Dalla: un cuore diviso tra il nord e il sud
“Dice che era un bell’uomo e veniva veniva dal mare…”
Le prime vacanze dell’artista nel sud dell’Italia avvennero grazie alla madre che si recava spesso nella città di Manfredonia, in Puglia, per motivi lavorativi. Successivamente dopo una ricompensa per vari lavori di sartoria, alcuni clienti delle Tremiti regalano alla madre una casa nell’arcipelago. Su quest’isola non solo trascorrerà tutte le sue estati ma vi aprirà anche uno studio di registrazione.
Durante un’intervista, Lucio affermerà di essere diviso in due, era legato sia al nord che alla sua vita nel meridione. Questo è il tratto della sua incredibile versatilità: si presentava semplice, quasi a volersi sminuire, altre volte era eccentrico, non seguiva nessuno schema ma solo il suo cuore ed è proprio questo suo modo di essere che lo rendeva diverso da tutti gli altri artisti.
“[…] Oggi mi ritrovo con due anime: quella nordica (ordinata, efficiente, futuribile, perfezionista, esigente verso sé e verso gli altri) e quella meridionale (disordinata, brada, sensuale, onirica, mistica). È nel sud che sono diventato religioso, di una religiosità forsennata, irrazionale, pagana.”
Il ritorno a Bologna e la musica jazz
Ritornato a Bologna che era solo un adolescente, si appassiona alla musica jazz. Il suo avvicinamento a questo genere musicale avviene quando il marito della socia nella sartoria della madre, Walter Fantuzzi, per il suo decimo compleanno gli regala un clarinetto.
Da assoluto autodidatta, impara a suonare lo strumento, esibendosi in alcuni gruppi dilettantistici della città, diviene membro di un complesso jazz bolognese, la Rheno Dixieland Band, ma abbandona presto il gruppo, per iniziare la carriera di attore cinematografico.
Importante sarà l’incontro con Chet Baker, leggendario trombettista statunitense, che lo invitò più volte a suonare con lui, in seguito, duetterà anche con altre importanti figure del jazz come Bud Powell, Charles Mingus ed Eric Dolphy.
L’esordio negli anni ’60
Nel 1960 partecipa con la Rheno al Primo festival europeo del Jazz, ad Antibes, classificandosi al primo posto.
In questo periodo inizia a scrivere le sue prime canzoni e a farsi notare da un’orchestra di professionisti romani, la Second Roman New Orleans Jazz Band.
Nel 1961, grazie a questo gruppo, avrà la prima esperienza in sala d’incisione, suonando il clarinetto nel brano strumentale Telstar, cover di un successo internazionale.
Alla fine del 1962 entra a far parte dei Flippers, complesso composto da: Franco Bracardi al piano, Massimo Catalano alla tromba, Romolo Forlai al vibrafono e alle percussioni, Fabrizio Zampa alla batteria e Dalla come voce solista, clarinetto e sax.
Come cantante, inizia a far notare i gorgheggi scat, che diverranno in seguito una sua caratteristica vocale: fa uso di una voce volutamente aspra e disarmonica (su ispirazione dello stile vocale di James Brown), tesa a ricamare il canto con improvvise variazioni di tono, ai limiti delle più diffuse logiche musicali.
Più avanti partecipa ad alcune incisioni di Edoardo Vianello, che i Flippers erano soliti accompagnare; fu proprio con questa band che Dalla avrà la possibilità di firmare il suo primo contratto.
La sua voce si imponeva nel mondo musicale con un proprio marchio di fabbrica: la bravura di Lucio venne notata anche da Gino Paoli, al tal punto che quest’ultimo, durante il Cantagiro del 1963, lo persuade a tentare la carriera da solista, offrendosi come suo produttore.
La carriera da solista
Nel 1964, a 21 anni, incide il suo primo 45 giri contenente Lei (non è per me), tradotta da Paoli e Sergio Bardotti, a cui segue Ma questa sera e il suo primo LP.
Il suo esordio da solista, avvenne con la canzone Lei (non è per me) al Cantagiro ma fu un fiasco totale: durante le varie esibizioni è oggetto di lanci di ortaggi. Ma per nulla intimorito dall’insuccesso, forma nel 1966 un proprio gruppo di accompagnamento con Gli Idoli (musicisti bolognesi), con i quali incide il suo primo album, intitolato 1999, che vendette però pochissimo.
