Economia

Manovra 2022, approvato il Reddito di libertà | Cos’è, a chi spetta e come funziona

Tra le novità contenute nella Manovra 2022 c’è anche il Reddito di libertà. Ma cos’è? Come funziona? A chi spetta? E quali sono i requisiti per ottenerlo? In questo articolo, cercheremo di rispondere a tutte le domande. Le novità sulla Legge di Bilancio.

Manovra 2022, cos’è il Reddito di libertà

Via libera anche al reddito di libertà. Approvato l’emendamento alla manovra «che incrementa di 5 milioni le risorse per i diritti e le pari opportunità», ovvero il reddito di libertà, stanzia «3 milioni per il fondo per le attività di formazione propedeutiche all’ottenimento della certificazione di parità di genere».

Cos’è e come fare domanda

Il reddito di libertà (RdL) mette a disposizione un aiuto economico di 400 euro al mese al massimo per un anno, ed è rivolto a donne vittime di violenza e in difficoltà.

La domanda per ottenere il reddito di libertà deve essere presentata all’Inps. Questa misura è compatibile con il reddito di cittadinanza o altri sussidi economici.

Cos’è e cosa serve

Il reddito di libertà è un sussidio istituito per garantire e favorire indipendenza economica, l’emancipazione e dei percorsi di autonomia per le donne vittime di violenza che si trovano in condizioni di povertà. Tale misura è stata istituita con il Decreto Legge 19 maggio 2020, n. 34 (cosiddetto Decreto Rilancio, poi convertito nella Legge 17 luglio 2020, n. 77) su proposta del Ministero delle Pari Opportunità e del Ministero del Lavoro. Il reddito di libertà ha come scopo, inoltre, quello di contenere i gravi effetti economici provocati dall’emergenza da Covid-19 per le donne vittime di violenza e in condizioni di povertà.

In realtà, “esperimenti” di reddito di libertà erano stati fatti già in alcune Regioni italiane, come ad esempio la Sardegna e Lazio che lo avevano istituito con modalità differenti, nel 2018. Ora la misura si nazionalizza: con il Decreto del Presidente del Consiglio Dei Ministri 17 dicembre 2020 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n.172 del 20 luglio 2021, il Governo ha stanziato 3.000.000 di euro per l’anno 2020 per istituire il “Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza”. A erogare i fondi sono le Regioni a seconda del numero di abitanti femminili, così come stabilito nell’ambito della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, ovvero nella seduta 178/CU del 17 dicembre 2020.

Come funziona

Il reddito di libertà può essere richiesto direttamente all’INPS dalle interessate per un importo di 400 euro su base mensile per un massimo di 12 mesi. A disciplinare le modalità di erogazione è il Messaggio INPS n. 4132 del 24-11-2021.
È riconosciuto ed erogato principalmente con lo scopo di garantire le spese per assicurare alle donne vittime di violenza e in difficoltà economiche:

  • autonomia abitativa;
  • percorso scolastico e formativo per i figli o le figlie minori;
  • per riacquisire un’autonomia personale a seguito di episodi di violenza.
  • I fondi saranno erogati agli enti locali, ovvero i Comuni per conto delle singole Regioni.

A chi spetta

Il reddito di libertà può essere richiesto dalle donne vittime di violenza, sole o con figli minori a carico, già seguite dai centri anti violenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali locali.

Destinatarie del contributo sono le donne residenti nel territorio italiano che siano cittadine italiane o comunitarie oppure, in caso di cittadine di Stato extracomunitario, in possesso di regolare permesso di soggiorno.

Queste donne devono avere intrapreso un percorso di fuoriuscita della violenza. Il reddito quindi interviene per sostenere il loro percorso di autonomia personale, nonché per la tutela e il sostegno per la crescita dei figli o per la propria “libertà”.

Il reddito è destinato alle donne che, inoltre, si trovano in una particolare condizione di povertà e di vulnerabilità. La condizione di “urgenza e di bisogno” di chi fa richiesta deve essere dichiarata e certificata dal servizio sociale professionale di riferimento territoriale che si sta occupando della donna interessata. Ogni donna può presentare richiesta di un solo sussidio.

Come fare domanda

La domanda va fatta nella Regione di residenza o in quella di domicilio, attraverso gli sportelli comunali, secondo le specifiche scadenze stabilite da tali Enti. A gestire operativamente le domande per ottenere il reddito di libertà è l’INPS, come disciplinato nella Circolare n. 166 del 08-11-2021. Al fine di facilitare la presentazione in via telematica delle istanze all’INPS, è stata predisposta una specifica piattaforma di collegamento con i Comuni italiani che permetterà di inoltrare l’istanza redatta dalla cittadina interessata. L’INPS nel messaggio del 24 novembre 2021 ha comunicato anche il rilascio della procedura dedicata all’acquisizione delle domande per il Reddito di Libertà da parte degli operatori comunali.

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