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La coincidenza della mafia, Matteo Messina Denaro arrestato 30 anni dopo Totò Riina

Quasi 30 anni dopo l’arresto di Totò Riina, capo dei capi di Cosa Nostra, avvenuto il 15 gennaio del 1993, oggi 16 gennaio 2023 è finito in manette Matteo Messina DenaroÈ stato considerato dal 1993 in poi per quasi trent’anni tra i latitanti più pericolosi e ricercati al mondo.

Matteo Messina Denaro arrestato 30 anni dopo Totò Riina

Il 15 gennaio 1993, dopo 24 anni, finiva la latitanza di Totò Riina, capo dei capi di Cosa Nostra. Nell’area della circonvallazione di #Palermo, una squadra di decine di Carabinieri, ai comandi del capitano Ultimo, accerchia e arresta il capo della mafia siciliana, ai tempi 63enne.

L’operazione è la più eclatante fra le tante azioni portate a compimento negli anni contro mafia e criminalità organizzata. Un arresto fondamentale che tuttavia porterà all’accusa per il Capitano Ultimo di favoreggiamento a Cosa Nostra insieme al generale Mario Mori, uno dei fondatori del Ros (Raggruppamento operativo speciale).

Un arresto su cui restano però molti punti oscuri. La versione ufficiale vuole il boss mafioso “consegnato” da un suo ex fedelissimo, Baldassare Di Maggio, il pentito che poi avrebbe raccontato del bacio tra Riina e Andreotti. Ma sulla cattura del capo dei capi gravano ombre pesanti: a tratteggiarle sono gli stessi magistrati, che dal 2012 lo processano per la cosiddetta trattativa Statomafia in cui Riina avrebbe avuto, almeno inizialmente, un ruolo. Sarebbe stato il compaesano, l’amico di una vita, Bernardo Provenzano – più cauto e, dicono i pentiti, contrario all’attacco frontale allo Stato – a venderlo ai carabinieri barattando in cambio l’impunità.

Riina non ha mai mostrato alcun segno di redenzione, di cedimento. Nessun passo indietro. Fino alla fine. Ha continuato a rivendicare le stragi, a minacciare di morte magistrati, a ricordare quando fece fare a Falcone “la fine del tonno”. Al processo trattativa, citato dalla Procura, è rimasto in silenzio.

Colpevole di centinaia omicidi, morirà il 17 novembre 2017 nel reparto detenuti dell’ospedale Maggiore di Parma, dopo l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Stava scontando una condanna a 26 ergastoli nel carcere di Opera.


Totò Riina

L’arresto di Matteo Messina Denaro

Oggi, lunedì 16 gennaio 2023, è stato arrestato Matteo Messina Denaro. L’inchiesta che ha portato all‘arresto di Denaro è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido. È quanto apprende l’ANSA da fonti qualificate. Secondo quanto si apprende, il boss trapanese sarebbe stato arrestato all’interno di una clinica privata di Palermo.


 

Matteo Messina Denaro

Le condanne

Figlio del vecchio capomafia di Castelvetrano (Trapani) Ciccio, storico alleato dei corleonesi di Totò Riina, era latitante dall’estate del 1993, quando in una lettera scritta alla fidanzata dell’epoca, Angela, dopo le stragi mafiose di Roma, Milano e Firenze, preannunciò l’inizio della sua vita da Primula Rossa.

“Sentirai parlare di me – le scrisse, facendo intendere di essere a conoscenza che di lì a poco il suo nome sarebbe stato associato a gravi fatti di sangue – mi dipingeranno come un diavolo, ma sono tutte falsità”. Il capomafia trapanese è stato condannato all’ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia.

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