Continua il successo di Marco Mengoni, agitatissimo per il nuovo concerto a San Siro: c’è stato un monologo e un club dance anni ’70. Ormai il suo successo è inarrestabile. Dalla vittoria di Sanremo nel 2013 con L’essenziale, a grandi successi rimasti nella storia del pop italiano.
Marco Mengoni: il concerto a San Siro
All’inizio il cantante sembrava agitatissimo: «Non è facile portare sul palco tredici anni di carriera». Poi sul palco di San Siro, calore ed entusiasmo oltre l’immaginabile, Marco Mengoni ha mostrato tutto il suo carisma, in un concerto davanti a 54mila spettatori (saranno 35mila il 22 all’Olimpico di Roma). Così è avvenuto il suo debutto in uno stadio, il suo ritorno dopo «due anni, sei mesi e un giorno».
«Nel frattempo ho inciso il disco Materia (Terra) ma è vero che ho cantato dal vivo l’ultima volta in un mio show a Londra il 18 dicembre 2019», spiega prima di entrare in scena. In realtà, l’altra sera a Codroipo ha fatto «la prova generale» in modo da arrivare a San Siro «ready to go», pronto a partire, insomma perfetto.
Il monologo e il club dance anni ’70
Si può dire che il suo concerto è stato diviso in quattro parti. Ha mostrato, così, tutti gli anni e le canzoni che hanno determinato la sua carriera. Poi arriva il monologo sull’«importanza della parola», che è centrale e definisce fino in fondo l’impegno discreto e intelligente di un grande artista.
«Ho seguito l’intervista di Goran Bregovic nella quale diceva che nella sua lingua non esiste la parola tolleranza. E allora ho pensato che, se non esistessero certe parole, non esisterebbero neanche i concerti cui sono collegate come razzismo o indifferenza», confessa il cantante.