Matteo Salvini vuole chiudere i negozi in cui si vende la cannabis legale e tutti i suoi derivati dediti alla coltivazione biologica. Un giorno di lavoro del vice premier.
Matteo Salvini e la guerra ai negozi di cannabis legale
Il decreto sicurezza bis e la norma spazzaclan, la foto della figlia e la telefonata con Netanyahu, la crociata contro i negozi di cannabis legale che «vanno chiusi tutti» e l’incontro con il presidente serbo, il rilancio della raccolta firme per la castrazione chimica. Nel giorno più lungo da quando è al Governo, Matteo Salvini scatena la macchina della comunicazione con un obiettivo preciso e mai dichiarato: spostare l’attenzione dalla vicenda Siri. O meglio, dall’aver dovuto piegarsi al volere dei 5S, e del premier Conte, sulla questione della revoca del mandato al sottosegretario. Il primo input partito ieri alle 8,30.
Salvini e la norma spazzaclan
Salvini annuncia la prima “misura straordinaria”, una norma “spazzaclan”: l’assunzione di 800 persone con 25 milioni messi a disposizione dal Viminale in due anni con l’obiettivo di accelerare le notifiche delle sentenze alle migliaia di condannati in via definitiva che restano in strada. Solo a Napoli, dice il Ministero, sono oltre 12mila.
Criminali che lo Stato non riesce a mandare in galera per carenze di organico che vanificano anni di indagini. Per me contano i fatti, le chiacchiere le lascio ad altri.
Precisa Salvini annunciando quello che, di fatto, sarà il suo leit motiv “ufficiale” per tutta la giornata: io lavoro, altri parlano.
Non passa neanche mezzora e arriva il secondo annuncio: un decreto “Salvinibis” al quale il Ministero sta lavorando. Conterrà lo spazzaclan ma anche una norma per una maggiore tutela delle forze dell’ordine e interventi sulla sicurezza, per rafforzare la lotta alle mafie e a chi sfrutta l’immigrazione clandestina. Alle 9,15 Salvini è già a Palazzo Chigi a riunire i ministri della Lega per ribadire la linea su Siri.
Salvini e le relazioni internazionali
Comincia il Cdm e dalla sala del Governo i tweet del ministro sono però sulla figlia – “vita, gioia, speranza, amore” scrive postando una foto della bambina di spalle e sullo sfondo il castello Sforzesco – e sulla “intensa giornata di relazioni internazionali” che lo attende dopo la riunione: l’incontro con i ministri degli Esteri del Brasile e degli Emirati Arabi Uniti, quello con il presidente serbo e la telefonata con Benjamin Netanyahu.
Salvini e la guerra alla cannabis legale
Ma è in piena discussione sul destino di Siri che il ministro fa annunciare l’evento che più gli interessa: l’incontro con i rappresentanti di una ventina di comunità terapeutiche che si occupano di tossicodipendenza. Perché, dirà poi in conferenza stampa:
La droga è un’emergenza nazionale, sta mettendo a rischio una generazione. Una battaglia di civiltà.
Per cominciare vanno quindi chiusi tutti i negozi di cannabis legale e va vietata ogni festa che ha la canapa come protagonista. Poi arriverà anche l’inasprimento delle pene per gli spacciatori.
Ora usiamo le maniere forti, da domani (oggi, ndr) darò alle forze dell’ordine l’indicazione di andarli a controllare uno per uno con l’obiettivo di chiuderli uno per uno, vanno sigillati. Sono un’istigazione allo spaccio, luoghi di diseducazione di massa.
Ai giornalisti che gli chiedono di Siri
Finisce la conferenza stampa e le domande dei giornalisti sono però tutte sul caso Siri, sulla “questione morale”, sul governatore della Lombardia indagato. Salvini si fa sempre più scuro in volto, poi sbotta.
Voi ovviamente avrete tutto lo spazio da dedicare a vicende giornalisticamente più interessanti non è ammissibile che in Italia ci siano mille negozi dove ci sono droghe, legalmente, alla luce del sole. Mi fa schifo che ci siano e che ci siano feste della canna. Ma che c…., ma dove siamo.