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Riconfermato il ministro Luigi Di Maio agli Esteri

Il Premier incaricato, Mario Draghi, ieri sera, alle 19, al Quirinale ha incontrato il capo dello Stato, Sergio Mattarella, per sciogliere la riserva sulla formazione del nuovo governo. Tra le poche riconferme, arriva quella del ministro Luigi Di Maio alla Farnesina.

Luigi Di Maio

Di Maio resta alla Farnesina

Confermato ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio, che dal 5 settembre 2019 era già al vertice della Farnesina nel Governo Conte II.Luigi Di Maio ha ricoperto la carica di capo politico del Movimento 5 Stelle dal 23 settembre 2017 al 22 gennaio 2020. Prima di approdare agli Esteri, durante il governo gialloverde, è stato ministro dello Sviluppo economico, ministro del Lavoro e vicepresidente del Consiglio dei ministri.

 Dal 21 marzo 2013 al 22 marzo 2018 è stato anche vicepresidente della Camera. Cresciuto a Pomigliano d’Arco (Na), ma nato ad Avellino, nel 2007 apre il Meetup di Pomigliano d’Arco, aderendo all’iniziativa di Beppe Grillo. In quell’occasione, Grillo chiedeva ai singoli cittadini di formare gruppi, per interessarsi ai problemi della collettività.  Da sempre vicino alla sua gente, Di Maio viene eletto alla Camera per la circoscrizione Campania 1 al secondo posto nella lista del Movimento 5 Stelle per le elezioni politiche del 2013.

Dall’esordio politico alla riconferma degli Esteri

Diventa rapidamente uno dei volti più noti del partito, ed entra a far parte del “direttorio” del MoVimento, nato nel novembre 2014, con l’ausilio di cinque parlamentari scelti accuratamente da Beppe Grillo. Nel settembre 2017 si candida alle primarie, per farsi eleggere capo politico del Movimento 5 Stelle. Vince con 30.936 voti, quindi con il favore di circa l’82% dei votanti.

Alle politiche italiane 2018 ottiene 95.219 voti (il 63,41%) al collegio uninominale di Acerra, battendo il candidato del centrodestra Vittorio Sgarbi, diventando, così,  per la seconda volta deputato. Quella sconfitta politica non è mai stata digerita da Sgarbi. Infatti, il politico e critico d’arte non ha mai risparmiato parole velenose, epiteti ed offese al giovane Di Maio.

Il 22 gennaio 2020, il giovane ministro campano decide di rassegnare le dimissioni e di non essere più il capo politico del Movimento 5 Stelle.

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