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Margherita Hack, astrofisica, accademica e divulgatrice scientifica italiana

Margherita Hack è stata un’astrofisica, accademica e divulgatrice scientifica italiana. Sebbene le sue posizioni politiche e le sue posizioni scientifiche potevano essere considerate divisive, per molti era come una delle astrofisiche italiane più importanti e una “madre nobile” della divulgazione scientifica in Italia.
Nota nota a livello mondiale per gli importanti studi da lei svolti nell’ambito dell’astrofisica, è tutt’ora la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia, ha svolto un’importante attività di divulgazione e ha dato un considerevole contributo alla ricerca per lo studio e la classificazione spettrale di molte categorie di stelle. È divenuta memorabile una sua dichiarazione:

«Innovazione significa dunque immaginare nuovi modi di produrre le stesse cose a minor costo, oppure inventare nuovi prodotti, dai più complessi ai più semplici, che in qualche maniera facilitino la nostra vita quotidiana in casa o sul lavoro, o macchine o utensili più facili da usare di quelli esistenti, o creare marchingegni e renderli indispensabili».

Margherita Hack, nota astrofisica italiana

Nata a Firenze il 12 giugno 1922, Margherita Hack è stata una delle menti più brillanti della comunità scientifica italiana. Il suo nome è legato a doppio filo alla scienza astrofisica mondiale. Prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia, ha svolto un’importante attività di divulgazione e ha dato un considerevole contributo alla ricerca per lo studio e la classificazione spettrale di molte categorie di stelle.



Nasce in una famiglia in cui il padre, di religione protestante, lavora come contabile e la madre, cattolica, diplomata all’Accademia di belle arti, è miniaturista presso la prestigiosa Galleria d’arte degli Uffizi.

I genitori, entrambi critici e non soddisfatti ognuno della propria appartenenza religiosa, aderiscono alle dottrine teosofiche instaurando rapporti con un ambiente che in futuro sarà loro di sostegno durante i momenti difficili. Non simpatizzanti di Benito Mussolini, sono vittime di discriminazioni. Sono, inoltre, vegetariani convinti e trasmetteranno questa filosofia alla figlia Margherita.

Percorso di studi

Frequenta il liceo classico e inizia a praticare pallacanestro e atletica, ottenendo discreti risultati a livello nazionale nel salto in alto. Nel 1943 all’Università di Firenze, dove frequenta la Facoltà di Fisica, dopo dieci anni ritrova l’amico di infanzia Aldo, che sposa l’anno successivo.



Nel 1945, a guerra finita, Margherita Hack si laurea con una tesi di astrofisica relativa a una ricerca sulle cefeidi, una classe di stelle variabili. Il lavoro viene condotto presso l’Osservatorio astronomico di Arcetri, luogo presso il quale inizia a occuparsi di spettroscopia stellare, che diventerà il suo principale campo di ricerca.

Carriera universitaria

Inizia un periodo di precariato come assistente presso lo stesso Osservatorio e come insegnante presso l’Istituto di Ottica dell’Università di Firenze. Nel 1947 la Ducati, industria milanese che inizia a occuparsi di ottica, le offre il primo impiego. Margherita accetta, si trasferisce con la famiglia, mo dopo un solo anno sente l’esigenza di tornare al “suo” ambiente universitario, a Firenze.



Dal 1948 al 1951 insegna astronomia in qualità di assistente. Nel 1954 ottiene la libera docenza e, appoggiata e spinta del marito, inizia la sua attività di divulgatrice scientifica, collaborando con la carta stampata. Margherita chiede ed ottiene il trasferimento all’Osservatorio di Merate, vicino Lecco, una succursale dello storico Osservatorio di Brera.

Nello stesso periodo tiene corsi di astrofisica e di radioastronomia presso l’Istituto di Fisica dell’Università di Milano. Inizia a collaborare con università straniere in qualità di ricercatore in visita. Accompagnata dal marito, che la segue in ogni spostamento, collabora con l’Università di Berkeley (California), l’Institute for Advanced Study di Princeton (New Jersey), l’Institut d’Astrophysique di Parigi (Francia), gli Osservatori di Utrecht e Groningen (Olanda) e l’Università di Città del Messico.

A Trieste

E’ il 1964 quando diviene professore ordinario, ottenendo la cattedra di astronomia presso l’Istituto di Fisica teorica dell’Università di Trieste. In qualità di professore ordinario assume l’incarico della direzione dell’Osservatorio astronomico.

La sua gestione durerà per più di vent’anni, fino al 1987, e darà nuova linfa ad un’istituzione che in Italia era ultima sia per numero di dipendenti e ricercatori, che per qualità della strumentazione scientifica, arrivando a darle risonanza anche in campo internazionale.



L’enorme sviluppo delle attività didattiche e di ricerca che Margherita Hack ha promosso in università, ha fatto nascere nel 1980 un “Istituto di Astronomia” che è stato poi sostituito nel 1985 da un “Dipartimento di Astronomia”, che la scienziata ha diretto fino al 1990.

Collaborazioni

Dal 1982 Margherita Hack ha inoltre curato una stretta collaborazione con la sezione astrofisica della “Scuola internazionale superiore di studi avanzati” (Sissa). Ha alternato la stesura di testi scientifici universitari, alla scrittura di testi a carattere divulgativo. Il trattato “Stellar Spettroscopy”, scritto a Berkeley nel 1959 assieme a Otto Struve (1897-1963) è considerato ancora oggi un testo fondamentale.



