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Dramma a Mestre, licenziato per un errore da 300 euro nel conteggio di uno sconto merce: 55enne si toglie la vita

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Licenziato per un errore da 300 euro nel conteggio della merce: un uomo di 55 anni si è tolto la vita a Mestre. Non ha seguito la procedura aziendale, causando un danno di 280 euro all’azienda per cui lavorava da oltre vent’anni. La Metro, una grande catena di commercio all’ingrosso, lo ha licenziato nel giro di un mese. Pochi giorni dopo, l’uomo si è tolto la vita. Questa tragica vicenda è avvenuta a Pontelongo, in provincia di Padova, dove l’uomo risiedeva e da dove ogni giorno si recava al magazzino Metro di Marghera, in provincia di Venezia. L’uomo aveva accumulato anni di esperienza in vari punti vendita del Nordest, costruendo una carriera impeccabile e senza alcuna contestazione. Per questo, sia colleghi che rappresentanti sindacali si sono stupiti della severità con cui l’azienda ha reagito alla perdita di una cifra così modesta.

Mestre, licenziato per un errore da 300 euro nel conteggio: 55enne si toglie la vita

 

Il dipendente era responsabile di un settore vendite e gestiva un numero significativo di clienti. Secondo quanto contestato da Metro, a maggio l’uomo avrebbe facilitato i clienti con i costi di trasporto, senza rispettare la procedura aziendale prevista. Questo avrebbe causato una perdita di circa 280 euro per Metro, portando alla contestazione disciplinare, al successivo rigetto delle giustificazioni fornite dal dipendente, e infine alla lettera di licenziamento ricevuta il 31 luglio. Un’escalation che molti hanno ritenuto ingiustificata, soprattutto nei confronti di un dipendente che aveva dimostrato grande competenza nel ricoprire varie mansioni e ruoli, compreso quello di capo settore, in diverse sedi dell’azienda. «Era un tutt’uno con la sua azienda — raccontano i colleghi — un lavoratore modello, mai una contestazione in 27 anni».

Stava per impugnare il licenziamento

Il dipendente si era rivolto al sindacato per essere supportato durante il colloquio con la direzione del magazzino di Marghera, e insieme a loro aveva programmato di contestare ufficialmente il licenziamento nella settimana successiva. «Avevamo un appuntamento fissato per dopo Ferragosto — spiega Andrea Porpiglia, di Filcams Cgil — era evidente che la sanzione decisa da Metro fosse sproporzionata rispetto alle attività contestate». Le rappresentanze sindacali aziendali hanno espresso in un comunicato interno la loro «rabbia per quanto accaduto». Chi lo conosceva anche al di fuori dell’ambiente lavorativo lo ricorda per la sua semplice allegria, per la sua voglia di riempire la vita di cose belle, come i corsi di pittura, scrittura e ballo che frequentava e di cui poi parlava con i colleghi. Non è escluso che la famiglia, sconvolta per la sua morte, decida ora di consultare un avvocato per valutare eventuali azioni legali contro l’azienda.

La risposta dell’azienda

Metro ha scelto di non entrare nel merito delle contestazioni e dell’intera vicenda. In un comunicato ufficiale ha dichiarato di aver «appreso con grande dolore della scomparsa improvvisa dell’ex collega del punto vendita di Venezia». «Ci stringiamo attorno alla famiglia — continua il comunicato — ai suoi cari e agli amici in questo momento di tristezza. Da inizio agosto non era più un dipendente dell’azienda. Siamo vicini a tutte le persone del punto vendita di Venezia».

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