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Maturità 2024, il toto-tracce della prima prova: da Matteotti a Oppenheimer, fino a D’Annunzio e alla violenza di genere

Le tracce della prima prova della Maturità sono ormai arrivate nelle scuole sotto forma di plico telematico. Gli studenti, nonostante non ne conoscano il contenuto, hanno le idee chiare su quali potrebbero essere gli argomenti più papabili per lo scritto di italiano.

Maturità 2024, le tracce possibili della prima prova

Per quanto riguarda gli autori di prosa la quasi totalità dei maturandi indica la coppia D’AnnunzioPirandello, a cui segue Italo Svevo. Per la poesia in pole position è Ungaretti, ma molti ritengono probabile anche l’uscita di Montale. A dominare, per la sezione anniversari storici, sono invece l’uccisione di Matteotti, la nascita di Oppenheimer e la morte di Lenin.

I maturandi, inoltre, ritengono plausibile venga proposta una traccia sulla Prima Guerra Mondiale o sullo sbarco in Normandia. Intelligenza Artificiale, confitto israelo-palestinese e violenza di genere sono, invece, in cima alla lista delle questioni di attualità.

Ad aggiornare il toto-tracce, quando ormai mancano pochissimi giorni all’inizio degli esami di stato, è il sondaggio della vigilia di Skuola.net, elaborato grazie al contributo di 1.500 maturandi. Per le possibili tracce proposte per l’analisi del testo (Tipologia A), se il ministero dovesse puntare su un autore dell’Ottocento, 4 maturandi su 10 indicano come più probabile il nome di Gabriele D’Annunzio. Una dinamica simile si riscontra per gli autori del Novecento. Il candidato dei maturandi è Luigi Pirandello, opzionato da oltre un terzo (34%).

Gli autori più gettonati

In alternativa gli studenti indicano Giovanni Verga (1 su 3), che però è stato proposto nel 2022, oppure Alessandro Manzoni (votato dal 18%). In molti ritengono probabile anche la scelta di Italo Svevo (il 22% del campione), uscito l’ultima volta nel 2009, o Italo Calvino (il 17%), uscito nel 2015.

Passando alla poesia – sempre per la tipologia “analisi del testo”- uno studente su 4 fa il nome di Giuseppe Ungaretti, ma l’esponente dell’ermetismo è già stato proposto nel 2006, nel 2011 e nel 2019. Il poeta in seconda posizione, Eugenio Montale, viene invece indicato dal 14% dei maturandi. Seguono Giovanni Pascoli (12%), che però è uscito nel 2022, e Giacomo Leopardi (11%). Uno studente su 2 teme, invece, l’uscita di un autore poco noto. Uno su 4, invece, ritiene improbabile che venga scelto il nome di un’autrice.

Molti diplomandi, però, spesso tralasciano la letteratura per cimentarsi con tipologie di tema meno legate ai programmi scolastici. Come il “testo argomentativo”, le cui tracce – nel plico di maturità sono ben tre – non di rado contengono riferimenti ad anniversari e ricorrenze storiche. Se ciò dovesse accadere, gli studenti (1 su 3) scommettono sul centenario del delitto Matteotti.

Seguono i 110 anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale (votati dal 12%) e gli 80 anni dello sbarco in Normandia (10%). Subito sotto, tra il 6% e il 9% abbiamo: i 20 anni dalla nascita di Facebook, i 35 anni dalla caduta del Muro di Berlino, i 75 dalla fondazione della Nato, i 70 anni della TV italiana.

Se la data simbolo dovesse essere strettamente legata a un personaggio, invece, per il 30% dei diretti interessati, è possibile che riguardi il fisico Robert Oppenheimer – di cui ricorrono i 120 anni dalla nascita – probabilmente lanciato dal biopic da premio Oscar sulla sua figura, ma che porta con sé anche un argomento di indubbia attualità, quale è il dibattito sulla bomba atomica. Possibile, secondo uno studente su cinque, anche la traccia sul centenario della morte di Lenin, mentre il 10% dei consensi indica come ugualmente possibili i 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi e i 100 anni dalla morte di Franz Kafka.

Per il tema di attualità, gli studenti indicano come più probabili le seguenti tracce: “Intelligenza artificiale e nuove frontiere digitali” (24%), seconda è quella sul “Conflitto tra Israele e Palestina” (21%), terza è la doppia questione della “Violenza sulle donne” e della “Parità di genere” (18%).

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