Chi sono le tre donne nell’inchiesta di Matteo Messina Denaro? Gli inquirenti scavano nella vita di tre donne per ricostruire dettagli della lunga latitanza trentennale del super boss di Cosa Nostra arrestato lo scorso 16 gennaio.
Una è Maria Mesi, ex fiamma storica del boss, indagata con l’accusa di favoreggiamento. La donna ha fatto sapere che non vede l’Ultimo dei Corleonesi da anni, anche se gli inquirenti sospettano che il rapporto sia proseguito. Nel corso della perquisizione ad Aspra, frazione di Bagheria, non hanno trovato il cellulare della donna.
Matteo Messina Denaro, chi sono le tre donne dell’inchiesta sul boss
La seconda donna di Matteo Messina Denaro è una 60enne, separata, con una figlia e un tenore di vita assai elevato. Le è stato chiesto dagli inquirenti del Suv da 70mila euro e se – effettivamente – ha avuto una relazione col super boss di Cosa Nostra. La donna ha sottolineato di non averlo “mai conosciuto”. Fa “l’imprenditrice” e “quello è il frutto del mio lavoro” ha risposto agli inquirenti.
La terza donna di Matteo Messina Denaro è una insegnante. La donna ha confessato di aver avuto una relazione durata due anni con ‘U Siccu. Inoltre, ha svelato di essere amica di Andrea Bonafede, il “prestanome” di Messina Denaro. Allo stesso tempo, ha detto di non sapere che quell’uomo fosse il super boss mafioso.
Due donne diverse: una mora e con i capelli lunghi, l’altra è bionda e con capelli corti. Nei giorni scorsi era emersa una suggestiva in merito ad una delle due. Una coetanea, impiegata comunale, aveva ipotizzato una vecchia conoscenza del boss: “Alla fine degli anni Ottanta andavamo tutti a ballare al Blues, un locale di Campobello che ormai non c’è più. Il biglietto d’ingresso costava tanto, 40 mila lire. Lui entrava coi suoi cappotti lunghi, gli stivaletti, sempre elegantissimo. Poi restava in disparte con la sua comitiva, non dava confidenza a noi del popolo“.
Non sono indagate
Come rivelato dal Corriere della Sera, nella delle due residenti a Campobello di Mazara si è presentata spontaneamente dai magistrati. Non sono attualmente indagate e sono state ascoltate come persone informate sui fatti. Ecco perché i carabinieri non hanno ancora perquisito le loro abitazioni.