Novità in arrivo per le pensioni. Ma cosa cambierà nel dettaglio? Il governo Meloni è al lavoro per ultimare la nuova manovra finanziaria che comprenderà anche una riforma del sistema pensionistico. Non solo il nuovo meccanismo di uscita anticipata, ma anche novità su Opzione donna, con una modifica dei requisiti, e sulla rivalutazione dei trattamenti, con una riduzione per gli assegni più alti.
Manovra finanziaria del governo Meloni: cosa cambia per le pensioni
Salvo brusche frenate, la manovra andrà a modificare il meccanismo di rivalutazione delle pensioni. Attualmente, infatti, lo schema prevede un adeguamento pieno per gli assegni che arrivano a 4 volte al minimo Inps, fissato in 523,38 euro; al 90% per i trattamenti compresi tra 4 e 5 volte il minimo e al 75% per le pensioni sopra la soglia di 5 volte il minimo.
Giorgetti, ministro dell’Economia, ha già firmato un decreto che dal 1° gennaio 2023 farà scattare una maxi-rivalutazione del 7,3%. Le ultime ipotesi sul tavolo del governo confermano l’ indicizzazione piena per le pensioni fino circa 2.100 euro al mese (quattro volte il minimo Inps). Sopra questo tetto scatterà la stretta scendendo subito al 50% o attraverso un meccanismo con nuove “fasce”. Una stretta che dovrebbe consentire al governo di recuperare almeno 6-800 milioni.
Pensioni minime a 570 euro
Nelle scorse ore la maggioranza si è accordata per far salire fino a 570 euro mensili i trattamenti pensionistici più bassi. La soglia delle pensioni minime dovrebbe lievitare di qualche decina di euro l’importo, che aumenterà anche grazie alla rivalutazione del 7,3% prevista dal decreto già emanato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Opzione donna, ecco i requisiti
Novità anche per quanto concerne opzione donna, ovvero l’uscita anticipata per le lavoratrici con il ricalcolo contributivo dell’assegno. Questo strumento sarà prorogato di un anno e sarà anche legato al numero dei figli: si uscirà a 58 anni con due o più figli, a 59 se si ha un solo figlio, a 60 anni senza figli.