Glauco Mauri, uno dei più grandi maestri del teatro italiano, è morto nella notte del 28 settembre 2024 a Roma, alla soglia dei 94 anni. Sarebbe dovuto andare in scena quella stessa sera al Teatro Vascello, con una rivisitazione del De Profundis di Oscar Wilde, ma lo spettacolo era stato annullato poche ore prima. La notizia della sua scomparsa è stata confermata dalla compagnia teatrale Mauri Sturno, che lui stesso aveva fondato.
Lutto nel teatro, è morto a 93 anni Glauco Mauri
L’annullamento dello spettacolo al Teatro Vascello aveva già destato preoccupazioni, poi confermate quando è stata diffusa la notizia della morte del grande attore. Non sono ancora state rese note le cause precise del decesso, ma Mauri aveva dovuto più volte interrompere le sue attività teatrali negli ultimi anni a causa di problemi di salute. Nonostante ciò, continuava a lavorare con grande passione, come dimostrato dal progetto di portare in scena De Profundis, uno spettacolo a cui teneva particolarmente. Aveva infatti dichiarato in un’intervista, pochi giorni prima della sua morte, che l’opera era un tributo al suo amico e collega Roberto Sturno, scomparso un anno prima, il 22 settembre 2023.
Mauri non era sposato e non aveva figli, ma aveva stretto un forte legame con i figli di Sturno, Riccardo Vania e Tommaso Mirò, che considerava i suoi “nipoti acquisiti”. La sua carriera è stata un faro nel panorama teatrale italiano per oltre settant’anni, lasciando un’eredità indelebile sia nel mondo del teatro che in quello del cinema e della televisione.
La vita e la carriera
Nato a Pesaro nel 1930, Glauco Mauri ha attraversato tutte le epoche del teatro italiano, lavorando su opere di Shakespeare, Molière, Pirandello, Dostoevskij e Goldoni, tra i tanti. Il suo straordinario talento lo ha portato a interpretare ruoli di grande intensità e profondità, diventando un punto di riferimento per generazioni di attori e registi. Oltre al teatro, Mauri ha lasciato il segno anche nel cinema e in televisione, partecipando a sceneggiati Rai e a film iconici come Profondo rosso di Dario Argento, Ecce bombo di Nanni Moretti, e La Cina è vicina di Marco Bellocchio.
Fino all’ultimo, Glauco Mauri ha mantenuto viva la sua passione per il palcoscenico, confermando il suo status di gigante della scena culturale italiana. La sua morte segna la fine di un’epoca, ma il suo lavoro continuerà a vivere attraverso le opere e i ricordi che ha lasciato.