Da questo disco, la canzone Quand’ero soldato vinse il premio della critica al Festival delle Rose e con Pafff…bum! si presentò invece al Festival di Sanremo, insieme agli Yardbirds di Jeff Beck.
A Sanremo farà ritorno anche nel 1967, con Bisogna saper perdere, affianco ai Rokes di Shel Shapiro. Quell’anno sarà ricordato per sempre nella storia sanremese, a causa del suicidio di Luigi Tenco che aveva collaborato con Dalla per uno dei testi del suo primo disco e con cui aveva stretto amicizia.
Durante la stagione beat, pubblica Lucio dove vai e soprattutto Il cielo, con cui partecipa al Festival delle Rose, vincendo nuovamente il premio premio.
Nel 1968 partecipa in qualità di narratore e cantante al film Franco, Ciccio e le vedove allegre. Le canzoni da lui cantate nella pellicola sono E dire che ti amo e Il cielo.
Nel 1969 ottiene un discreto successo con la canzone Fumetto, scelta dalla Rai come sigla del programma per bambini, Gli eroi di cartone.
Dalla e gli anni ’70
Nel 1970, incide il secondo album Terra di Gaibola (un sobborgo collinare di Bologna) ma anche questo, senza alcun successo, tanto da indurre la RCA a non stamparne più nessuna copia fino alla metà degli anni ’90.
Nel 1971 partecipa nuovamente al Festival di Sanremo con la canzone 4/3/1943. La canzone, composta da Paola Pallottino e dallo stesso Dalla, arrivò al terzo posto e diventando uno dei suoi più grandi successi.
Il brano, prima di essere ammesso alla manifestazione, venne però censurato più volte: il titolo originale era Gesubambino e anche molti versi vennero cambiati perché definiti poco rispettosi.
Ma secondo quanto affermò la stessa autrice del testo, Paola Pallottino, la canzone voleva essere un suo ideale risarcimento a Lucio che era rimasto orfano dall’età di 7 anni.
Nel medesimo anno esce Storie di casa mia, primo album del musicista a riscuotere successo; Dalla finalmente viene inserito tra i grandi artisti della musica italiana.
Il merito era una costruzione musicale più semplice e immediata: il centro della composizione era la voce narrante mentre gli arrangiamenti, volutamente ridotti, facevano da sottofondo senza mai prevaricare (secondo il modello folk dei colleghi Guccini e De André).
La collaborazione con Baldazzi, Bardotti e Pallottino
I testi, scritti da Baldazzi, Bardotti e Pallottino, toccano argomenti di natura sociale che contribuiscono a formare l’identità del nuovo Dalla, evidenziando in lui non solo un cantante d’evasione, ma anche una voce attraverso cui riflettere e pensare.
Nel 1972 è per la quarta volta a Sanremo con la commovente Piazza Grande, dedicata a un senzatetto realmente vissuto; il testo era sempre di Gianfranco Baldazzi e Sergio Bardotti mentre la musica venne scritta assieme a Ron e pubblicata solo su 45 giri. Contrariamente a quanto si possa immaginare, la piazza che dà il titolo al brano non è Piazza Maggiore, bensì “la più raccolta” Piazza Cavour. A Sanremo, non raggiunge la posizione sperata classificandosi semplicemente ottava ma questa come 4/3/1943 diventeranno le canzoni più note e ammirate dal grande pubblico.
“La scrissi alle isole Tremiti nel ’71, poi la portai a Sanremo, è stata una canzone che ha avuto sempre più successo col tempo, l’argomento era aggregante, al di là della forma musicale, si prestava ad una fruizione popolare.”
Il brano ha dato il nome all’associazione Amici di Piazza Grande onlus, che opera a Bologna dal 1993, con lo scopo di dare cure e assistenza alle varie persone indigenti e senza dimora e venne scelta nel 2001 come traccia per la prima prova dell’esame di maturità, collocato nella sezione dal titolo: La piazza: luogo dell’incontro della memoria.
