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Luigi Di Maio lascia il Movimento 5 Stelle: cosa succede ora?

Luigi Di Maio ha lasciato il Movimento 5 Stelle. Ma cosa succede ora ai pentastellati? Tutto quello che c'è da sapere

Luigi Di Maio ha lasciato il Movimento 5 Stelle. Ma cosa succede ora ai pentastellati? L’annuncio ufficiale dell’addio è arrivato nel pomeriggio di ieri, 21 giugno. Di Maio ha sottolineato come la decisione di abbandonare il movimento sia stata tutt’altro che semplice. L’ex capo del M5S ha confermato di voler proseguire con lealtà e impegno nella collaborazione con il governo Draghi.

Movimento 5 Stelle, cosa succede ora con l’addio di Luigi Di Maio?

Dopo l’addio di Luigi Di Maio quali sono le sorti del M5S? Come ha sottolineato lo stesso Di Maio, il cambiamento più tangibile riguarderà i numeri dei partiti in Parlamento. Con Di Maio hanno lasciato il movimento 50 deputati e 11 senatori, che hanno aderito al nuovo gruppo politico “Insieme per il Futuro”. 

Il nuovo organismo politico dovrebbe avere i numeri per formare un gruppo parlamentare autonomo sia alla Camera – dove servono 20 deputati – sia al Senato, dove ne bastano 10. In questo modo il Movimento 5 Stelle non sarà più il gruppo parlamentare più numeroso in Parlamento. Stando a quanto si apprende, al momento il presidente del Consiglio Mario Draghi, non è intenzionato ad un rimpasto di Governo.

M5S, fondazione del partito e storia

Il Movimento 5 Stelle, reso graficamente anche come MoVimento 5 Stelle e noto con l’acronimo M5S o semplicemente come 5 Stelle, è un partito politico italiano fondato a Milano il 4 ottobre 2009 dal comico e attivista politico Beppe Grillo e dall’imprenditore del web Gianroberto Casaleggio sulla scia dell’esperienza del movimento Amici di Beppe Grillo, attivo dal 2005, e delle liste civiche a Cinque Stelle, presentate per la prima volta alle elezioni amministrative del 2009. In base all’atto costitutivo dell’associazione “Movimento 5 Stelle“, registrato il 18 dicembre 2012 (in vista delle elezioni politiche del 2013), a Beppe Grillo competevano la presidenza e la rappresentanza legale. Tramite il blog e gli spettacoli di Grillo e attraverso il sito web del Movimento, venivano veicolate e promosse le riflessioni sulle iniziative politiche con l’ambizione di stimolare metodi di democrazia diretta, contrapposta alla democrazia rappresentativa, con una forte componente antipartitocratica. In occasione delle elezioni politiche del 2018, la rappresentanza legale viene trasferita al “capo politico”, mentre Grillo rimaneva “garante” del Movimento; la testata ufficiale diventa “Il Blog delle Stelle”, mentre il blog di Grillo si “slega” maggiormente dal Movimento.

Le cinque stelle richiamate nel nome originariamente rappresentavano tematiche relative ad acqua pubblica, ambiente, mobilità sostenibile, sviluppo e connettività, poi modificate in acqua, ambiente, trasporti, connettività e sviluppo e successivamente in beni comuni, ecologia integrale, giustizia sociale, innovazione tecnologica ed economia eco-sociale di mercato.

Il Movimento 5 Stelle vede e promuove se stesso come organizzazione né di destra né di sinistra e post-ideologico e non si definisce un partito,preferendo locuzioni come “libera associazione di cittadini”, “non associazione”o “forza politica”. I militanti sono usualmente definiti Cinque Stellepentastellati o grillini, sebbene essi ritengano quest’ultima definizione riduttiva o volutamente distorsiva, preferendo invece quella di attivisti 5 Stelle. Ideologicamente e organizzativamente, il Movimento è stato paragonato ai Partiti Pirata nord-europei, al Movimento Occupy e agli Indignados spagnoli.

Nel Parlamento europeo ha aderito, fino al 2019, al gruppo politico euroscettico dell’Europa della Libertà e della Democrazia Diretta, che ha contribuito a fondare insieme ad altre forze politiche nel 2014.

 

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