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Il 7 dicembre del 43 a.C. ci lascia Marco Tullio Cicerone: leggendario scrittore, politico e oratore romano

Grande oratore, scrittore e politico dell'antica Roma Cicerone fu un importante uomo politico romano del I secolo a.C: scopriamo la sua biografia

Marco Tullio Cicerone è considerato come uno dei più importanti uomini politici romani del I secolo a.C., ma la sua fama è giunta fino a noi grazie soprattutto alla sua straordinaria eloquenza e ai suoi scritti, che hanno costituito un modello per i posteri.

7 dicembre 43 a.C.: muore Marco Tullio Cicerone, celebre oratore romano

Marco Tullio Cicerone, nato ad Arpino il 3 gennaio del 106 a.C. da una ricca famiglia equestre, che tuttavia non aveva origini nobiliari.

Studi


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Trasferitosi a Roma fin da adolescente, studiò filosofia e retorica: tra il 79 e il 77 a.C. si recò in Grecia, dove frequentò diverse scuole di filosofia, tra cui quella epicurea. Tornato a Roma, grazie alle sue straordinarie doti di eloquenza iniziò una lunga e brillante carriera politica, durante la quale espresse posizioni conservatrici.

La congiura di Catilina


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Nel 63 a.C., mentre era console, soffocò nel sangue la congiura organizzata da Catilina, leader dell’ala più radicale dei popolari, nella quale era coinvolto anche Cesare. Nel 58 a.C., per volere di Cesare (che intanto era diventato triumviro), fu però accusato di aver mandato a morte gli organizzatori della congiura senza processo e fu condannato all’esilio: i suoi beni furono confiscati e la sua casa fu distrutta.

L’appoggio a Bruto e la morte

Appena un anno dopo, fu richiamato a Roma, dove continuò ad esercitare la carriera di avvocato e a svolgere attività politica: con l’affermazione di Cesare al potere, tuttavia, la sua presenza divenne poco gradita e, per questo, decise di ritirarsi dalla vita pubblica.


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Dopo la morte di Cesare (44 a.C.), si schierò con Bruto e osteggiò Marco Antonio. Ciò gli provocò il risentimento di Antonio che, dopo la costituzione del secondo triumvirato con Ottaviano e con Lepido, lo fece uccidere da alcuni sicari, il 7 dicembre del 43 a.C., presso la sua villa di Formia.

Pensiero

Stando a quanto riporta “Studenti.it”, Cicerone si impegnò con costanza per la diffusione della filosofa greca a Roma: riteneva, infatti, la sua conoscenza di fondamentale importanza per la formazione della classe dirigente romana. Il suo impegno nel campo filosofico, dunque, fu orientato più alla divulgazione che alla definizione di posizioni teoriche.


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A Cicerone dobbiamo non solo l’invenzione del linguaggio filosofico latino, ma anche la conoscenza della filosofia greca: per molto tempo, infatti, le sue opere furono le uniche fonti disponibili su di essa. La filosofia greca, in una forma adattata alla mentalità latina, diventò così un elemento fondamentale della cultura romana. I romani, infatti, scelsero dalla filosofia greca gli elementi che meglio si adattavano alla loro mentalità, fondendoli in un unico pensiero: questa concezione unitaria è detta eclettismo.

Vicino allo stoicismo e allo scetticismo, Cicerone è appunto considerato il principale rappresentante dell’indirizzo eclettico romano: per questo motivo, è stato spesso considerato poco originale dal punto di vista dell’elaborazione di un proprio pensiero. Egli, tuttavia, non si propose mai di costruire un sistema filosofico originale: il suo intento, anzi, era quello di divulgare alcune questioni affrontate dalle filosofie greche ed ellenistiche che erano particolarmente interessanti per la società romana.

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