La collaborazione con Roberto Roversi
Dal 1974 al 1977, rompe il sodalizio con Baldazzi e Bardotti e collabora con il poeta bolognese Roberto Roversi, orientando la sua produzione verso contenuti più civili e di difficile decifrazione. Insieme creano tre album significativi: Il giorno aveva cinque teste (1973), Anidride solforosa (1975) e Automobili (1976).
Nell’anno in cui esce Anidride solforosa, Dalla partecipa al Festival del proletariato giovanile, tenutosi a Milano a Parco Lambro, dove si esibirono i più noti cantanti dell’epoca. Sono questi gli anni in cui l’arte e musica da una parte e l’impegno civile e politico dall’altra si mescolano reciprocamente, non a caso, l’artista proporrà spettacoli teatrali all’interno di varie fabbriche, portando le sue canzoni ad un preciso e determinato pubblico, fatto di lavoratori e operai.
L’idillio tra i due si rompe quando Dalla vuole indirizzare le sue canzoni ad pubblico più vasto mentre Roversi era ancora ancorato ad una rigidità tecnica con temi incentrati solo sulla politica.
Lucio Dalla, cantante e paroliere
Dal 1977, dopo la rottura con Roversi, Dalla decide si scrivere anche i testi delle sue canzoni, esordendo in tal modo con Com’è profondo il mare, con questo l’album, scrive il giornalista Paolo Giovanazzi, riesce a trovare il punto di equilibrio tra la canzone sociale di Roversi e la musica attraverso una maggiore semplicità espressiva.
“Il pensiero come l’oceano non lo puoi bloccare, non lo puoi recintare…”
Nel 1978 fa seguito il suo album Lucio Dalla, che ottiene subito un vasto successo, grazie a quelle che saranno le canzoni-simbolo del cantautore : Anna e Marco, L’ultima luna, Stella di mare, L’anno che verrà.
La collaborazione con De Gregori
Nel dicembre del 1978 esce Ma come fanno i marinai, scritta e cantata in collaborazione con Francesco De Gregori.
A questa fa seguito, nell’estate del 1979, il Banana Republic, storico tour dei due cantautori (con l’omonimo disco da 500.000 copie), che riempie gli stadi di tutta Italia. La musica d’autore sbarca per la prima volta negli stadi, misurandosi direttamente con il grande pubblico; il successo che ne consegue è senza precedenti.
Il brano d’apertura, Banana Republic, è la cover di una canzone americana di Steve Goodman, riadattata in italiano da De Gregori.
Altra cover del disco sono: la canzone Un gelato al limon di Paolo Conte, riadattata in una strana e divertente versione, assai vicina alle sonorità rock, Addio mia bella Napoli, cantata tra gli altri dal tenore Enrico Caruso, prima di concludere con la già citata Ma come fanno i marinai. Assieme al disco esiste anche un film-concerto, diretto da Ottavio Fabbri, uscito nello stesso anno, che documenta le varie tappe del tour.
Gli anni ’80 e gli album Dalla e Q Disc
È nel settembre del 1980 che Lucio pubblica un altro suo grande successo, l’album Dalla, dove usciranno le seguenti canzoni: Futura (scritta a Berlino, parlava della storia di due amanti, uno di Berlino Est e l’altro di Berlino Ovest, che progettano di fare una figlia con il nome Futura), Cara, La sera dei miracoli, Balla balla ballerino, Mambo, Siamo dei, Il parco della luna e Meri Luis (considerata dall’amico e teologo Vito Mancuso una delle sue canzoni più importanti).
Nel 1981 Lucio Dalla pubblica Q disc, un mini-album, dove molto successo ottiene la canzone d’apertura: Telefonami tra vent’anni, sarcastico brano che prende di mira alcuni tra gli oggetti simbolo della comunicazione di massa: la televisione e il telefono.
La nascita degli Stadio, il film Borotalco di Carlo Verdone e altri album
Alla fine del 1981, il complesso di Lucio Dalla decide di intraprendere una carriera come band musicale con il nome Stadio, entrambi collaboreranno per tutti gli anni ’80. Il nome della band – come ricordato da Gaetano Curreri – ha avuto origine nella tournée di Banana Republic.
