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Marisa Paredes, l’attrice è morta a Madrid: aveva 78 anni, era considerata la musa di Pedro Almodóvar

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Marisa Peredes

È morta a Madrid nella giornata odierna, martedì 17 dicembre, l’attrice Marisa Paredes: aveva 78 anni ed era considerata la musa del regista Pedro Almodóvar, che le ha permesso di ottenere fama internazionale. La sua morte è avvenuta per complicazioni legate a un problema coronarico.

Marisa Paredes, l’attrice è morta a Madrid: aveva 78 anni

È scomparsa, all’età di 78 anni, l’attrice spagnola Marisa Paredes, considerata musa del regista Pedro Almodóvar, che le ha permesso di ottenere fama internazionale. La sua morte è avvenuta presso l’ospedale Fundación Jiménez Díaz di Madrid, a causa di complicazioni legate a un problema coronarico. La notizia della sua scomparsa è stata comunicata tramite un post sui social dall’Accademia del Cinema spagnolo.

Riconosciuta come uno dei più straordinari esempi di eleganza naturale del nuovo cinema spagnolo, nel 2000 ha ricoperto il ruolo di presidente della giuria al Festival di Berlino e nello stesso anno è diventata presidente dell’Accademia del Cinema spagnolo. In patria, ha ricevuto il Premio Nazionale del Cinema nel 1996, la Medaglia d’Oro al Merito delle Belle Arti nel 2007 e il Goya d’Onore nel 2018.

Chi era Marisa Paredes

Nata a Madrid il 3 aprile 1946 in una famiglia di modeste condizioni, Marisa Parades non completò gli studi e iniziò a lavorare come apprendista da una sarta. La sua passione per la recitazione la portò, all’inizio degli anni Sessanta, a intraprendere giovanissima la carriera teatrale, interpretando nel corso degli anni opere di autori come Ibsen, Shakespeare, Čechov e Camus. Contemporaneamente, avviò anche la sua carriera nel mondo della televisione e del cinema, debuttando sul grande schermo in ruoli secondari a partire dal film ‘Il diabolico dottor Satana’ (1961) di Jesús Franco.

Nel decennio successivo, ha continuato a ottenere ruoli di secondo piano fino a quando Almodóvar, allora all’inizio della sua carriera, l’ha scritturata per ‘L’indiscreto fascino del peccato’ (1983), dove interpreta suor Estiercól, una religiosa dipendente da droghe e soggetta a allucinazioni, che vive nel convento delle ‘redentrici umiliate’. In seguito, ha recitato in numerosi film, ma ha raggiunto la notorietà nel ruolo di una famosa cantante pop in ‘Tacchi a spillo’ (1991) di Almodóvar. Successivamente, è stata la presentatrice in ‘Golem – Lo spirito dell’esilio’ (1992) di Amos Gitai, prima che Almodóvar le assegnasse in ‘Il fiore del mio segreto’ (1995) uno dei personaggi femminili più intensi, complessi e dolorosi del suo cinema: una scrittrice di romanzi rosa affermata, ma in crisi con il marito. Per questa interpretazione ha vinto un Premio Goya.

La carriera

Riconosciuta a livello internazionale quasi a cinquant’anni, Parades ha iniziato a ricevere proposte anche da registi non spagnoli. Ha interpretato la madre del giovane stupratore in ‘Cronaca di un amore violato’ (1995) di Giacomo Battiato, per poi lavorare con il regista cileno in ‘Tre vite e una sola morte’ (1996), con il messicano Arturo Ripstein in ‘Profundo carmesí’ (1996) e in ‘Nessuno scrive al colonnello’ (1999), oltre a recitare sotto la direzione di Roberto Benigni in ‘La vita è bella’ (1997), dove interpreta la madre di Dora (Nicoletta Braschi). Successivamente, ha collaborato nuovamente con Almodóvar in ‘Tutto su mia madre’ (1999), nel ruolo di una celebre attrice teatrale che recita ‘Un tram che si chiama desiderio’, e in seguito in ‘Parla con lei’ (2002) e ‘La pelle che abito’ (2011).

In seguito, ha preso parte a ‘La spina del diavolo’ (2001) di Guillermo del Toro, ‘Reinas – Il matrimonio che mancava’ (2005) di Manuel Gómez Pereira, ‘Specchio magico’ (2005) di Manoel de Oliveira, ‘L’uomo che ama’ (2008) di Maria Sole Tognazzi, ‘Latin Lover’ (2015) di Cristina Comencini e ‘Nonostante tutto’ (2019) di Gabriela Tagliavini.

Tra i tanti messaggi di condoglianze, si è distinto quello del premier spagnolo Pedro Sanchez, che ha espresso il suo “profondo rammarico” per la perdita di “una delle attrici più significative del nostro Paese”. “La sua presenza nel cinema e nel teatro, insieme al suo impegno per la democrazia, rappresenteranno un esempio per le generazioni future”, ha aggiunto Sanchez in un post su X, concludendo con un ‘grazie, Marisa’.

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