Maxi frode fiscale nel settore della cantieristica navale scoperta dalla Guardia di finanza di Ancona. Le Fiamme Gialle hanno individuato un giro di fatture false per 131 milioni di euro, con la conseguente evasione dell’Iva per 66 milioni di base imponibile, e 153 lavoratori irregolari, la maggior parte bengalesi. Trenta le persone denunciate: frode fiscale, riciclaggio e auto-riciclaggio le accuse a loro carico.
Maxi frode fiscale ad Ancona
L’operazione, che gli inquirenti hanno chiamato ‘Shipyard’ (“cantiere navale”) ed è stata coordinata dalla procura di Ancona, ha interessato diverse imprese operanti nel porto della città, nell’ambito della catena produttiva della Fincantieri, risultata completamente estranea ai fatti d’indagine.
Le imprese coinvolte operavano tra Marche, Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lombardia e Toscana, molte delle quali vere e proprie cartiere, con ramificazioni in tutta Italia.
I dettagli della frode
Sulla base degli indizi emersi, 7 delle aziende consorziate sarebbero risultate amministrate da prestanome e prive di una struttura operativa, organizzativa e finanziaria. Vere e proprie cartiere, che per 4 anni avrebbero emesso fatture operazioni inesistenti per 131 milioni, poi utilizzate da altre 12 società consorziate per maturare illecitamente crediti Iva inesistenti, utilizzati per le compensazioni con altre imposte.