Stefano Massini e Paolo Jannacci ospiti a Sanremo 2024 con una canzone di denuncia sulle morti sul lavoro. Il dramma delle morti sul lavoro arriva a Sanremo 2024. Al fenomeno delle morti bianche è dedicata la canzone L’uomo nel lampo che Stefano Massini e Paolo Jannacci portano sul palco dell’Ariston nella terza serata del festival.
Massini e Jannacci portano i morti sul lavoro a Sanremo 2024
“Nell’ultimo anno sono morte in Italia sul lavoro 1.485 persone. Ed è certificato che l’80% di queste morti si potrebbero evitare. Sono molto fiero di essere qui a Sanremo per parlarne”.
Così Stefano Massini parla dell’intervento che farà con Paolo Jannacci nella terza serata di Sanremo 2024 sulle note del brano L’uomo nel lampo. Un pezzo di teatro-canzone di denuncia sociale sulle morti sul lavoro, ispirato a una delle tante storie drammaticamente vere.
“Io reciterò e Paolo canterà il ritornello”, dice lo scrittore e drammaturgo fiorentino, unico italiano a vince i Tony Awards negli Stati Uniti. “Abbiamo cercato di fare con la massima semplicità un brano che potesse risultare giusto, piacevole, interessante”, aggiunge Paolo Jannacci.
“Mi auguro che la cosa di stasera porti consapevolezza – sottolinea Massini – perché nelle ultime 24 ore ci sono stati altri due morti sul lavoro: un operaio folgorato a Messina e un altro operaio schiacciato in provincia di Padova da un muletto”.
Il testo della canzone
Il testo del brano L’uomo nel lampo è ispirato ad una storia vera, una delle tante morti sul lavoro che costellano le cronache italiane.
Ehi, ehi Michè,
Sono io Michè, questa voce lontana
Dicono, sai la vita è strana
Ma più che strana è proprio bastarda
Ed io lo so perché mi riguarda
Da quando il mio filo si è rotto
Sono una foto appesa in salotto
E in quella foto oltretutto…
Ma dai Michè son così brutto
Occhi chiusi, viso scuro…
Che se mi avessero detto giuro
Questa foto resterà di te
Accidenti Michè, mi sarei messo in posa
1,2,3, flash, perfetto
Sono io, sì, sono l’uomo di cui ti hanno detto
Che un lampo mi portò via
E di me non resta, che una fotografia
C’era una volta un uomo che vide come un lampo
sorrise e alzò le mani come per abbracciarlo
L’uomo nel lampo che non è più tornato
Lo videro in quel lampo e lì si è addormentato
Proprio quel lampo che portò via mio padre
e che da quel momento è musica nel vento
Sai Michè,
non è che sono solo in questo posto
C’è più folla che a Rimini ad agosto
Tutti come me finiti fuori pista
Tutti fuori dalla lista
Tutti con il marchio addosso di questo paradosso
Che il lavoro porta sotto terra
e l’operaio muore come in guerra
Ma io Michè, io che ridevo anche dei guai
io, che la battuta non mi mancava mai,
Quando mi dicono: “la fabbrica è una miniera”
No, piuttosto è una galera
Perché loro si fanno l’ora d’aria
e pure noi, nel senso che saltiamo in aria…
E nelle fiamme di 6 metri e via..
Passi da uomo a fotografia.
C’era una volta un uomo che vide come un lampo
sorrise e alzò le mani come per fermarlo
L’uomo nel lampo che non è più tornato
Lo videro in quel lampo
Questo lampo non ha odore ne colore
Il lampo uccide ma senza far rumore
Poi ti guardi ad uno specchio
E lì vorresti perdonare
E vabè, basta dai…
Da questa foto mi guardo intorno
E non ho smesso un solo giorno
in silenzio fotografato e muto di dirti:
“ciao Michè, sono il padre che non hai conosciuto”
Le parole
“Con Paolo – spiega Massini – mi sono immaginato che un padre che ha perso il figlio parli con lui da una foto, che è l’unica cosa che gli è rimasta. I parenti delle vittime vengono umiliati con l’alibi della fatalità, dell’incidente”.
“E invece poi si scopre, come è successo a Luana D’Orazio, che si muore perché dal telaio era stata tolta una protezione affinché la produzione aumentasse di velocità. Diremo molto chiaramente che c’è chi invece di guadagnarsi da vivere si guadagna da morire“, conclude lo scrittore.
Chi è Stefano Massini
Nato a Firenze il 22 settembre 1975, Stefano Massini è attore, scrittore e drammaturgo con una lunga esperienza teatrale alle spalle. È anche un volto noto della tv, per i suoi monologhi a PiazzaPulita su La7.
Dopo la laurea in Lettere antiche all’Università di Firenze, a 26 anni è entrato nel mondo del teatro facendo da assistente a Luca Ronconi al Piccolo di Milano.
Tra le sue opere più significative c’è Lehman Trilogy, uno spettacolo sul collasso finanziario del 2008 portato in scena da registi come Luca Ronconi e il premio Oscar Sam Mendes, vincitore di cinque Tony Award nel 2022. Massini è stato l’unico italiano a vincere il prestigioso premio statunitense, considerato l’Oscar delle opere teatrali e musicali.
Chi è Paolo Jannacci
Nato a Milano il 5 settembre 1972, Paolo Jannacci è musicista e cantautore, figlio del grande Enzo Jannacci, medico e cantautore scomparso nel 2013.
Ha iniziato a studiare musica quando aveva solo 6 anni ed è diventato un musicista professionista a 16 anni. Ha lavorato per anni assieme al padre in molte produzioni discografiche, collaborando anche con altri artisti come Ornella Vanoni, gli 883, J-Ax e Fedez.
Paolo Jannacci è anche arrangiatore, direttore d’orchestra e compositore, ha realizzato nel corso degli anni numerose colonne sonore per film, pubblicità, documentari e spettacoli teatrali. È apparso anche in tv in qualità di pianista e direttore della “Paolo Jannacci Band” a Zelig, il varietà comico di Mediaset condotto da Claudio Bisio.
Jannacci ha partecipato al Festival di Sanremo nel 2020 con il brano Voglio parlarti adesso, arrivando al 16esimo posto. Ora torna all’Ariston come ospite.