Al contempo, l’attore e regista Carlo Verdone decide di dedicare al cantautore bolognese un film Borotalco, dove una ragazza (Eleonora Giorgi), cerca in tutti i modi di conoscere Lucio Dalla, suo idolo musicale.
Ad accompagnare il film sarà la canzone Grande figlio di puttana, scritta da Lucio Dalla, Gaetano Curreri e Giovanni Pezzoli che procurerà ai tre artisti, il David di Donatello e il Nastro d’argento per la miglior colonna sonora originale.
Gli altri album usciti negli anni ’80 sono: 1983 (composto di getto, senza tener conto del interlocutore a causa dei suoi impegni con la casa discografica per rinnovare il contratto), Viaggi organizzati insieme a Mauro Malavasi e Bugie.
L’amore per Napoli e la nascita di Caruso
Nel marzo del 1986 partì in tournée con gli Stadio per una serie di concerti all’estero culminati con le esibizioni negli Usa: dal concerto americano verrà poi estratto il doppio album dal vivo DallAmeriCaruso.
Ma a suscitare grande scalpore fu proprio l’inedito estratto da tale album: Caruso, (disco di platino e Targa Tenco come miglior canzone dell’anno), classico della canzone italiana e napoletana, racconta gli ultimi giorni di vita del grande tenore Enrico Caruso.
Dalla scrisse questa canzone quando per puro caso rimase bloccato a Sorrento, in seguito a un guasto della sua barca. Durante questa sosta, soggiornò nello stesso hotel e nella stessa stanza dove anni prima era stato il tenerone.
Il personale dell’albergo, dopo essersi trattenuto a cena con il cantautore, gli raccontò della coinvolgente storia d’amore tra Caruso, ormai affetto da una grave malattia ai polmoni che gli impediva di cantare, e una giovane allieva, a cui il grande lirico insegnava canto.
Così nasce Caruso, come ricordava Dalla: “una canzone nata per caso” ma destinata a diventare una delle canzoni italiane più note con la vendita di quasi 9 milioni di copie in tutto il mondo.
Dalla affermò che venne fortemente l’influenzato dalla canzone classica napoletana e dalla città di Napoli.
“Io non posso fare a meno, almeno due o tre volte al giorno, di sognare di essere a Napoli. Sono dodici anni che studio tre ore alla settimana il napoletano, perché se ci fosse una puntura intramuscolare, con dentro il napoletano – tutto il napoletano – io me la farei, per poter parlare e ragionare come ragionano loro da millenni.
La collaborazione con Gianni Morandi
Nel 1988 si forma un’altra accoppiata vincente: Lucio Dalla e Gianni Morandi. Scrivono un album insieme, Dalla/Morandi, con il famoso pezzo Vita: la canzone fu scritta da Mogol, su musica di Mario Lavezzi.
A questo album seguirà una trionfale tournée nei più affascinanti luoghi d’arte d’Italia mai raggiunti prima d’ora dalla musica leggera. I due artisti, accompagnati (per l’ultima volta) dagli Stadio giocano a scambiarsi i brani, raccontando la loro storia ad un pubblico che interviene numerosissimo ad ogni concerto, Gino Castaldo della Repubblica li sintetizzò così:
“[…] Morandi, sorridente che canta a cuore aperto sentimenti trasparenti, dall’altra c’è Dalla, l’autore per eccellenza che scava, corrode, mostra dei sentimenti la faccia più imprevista e talvolta più inquietante.”
Lucio Dalla: gli anni ’90
Nell’ottobre del 1990 esce il tredicesimo album: Cambio che farà da apripista a tutti gli album successivi della fase pop degli anni ’90. L’album vendette 1 500 000 copie, risultando uno degli album italiani più venduti di sempre.Pur mutando corso, ciò che non muta in Dalla è l’assoluta capacità di catalizzare il grande pubblico.
Questo è il disco contenente Attenti al lupo, scritta da Ron, inizialmente la canzone doveva essere cantata proprio da colui che l’aveva scritta, ma come ha ricordato recentemente il giornalista Giancarlo Trombetti, fu proprio Dalla a convincere Ron a cedergli il pezzo.
