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Maxi rissa tra bande rivali ad Angri, la Procura ha chiesto l’arresto per sei indagati

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Rissa ad Angri - Foto di SalernoToday

Maxi rissa avvenuta il primo settembre scorso ad Angri: la Procura di Nocera Inferiore ha chiesto l’arresto per i sei ragazzi indagati in base alla nuova riforma Nordio. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Maxi rissa tra bande rivali ad Angri, chiesto l’arresto per sei indagati

La Procura di Nocera Inferiore ha richiesto gli arresti domiciliari per sei persone coinvolte, identificati in relazione a un episodio accaduto il 1 settembre scorso. Nelle prossime settimane si svolgerà l’udienza davanti al Gip dello stesso tribunale, in conformità con quanto stabilito dalla riforma Nordio, che prevede un interrogatorio preventivo in caso di richiesta di misure cautelari per specifici reati e in particolari circostanze, come il rischio di reiterazione o di fuga.

Sono coinvolte quattro persone di Angri e due di Scafati. La violenza si è verificata in Piazza Doria, durante una normale domenica sera, nei pressi del bar Ribò. I due gruppi opposti, per un totale di 11 indagati, sono stati identificati grazie alle telecamere di sorveglianza. Il bilancio dei feriti è significativo, con prognosi di 30, 21 e 10 giorni. Nell’indagine è coinvolto anche un minorenne, la cui posizione è attualmente esaminata dal tribunale competente. Tutti gli identificati hanno già ricevuto un Daspo urbano.

I fatti

Il conflitto fisico tra i due gruppi, per motivi mai chiariti, si è contraddistinto per l’uso di coltelli, tirapugni, asce, mazze da baseball e altri oggetti contundenti. Si sostiene che il gruppo di Angri abbia avviato la rissa, recandosi nei pressi della barra per aggredire i membri di un’altra famiglia residente a Scafati. Per il pestaggio di uno di questi ultimi, la procura ha provvisoriamente contestato anche l’accusa di tentato omicidio. Durante quei frangenti concitati, sono state lanciate sedie, tavolini e vari oggetti presenti sul luogo. Cinque persone sono rimaste ferite e hanno necessitato di cure ospedaliere. Secondo la procura, esiste un concreto rischio che i sei indagati possano reiterare il reato, da cui la richiesta di arresti domiciliari.

Alcuni di loro hanno già un passato criminale. Secondo le accuse, quella sera si è verificata una violenta e premeditata azione punitiva da parte del gruppo degli anresi, le cui motivazioni sono ancora da chiarire. La richiesta di una misura cautelare è giustificata anche dal fatto che le armi utilizzate durante la rissa non sono mai state trovate. Gli investigatori sono convinti che gli indagati le abbiano nascoste, rendendo impossibile ai carabinieri di rintracciarle durante una recente perquisizione. Quando i militari sono arrivati sul luogo, allertati da segnalazioni di residenti e non, tutti i partecipanti alla rissa erano già riusciti a scappare. Tuttavia, l’inchiesta ha fatto rapidi progressi, grazie all’identificazione di tutti i potenziali coinvolti.

E questo avviene nonostante il limitato supporto offerto sia dalle testimonianze che da alcuni dei feriti stessi, i quali avrebbero persino negato di essere stati coinvolti nella rissa. Durante un primo interrogatorio, gli indagati hanno deciso di avvalersi del diritto di non rispondere. Ora si procederà a un secondo interrogatorio, questa volta in relazione alla richiesta di applicazione di una misura cautelare, ovvero gli arresti domiciliari.

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