Nel tempo ha collaborato con numerosi giornali e periodici specializzati, fondando nel 1978 la rivista “L’Astronomia” di cui sarà direttore per tutta la vita. Nel 1980 ha ricevuto il premio “Accademia dei Lincei” e nel 1987 il premio “Cultura della Presidenza del Consiglio“. Margherita Hack è stata membro dell’Accademia dei Lincei, dell’Unione Internazionale Astronomi e della Royal Astronomical Society.

CIRAC, CICAP ed esperienze politiche

Nel 1992 ha terminato la carriera di professore universitario per motivi di anzianità, continuando tuttavia l’attività di ricerca. Nel 1993 è stata eletta consigliere comunale a Trieste. In pensione dal 1997, ha comunque continuato a dirigere il “Centro Interuniversitario Regionale per l’Astrofisica e la Cosmologia” (CIRAC) di Trieste, dedicandosi a incontri e conferenze al fine di “diffondere la conoscenza dell’Astronomia e una mentalità scientifica e razionale“.



Avversa pensiero metafisico, nonché a tutto ciò che non è spiegabile secondo la dottrina razionalista, dal 1989 fu garante scientifico del controverso CICAP e, dal 2002, presidente onoraria dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR); dal 2005 si iscrisse all’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica. È stata iscritta al Partito Radicale Transnazionale.

Si è candidata alle elezioni regionali del 2005, in Lombardia, nella lista del Partito dei Comunisti Italiani ottenendo 5.634 voti nella città di Milano. Dopo la sua elezione ha ceduto il seggio a Bebo Storti. Si schierò nuovamente nelle elezioni politiche del 2006 con il Partito dei Comunisti Italiani: candidata in molteplici circoscrizioni della Camera, ma, eletta, rinunciò al seggio ottenuto per continuare a dedicarsi all’astronomia.

Critiche a Berlusconi e appoggio ad Emma Bonino

Il 22 ottobre 2008, durante una manifestazione studentesca, in Piazza della Signoria a Firenze, tenne una lezione di astrofisica anche con un veloce accenno agli esperimenti eseguiti al CERN sul bosone di Higgs, preceduta da una discussione contro la legge 133/08 (ex-decreto legge 112, rinominato “decreto Tremonti”).

Il 21 marzo 2009, si candidò nella Lista Anticapitalista per le elezioni europee di giugno come capolista nella Circoscrizione Isole e nella circoscrizione Nord-Ovest. In quella circostanza non fu eletta perché la lista non superò la soglia del 4%. Nel novembre 2009, in una lettera aperta sulla rivista “MicroMega”, criticò l’allora Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi nel merito dei procedimenti giudiziari in cui era coinvolto e al suo presunto tentativo di eluderli.



Durante le elezioni regionali del 2010 si presentò tra le file della Federazione della Sinistra e risultò eletta nel Lazio nella Circoscrizione di Roma, con oltre 7000 preferenze. Nella prima seduta del Consiglio si dimise per lasciare il seggio agli altri candidati della lista.

Il 12 novembre 2011 prese la tessera del partito politico Democrazia Atea, con cui si candidò alle elezioni politiche del 2013 come capolista alla Camera nella circoscrizione Veneto 2. Nell’ottobre 2012 dichiarò di appoggiare Nichi Vendola alle elezioni primarie del centrosinistra mentre al ballottaggio, una volta rimasti solo Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi, si è espressa in favore di quest’ultimo.

Ad aprile 2013 entrò a far parte del comitato “Emma Bonino presidente” insieme a nomi illustri italiani quali Renzo Arbore, Toni Garrani, Anna Fendi, Alessandro Pace, Stefano Disegni al fine di promuovere la candidatura di Emma Bonino come Presidente della Repubblica Italiana.

Morte

Margherita Hack si è spenta all’età di 91 anni. Se ne è andata nella notte tra il 28 e il 29 giugno 2013, nell’ospedale di Trieste, dove era stata ricoverata da una settimana per problemi cardiaci, al fianco di Aldo, suo marito per 70 anni. Nel giorno della sua morte, l’ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano dichiarò quanto segue: “Ha costantemente servito e onorato l’Italia“.



Vita privata

La libertà con cui Margherita ha potuto seguire la sua carriera scientifica è dovuta anche allo straordinario rapporto con il suo compagno, Aldo. Lui, letterato con una cultura ampia e multiforme, ha sempre coltivato i propri interessi privatamente, senza una professione che lo legasse a un lavoro fisso.

Ha così potuto seguire Margherita nelle sue pellegrinazioni in giro per il mondo. Nei primi tempi hanno vissuto a Parigi, dove Margherita aveva una collaborazione con l’Institut d’Astrophysique che negli anni Cinquanta era uno dei migliori del mondo.

Poi andarono a Merate, succursale dello storico Osservatorio Astronomico di Brera, in Olanda a Utrecht, e infine a Berkeley in California.Nel 1959 ritornarono stabilmente in Italia, prima a Merano e poi Trieste dove Margherita divenne direttore dell’Osservatorio nel 1963. In quel periodo cominciò anche a occuparsi di organizzazione della ricerca ed entrò in vari organismi e comitati nazionali che servirono a dare una sistemazione moderna alla scienza nazionale.



 

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