Grazie alla sua teatralità il brano insieme al videoclip diventa subito un tormentone tanto da apparire in qualsiasi trasmissione televisiva.
Altre canzoni da ricordare sono: Le rondini, su musica di Mauro Malavasi, Bella, E l’amore e Comunista, scritta in passato con Roberto Roversi ma con un testo leggermente modificato dallo stesso Dalla.
Sempre nello stesso anno, precisamente il 25 ottobre del 1990, su RaiStereoDue, Lucio rimane stupito della presenza di Federico Fellini ad un suo concerto. Tempo addietro, Fellini aveva omaggiato il cantautore nel suo film Ginger e Fred, nella sequenza in cui Giulietta Masina incontra in un pullman alcuni sosia di personaggi famosi, tra cui quelli del musicista bolognese.
Tra il 1991 e 1992, Dalla organizza il Cambio tour, documentato nel live Amen. Durante questa tournée, avrà modo di farsi notare il giovane cantautore Samuele Bersani.
Nel 1994, esce l’album Henna e nel 1996 segna l’ennesimo successo discografico con l’album Canzoni, che supera la cifra di 1.300.000 copie vendute.
Nell’estate del 1998, ritorna il sodalizio artistico tra Dalla e Roversi, infatti, nel giugno dello stesso anno, va in scena un importante spettacolo, scritto dal poeta bolognese nel 1974, dal titolo Enzo re, con musiche dello stesso Dalla.
Nelle estati del 1998 e 1999 è in concerto, accompagnato dall’Orchestra di Musica Sinfonica di 76 elementi, diretti dal Maestro Beppe D’Onghia. Reinterpreta i suoi brani più famosi, rimaneggiati in chiave sinfonica.
Dopo aver ricevuto nel 1999 la Laurea Honoris Causa in lettere e filosofia dall’università di Bologna, nel settembre dello stesso anno pubblica Ciao.
L’album contiene 11 brani, prodotti ed arrangiati da Mauro Malavasi. La canzone omonima Ciao diventa il brano radiofonico dell’estate mentre l’album conquista il doppio disco di platino.
In merito al nuovo disco, oltre a Ciao sono da ricordare brani quali: What a Beautiful Day, Trash, Non vergognarsi mai, Là e Scusa. Vi è pure un rifacimento della sua vecchia 1999, simbolicamente reincisa per salutare la fine del millennio. Il relativo tour, partito nella primavera-estate del 2000, registrerà ovunque il tutto esaurito.
Lucio Dalla: gli anni 2000
Il 12 ottobre 2001 esce Luna Matana, interamente scritto e realizzato alle Isole Tremiti, l’album contiene 11 nuove canzoni tra cui il singolo di lancio Siciliano, dove compare la voce di Carmen Consoli.
Una delle canzoni dell’album è Kamikaze, da molti dibattuta poiché interpretata come reazione agli attacchi terroristici dell’11 settembre. Lo stesso Dalla interviene nella questione affermando che il brano non si riferisce agli attentati dell’11 settembre, in quanto il termine Kamikaze, più che al tempo attuale, riporta a quello della seconda guerra mondiale, scenario storico per il quale la canzone era stata pensata.
Nel 2003 è un anno chiave per Lucio che grazie alla sua sconfinata curiosità, decide di inoltrarsi nella musica lirica, inscenando e componendo la sua Tosca – Amore disperato, tratta dal capolavoro di Giacomo Puccini. Dallo spettacolo ha poi estrapolato e interpretato anche l’omonimo brano, Amore disperato, con la partecipazione di Mina, la traccia è presente nell’album Lucio, uscito nello stesso anno.
Nello stesso anno scrive un brano per il 45º Zecchino d’Oro dal titolo Nonni Nonni. Nel 2006 pubblica 12000 lune, raccolta di tutti i suoi grandi successi con in copertina un disegno del cantante creato da Milo Manara. Tre gli inediti ricordiamo: Stella, Sottocasa e Dark Bologna.
Nello stesso anno Fernanda Pivano pubblica il libro Complice la musica, dove raccoglie una serie di interviste a vari cantautori italiani, tra i quali lo stesso Dalla.
