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Medici cantano e ballano sulle note del “Gioca Jouer” durante l’autopsia: dimesso un professore

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Le immagini estrapolate dal video

Medici cantano e ballano sulle note del ‘Gioca Jouer’ di Claudio Cecchetto durante l’autopsia a Malta: un professore si è dimesso. Il video, virale sul web, è giunto sui dispositivi anche di numerosi medici legali di altre facoltà i quali hanno chiesto una formale presa di posizione.

Malta, medici cantano e ballano durante l’autopsia: è polemica social

Sta facendo molto discutere un video che in queste ore è diventato virale sui social in cui si nota, durante un corso nazionale della Società Italiana di Medicina Legale al campus universitario di Malta, professori italiani impegnati a ballare, cantare e riprendere con il telefono il convivio durante lo svolgimento di esami autoptici.

Il video è poi giunto sui dispositivi di numerosi medici legali di altre facoltà che hanno chiesto una formale presa di posizioni e di eventuali provvedimenti disciplinari.

Prof si dimette: “Serviva a stemperare la tensione”

Dopo le polemiche, si è dimesso il professore Cristoforo Pomara che ricopriva la carica di professore associato affiliato all’ateneo maltese.

“Pomara non sarà invitato nuovamente in futuro, l’ateneo ha il massimo rispetto per le salme utilizzate durante determinate sessioni di formazione medica e questa è una considerazione suprema. Per questo condanniamo fermamente il comportamento degli studenti di Medicina in visita nella sala di dissezione anatomica”, ha spiegato l’Università in un nota.

“I corsi chirurgici e di dissezione vengono svolti nel rigoroso rispetto del decoro del cadavere. Le persone che decidono di lasciare il proprio corpo al dipartimento di Anatomia si aspettano il massimo livello di rispetto e qualunque altra cosa è riprovevole. Il tutor che ha avuto la responsabilità di questi tirocinanti non sarà più invitato in futuro e l’Università ha già accettato le sue dimissioni da professore associato affiliato” conclude.

“Il balletto durante una pausa dopo 7 ore”

“Apprendo con sconcerto dagli organi di stampa della diffusione illegale di un video effettuato durante una esercitazione anatomica all’estero e che fa riferimento impropriamente ai lavori preparatori di una sessione del Convegno nazionale della Società Italiana di Medicina Legale dal titolo “Live autopsy” e della cui sessione sono responsabile” ha spiegato invece il professor Pomara

“Tengo subito a precisare, che a differenza di quanto erroneamente riportato dagli organi di stampa, il video illegalmente diffuso è stato realizzato in una pausa di una esercitazione anatomica all’estero su corpi donati a fini di studio e formazione e quindi assolutamente avulso dal contesto professionale medico legale. Non era una autopsia giudiziaria né un riscontro diagnostico. Tengo anche a precisare, che nessuna responsabilità ha la Società Italiana di Medicina Legale alla quale semmai, va riconosciuto il merito di avere promosso, per la prima volta nella storia societaria, una sessione cadaverica live. Tantomeno colpe o responsabilità possono essere attribuite alle singole istituzioni accademiche cui appartengo io e alle quali appartengono i colleghi coinvolti nel video illegalmente diffuso” ha aggiunto il docente.

“Si è lavorato per una settimana a tecniche di dissezione difficilissime, anche più di 12 ore al giorno dalla mattina alla sera tardi in sala anatomica per sfruttare al massimo il tempo previsto per le attività – continua Pomara -. Tali sforzi non possono essere mortificati da pochi secondi di un video che riprende un momento distensivo comunque necessario a stemperare la tensione derivante dalle delicatissime attività formative che si stavano svolgendo. Il video infatti, è stato realizzato in una pausa necessaria, lo ribadisco, da un punto di vista didattico dopo 7 ore di sezioni anatomiche difficilissime che hanno richiesto una concentrazione enorme. Non voglio tergiversare e non posso che scusarmi a nome mio e di tutti i presenti, non tanto per l’accaduto, ma per il fatto che lo stesso sia stato diffuso illegalmente e dato in pasto ai social e ai media in maniera tale da potere ingenerare forse qualche turbamento”.

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