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Maria Sofia Federico non potrà tornare a Roma per 6 mesi: “Non obbedirò, non temo il carcere”

Maria Sofia Federico non potrà tornare Roma 6 mesi
Maria Sofia Federico non potrà tornare Roma 6 mesi
Maria Sofia Federico non potrà tornare Roma 6 mesi

Dopo aver protestato nuda in Campidoglio insieme al movimento Ribellione Animale, Maria Sofia Federico non potrà tornare a Roma per 6 mesi. L’attivista ha quindi ricevuto il foglio di via. La 20enne annuncia però di essere pronta a disobbedire. Ecco cosa le sue parole.

Maria Sofia Federico non potrà tornare a Roma per 6 mesi

Dopo avere protestato nuda in Campidoglio insieme al movimento Ribellione Animale, Maria Sofia Federico ha ricevuto un foglio di via che le impedirà di stare a Roma per 6 mesi. La 20enne attivista, popolare soprattutto sui social tra i giovanissimi, annuncia però di essere pronta a disobbedire nel caso in cui la sua presenza dovesse rendersi necessaria per partecipare a un’altra protesta.

Nuda ai Capitolini, mi hanno punito con un foglio di via da Roma per sei mesi. Non so se ubbidirò. Se con i compagni ci sarà un’azione non mancherò di sicuro, a costo di finire in carcere. Non ho paura. Sono nata a Valmontone, spesso sono a Roma, ma dopo il divieto d’avvicinamento ho deciso di trasferirmi da amici a Milano. Se violassi il foglio di via che mi hanno dato in mano quando ci hanno portato in commissariato, ci sarebbero ripercussioni legali. Ma non mi preoccupo.

Dichiara al Corriere Maria Sofia dopo il provvedimento ricevuto in seguito alla protesta a Roma. Ai manifestanti è stata infatti contestata l’interruzione di pubblico servizio, la mancanza di autorizzazioni e l’utilizzo improprio/danneggiamento di opere d’arte. Secondo l’attivista, il provvedimento sarebbe sproporzionato rispetto al tipo di protesta:

Troppo per un atto di protesta non violento come è stato il nostro. Ben altre vie potevamo scegliere, ma rivendico quel gesto di disobbedienza civile a mio parere bello, fuori dalle righe, non banale. Sono sorpresa: ci si scandalizza per me senza vestiti, e non per le violenze subìte dagli animali. Siamo molto attenti nei nostri interventi. Nessuno si è sentito offeso. Prima di dare il via al blitz, abbiamo aspettato che uscissero dalla sala i ragazzi in gita scolastica e tutti i bambini presenti”. Quindi spiega la scelta di protestare sotto la statua della Lupa capitolina:

I musei sono strutture del potere e per questo attirano la nostra attenzione. Per noi la statua della Lupa capitolina ha una valenza totalmente diversa da quella che solitamente le viene attribuita. Quell’essere meraviglioso allatta Romolo e Remo come farebbe con i suoi cuccioli senza che vi siano né sfruttamento né morte, cosa che invece accade in molti aziende agricole, dove il latte è il risultato di una forzatura del ciclo di vita delle mucche. Non era un blitz contro l’opera in sé, che amiamo e rispettiamo.

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