“Lucio Dalla mi ricorda tutti i miei amici di una vita e mi seduce. Lo immagino adolescente suonare in qualche strano locale con Chet Baker al clarinetto; davanti a un bicchiere di vino con Lawrence Ferlinghetti, all’osteria Da Vito a Bologna; al flipper con Andy Warhol a Roma (“senza sapere che era lui”). Che nostalgia. Mi sento vecchia!”
Progetti teatrali e la lirica
Nel febbraio del 2007 inizia a collaborare con Marco Tutino, sovrintendente e direttore artistico del Teatro Comunale di Bologna e con il produttore discografico Gianni Salvioni per un progetto sul Pulcinella di Igor’ Fëdorovič Stravinskij (1920).
Quest’opera del musicista russo è abbinata all’Arlecchino (1917) di Ferruccio Busoni , che vede come primo attore Marco Alemanno. Dalla ha operato un intervento scenografico su tutte e due le opere: per Pulcinella sposta l’azione a New York, mentre l’Arlecchino si svolgerà in un paesino delle colline tosco-emiliane.
Dalla collaborazione con Gianni Salvioni nasceranno anche altri progetti come l’opera Pierino e il lupo di Prokofiev e il DVD 12.000 lune, contenente le canzoni di Lucio Dalla realizzate dal vivo con un quartetto d’archi.
Dalla non abbandona la musica leggera, anzi, nel giugno dello stesso anno esce Il contrario di me, si ricordano le canzoni: Due dita sotto il cielo (dedicata a Valentino Rossi), I.N.R.I., Malinconia d’ottobre e Rimini.
Nel 2008 Lucio Dalla mette in scena al Teatro Duse di Bologna il 29 marzo l’opera rimaneggiata del mendicante di John Gay, significativo esempio di ballad opera (teatro musicale sviluppatosi nell’Inghilterra del 18°secolo).
Il testo originale viene rielaborato unendo alle canzoni dialoghi con il dialetto bolognese così da trasportare l’intera azione dalla Londra settecentesca alla Bologna odierna. Interpreti principali dell’opera sono la cantante e attrice Angela Baraldi e Peppe Servillo degli Avion Travel.
Anche questo spettacolo viene pubblicato in DVD con la produzione di Gianni Salvioni.
Nuovi album e varie partecipazioni
Dopo l’uscita del suo ultimo album Il contrario di me e il relativo tour teatrale, il musicista torna con una doppia pubblicazione dal vivo: LucioDallaLive – La neve con la luna. Il nuovo album include la registrazione del concerto tenuto dal cantautore nella sua Bologna, all’Europauditorium, il 19 novembre del 2007.
L’11 gennaio 2009 partecipa alla puntata speciale di Che tempo che fa, per celebrare i dieci anni della scomparsa di Fabrizio De Andrè. Per l’occasione canta Don Raffaè assieme all’attore Marco Alemanno.
In estate partecipa al Festival Teatrocanzone in onore di Giorgio Gaber, recitando sempre assieme a Marco Alemanno il brano Io mi chiamo G.
Il 6 novembre 2009 viene pubblicato l’album Angoli nel cielo, la canzone estrapolata da tale album Fiuto, verrà cantata assieme all’attore napoletano Toni Servillo.
La nuova esperienza con De Gregori
Nel 2010 viene realizzato un nuovo concerto chiamato Work in progress dove Dalla duetterà nuovamente con Francesco De Gregori, allo storico Vox club di Nonantola. Lo spettacolo, che in breve tempo registra il tutto esaurito, farà da preludio ad una serie di concerti che si svolgeranno a Milano e Roma.
Il riassunto di questi numerosi concerti avviene con la pubblicazione del doppio album dal vivo, Work in Progress, con 29 tracce che raccontano l’intera storia musicale dei due cantautori. Nell’album sono contenuti anche tre inediti: Non basta saper cantare, Gran turismo e Gigolò (canzone originariamente scritta da Julius Brammer e tradotta in italiano dai due artisti). Non compare in scaletta Ma come fanno i marinai, canzone simbolo del precedente tour, perché l’obbiettivo non è quello di riproporre il vecchio tour, bensì di creare, un’altra significativa pagina della loro carriera.
