Luigi Baldovin Cervo amava profondamente la montagna e quando non ha più potuto frequentarla a causa della sua malattia, avrebbe iniziato a maturare la decisione di far cessare la sua vita. Luigi è mancato, pare per sua stessa volontà in Svizzera, dove la pratica dell’eutanasia è consentita e legale.
Alpinista non può più andare in montagna, Luigi sceglie l’eutanasia
Amava profondamente la montagna e quando non ha più potuto frequentarla a causa della sua malattia, avrebbe iniziato a maturare la decisione di far cessare la sua vita. Luigi Baldovin Cervo avrebbe organizzato tutto da solo e “sarebbe partito per la Svizzera per sottoporsi all’eutanasia” raccontano i suoi amici. Molti di loro soltanto ieri hanno saputo della sua dipartita.
Nel suo paese Lozzo di Cadore, in provincia di Belluno, tutti lo chiamavano “Gigi dale Fede”, probabilmente per tradizione familiare. Alcuni lo avevano incontrato appena venerdì scorso. Tutti lo conoscevano e sapevano dei suoi problemi di salute, che lui attribuiva anche a quanto vissuto durante il periodo della pandemia. Luigi Baldovin, che non aveva né moglie né figli, lascia dietro di sé un importante passato alpinistico.
Un suo ex compagno di scalate di lui ricorda un particolare, una sua capacità quasi soprannaturale: “Gigi sapeva calcolare e prevedere dove e quando sarebbe scesa una slavina – spiega, rattristato per una perdita che non si aspettava da un momento all’altro. – Negli ultimi tempi stava male, sapeva che sarebbe stato peggio. E non lo accettava per niente”.
Luigi è mancato, pare per sua stessa volontà in Svizzera, dove la pratica dell’eutanasia è consentita e legale.