Cronaca

Maxi crollo di ghiaccio sulla Marmolada, chi sono i 6 morti sotto la valanga

Maxi crollo di ghiaccio sulla Marmolada per raggiungere la vetta di uno dei giganti alpini: sono 6 i morti coinvolti e 9 i feriti e 15 dispersi. Ieri il record di temperatura sulla vetta: registrati 10 gradi. Ecco chi sono le vittime ed i dispersi di questa tragedia.

Maxi crollo di ghiaccio sulla Marmolada: chi sono i 6 morti

Un grosso seracco di ghiaccio è crollato lungo un itinerario in salita per raggiungere la vetta di uno dei giganti alpini. Il crollo si è verificato tra Pian dei Fiacconi e Punta Penia intorno all’ora di pranzo.

Le persone coinvolte

Il crollo ha coinvolto oltre una decina di persone: sono 8 gli escursionisti rimasti feriti, di cui uno in gravi condizioni. Sono scattate le operazioni di soccorso con decine di uomini del Soccorso alpino e cinque elicotteri di Veneto e Trentino. I feriti sono ricoverati in diversi ospedali della zona. Sabato sulla vetta si è registrata il record della temperatura: circa 10 gradi raggiunti.

Diciotto persone sono state fatte evacuare dalla cima e fatte rientrare. Al momento si stanno verificando le auto parcheggiate per cercare di capire se e quanti manchino ancora all’appello. La Marmolada è interdetta al pubblico.

Morti nella valanga della Marmolada, chi era Davide Miotti

Titolare del negozio “Su e giù sport”, Davide Miotti era uno scalatore di vette da oltre 25 anni. Nel corso degli ultimi giorni era saluto più volte sulla Marmolada come testimoniano i post pubblicati sul suo profilo Facebook. “Fotonica Marmolada” aveva intitolato la sua ultima avventura in questo posto, ad inizio giugno. Le ultime foto quelle scattate cinque giorni fa sul Sassolungo, cima grande di Lavaredo. “Weekend di vie normali con la N maiuscola immersi nel patrimonio Unesco più indiscutibile che ci sia”, scriveva. Con lui c’era anche la moglie 45enne Erica Campagnaro che risulta ancora dispersa. La coppia ha due figli, di venticinque e sedici anni.


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Erica Campagnaro e Davide Miotti

Le vittime

Si sono registrate anche delle vittime nel crollo sulla Marmolada: sono circa 6 i morti e 15 dispersi. Questo il bilancio provvisorio delle vittime. Lo rende noto Gianpaolo Bottacin, assessore regionale del Veneto alla Protezione civile. “La situazione è in evoluzione – afferma – ed è difficile allo stato attuale dare con certezza conto dell’accaduto”.

Sono in corso le procedure di identificazione delle 6 vittime fin qui registrate dopo il crollo del ghiacciaio sulla Marmolada. Secondo quanto riferiscono fonti dei carabinieri di Trento, al momento tra i morti risultano 3 italiani e un cittadino straniero. Le altre due vittime devono essere ancora identificate. Le salme sono state collocate presso il Palaghiaccio di Canazei.

Una delle vittime è originaria della provincia di Vicenza, l’altra della provincia di Treviso e sono entrambi guide alpine. Anche una terza persona identificata sarebbe veneta. Tra i dispersi inoltre, che al momento sarebbero una ventina, ci sarebbe anche un uomo sui 50 anni di Alba di Canazei. Il conteggio delle vittime sembra purtroppo destinato a salire, considerato il numero di dispersi.

Si cerca Filippo Bari

Fra i dispersi ci sarebbero 4 alpinisti vicentini. Si tratta di 3 escursionisti, appartenenti alla sezione Cai di Malo, e una guida. Di uno di loro, Filippo Bari, 27 anni, è comparso in queste ore sui social un selfie – pubblicato oggi dal quotidiano La Stampa – che riprende il giovane ieri sulla vetta della Marmolada, prima del crollo del seracco.

Fascicolo per disastro

La Procura di Trento ha aperto un fascicolo per disastro sul crollo, che ha causato la morte di almeno sei alpinisti e il ferimento di altri nove, due dei quali in gravi condizioni. Il reato ipotizzato è disastro colposo, al momento a carico di ignoti.

“Una carneficina, difficile identificare l’identità delle vittime”

“È una carneficina, un disastro inimmaginabile”, queste le parole degli inquirenti che hanno aperto un fascicolo per disastro colposo. La situazione è disastrosa: “Difficilmente sarà possibile identificare l’identità delle vittime, perché i corpi sono stati smembrati”.

Il tweet dei vigili del fuoco

«Marmolada quota 3500 metri: slavina staccata da un costone, in atto operazioni ricerca di eventuali persone coinvolte. Elitrasportato personale vigili del fuoco Corpo nazionale addestrato per interventi su neve e ghiaccio». Così i vigili del fuoco in un tweet.

Il racconto del testimone: “Un boato e poi neve e ghiaccio”

“Abbiano sentito un boato e poi visto una grande colata di neve e ghiaccio”, è il drammatico racconto di uno dei testimoni del crollo, responsabile del Rifugio Castiglioni Marmolada, che nel pomeriggio di oggi ha provocato una enorme valanga facendo contare vittime e feriti.

“Un rumore forte, tipico di una frana, poi abbiamo visto scendere a forte velocità a valle una specie di valanga composta da neve e ghiaccio e da lì ho capito che qualcosa di grave era successo”.

Il testimone: responsabile del Rifugio Castiglioni Marmolada

“Col binocolo da qui si vede la rottura, è probabile che si stacchi ancora qualcosa” ha aggiunto, impaurito. “La colata di neve, ghiaccio e roccia ha coinvolto anche il percorso della via normale, mentre vi si trovavano diverse cordate” spiga la Suem 118.

“Ho visto tutto in diretta. Noi conosciamo bene quella parte di montagna perché come rifugio abbiamo anche una nostra capanna proprio in vetta. Questa tragedia ci colpisce, ma non abbiamo avuto paura per la nostra incolumità perché il rifugio è sicuro” ha concluso il testimone.

Le preoccupazione dell’alpinista Reinhold Messner

Preoccupazioni anche del grande alpinista Reinhold Messner: “Sono salito più volte sulla Punta di Rocca, ma non vado lì da tanti anni ormai. Il ghiaccio lì è quasi tutto andato, è quasi inesistente. Questi seracchi cadono, certo, per la gravità, ma la causa vera, originaria, è il caldo globale, che fa sciogliere i ghiacciai e rende più probabile che si stacchi”.

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