L’ultima raccolta e il ritorno a Sanremo
L’8 novembre 2011 esce l’ultimo disco pubblicato in vita dal cantautore: Questo è amore. L’album è un doppio CD che contiene solo canzoni d’amore, scritte da Dalla tra il 1971 e il 2009. L’album è anticipato in radio dal brano Anche se il tempo passa (Amore). Oltre a tale inedito, sono presenti: un rifacimento di Meri Luis (in coppia con Marco Mengoni), Anema e Core e La leggenda del prode Radamès.
Il 14 febbraio ritorna al Festival di Sanremo nella veste di cantante e di direttore d’orchestra, accompagnando il giovane cantautore Pierdavide Carone con il brano Nanì, del quale è anche coautore.
Il brano, dapprima ripescato, si piazzerà, nella classifica finale, al quinto posto. Il 18 febbraio sarà l’ultima apparizione televisiva dell’artista. Il 27 febbraio 2012 parte la sua nuova tournée europea in Svizzera.
La tragica morte
“Lontano si ferma un treno / ma che bella mattina, il cielo è sereno / Buonanotte, anima mia / adesso spengo la luce e così sia.”
Lucio Dalla muore il 1° marzo 2012, stroncato da un infarto all’età di 68 anni in un hotel di Montreux, la cittadina svizzera dove si era esibito la sera precedente. I primi a dare la notizia della morte del cantante sono i frati della basilica di San Francesco d’Assisi, la stessa mattina su Twitter, esattamente alle 12:10.
Il funerale si tenne nella basilica di San Petronio il 4 marzo, giorno in cui Dalla avrebbe compiuto 69 anni, presenti oltre 50.000 persone.
Il 23 ottobre 2013, la salma di Lucio Dalla viene cremata e portata alla Certosa, dove riposano, tra l’altro, il poeta Giosuè Carducci e il pittore Giorgio Morandi.
La successione e la vita privata
L’eredità è stimata approssimativamente in 100 milioni di euro e composta dai diritti d’autore su 581 canzoni, dall’abitazione di 2400 metri quadrati al civico 15 di via D’Azeglio a Bologna, dalle ville in Sicilia e alle Isole Tremiti e da altri beni immobili, come l’appartamento a Urbino e alcuni terreni in Abruzzo, lo yacht “Brilla & Billy” (dotato di studio di registrazione) e delle quote azionarie di due società.
Poiché il cantautore non ha lasciato testamento, la sua eredità viene divisa tra i suoi cinque cugini (quarto grado di parentela), ai quali spetterà anche la decisione finale sulla fondazione in suo nome.
Per quanto riguarda il compagno Marco Alemanno, residente nella sua stessa casa da diversi anni, in mancanza di una precisa volontà testamentaria, non ha legalmente diritto ad alcuna parte dell’eredità.
Nel luglio del 2012, durante il Festival teatro canzone Giorgio Gaber a Viareggio, la Fondazione Gaber e la Fondazione De André hanno promosso un appello agli eredi dello stesso Dalla (sottoscritto da oltre 80 personaggi del mondo dello spettacolo) per procedere alla costituzione della Fondazione in suo nome.
Nel luglio 2013, finalmente l’appello viene accolto, la Fondazione a lui intitolata sarà finanziata da alcuni suoi beni messi precedentemente in vendita.
Tra le altre cose, nel settembre 2014 viene aperta una prima asta relativa ai beni immobiliari dell’artista. Per l’occasione, l’agenzia incaricata ha aperto un sito web dedicato alle varie proprietà del cantante. Alla chiusura, molti immobili rimangono invenduti, solo lo yacht venne invece acquistato da un imprenditore napoletano.
Il 26 febbraio 2014, viene costituita la Fondazione Lucio Dalla, con sede nella sua casa di via D’Azeglio a Bologna. Il cantautore si è sempre proclamato di sinistra, partecipando nel tempo a varie manifestazioni politiche e Feste dell’Unità; ciò nonostante, in più interviste ha manifestato un credo religioso di matrice cattolica.
Il suo orientamento sessuale, mai effettivamente confermata dallo stesso artista, sarà confermato solo dopo la morte del cantante, suscitando alcune critiche per il mancato coming out.