A 76 anni, Michele Carmosino, noto a tutti come Mimmo, è l’esempio vivente di una vita dedicata alla conoscenza e al miglioramento personale. Originario di Vastogirardi, in Molise, ha attraversato una carriera poliedrica che lo ha visto ingegnere, avvocato, dirigente in ambito sanitario e politico. Oggi, aggiunge alla sua già lunga lista di successi accademici la decima laurea, questa volta in Comunicazione biomedica scientifica, dimostrando che lo studio non conosce età.
Michele Carmosino consegue la sua decima laurea: la prima nel 1972
La sua prima laurea risale al 1972, quando ottenne il titolo di ingegnere. Da allora, Carmosino non si è mai fermato. Dopo aver lavorato per anni come ingegnere alla Sip, decise nel 1996 di rimettersi sui banchi universitari, spinto dalla necessità di aggiornare le proprie competenze professionali. Si iscrisse a Giurisprudenza, conseguendo il titolo per arricchire il proprio bagaglio culturale e professionale. “Dopo aver superato l’esame di stato, ho iniziato a esercitare come avvocato. Ma sentivo che la mia curiosità non era soddisfatta, così ho continuato a studiare“, ha raccontato a Repubblica.
Da allora, la sua sete di conoscenza lo ha portato a ottenere una laurea dopo l’altra, tutte con il massimo dei voti: Economia e Commercio, Lettere, Scienze politiche e altre ancora. All’età di 63 anni poteva vantare otto titoli accademici, un traguardo straordinario per chiunque.
Due anni fa, Carmosino ha coronato un altro sogno laureandosi in Medicina, completando anche l’abilitazione. La sua tesi, uno studio sull’Alzheimer, gli è valsa il suggerimento di pubblicare il lavoro. “Scherzando, risposi al mio relatore: ‘Qui ci vuole qualcuno che curi me!’”, ha dichiarato con ironia.
Il nuovo traguardo accademico
L’ultimo successo, la laurea in Comunicazione scientifica biomedica, non sarà l’ultimo. Attualmente, infatti, è al terzo anno di Studi storico-artistici. “La memoria regge ancora, anche se a volte le parole fanno giri lunghi“, ammette. Carmosino racconta un episodio recente durante un esame: non ricordava il nome “Psiche” della scultura “Amore e Psiche” di Antonio Canova. “Il professore stava per darmi 29, ma gli ho detto che non avevo mai preso meno di 30. Mi ha fatto un’altra domanda e alla fine è arrivata la lode”.
Ogni traguardo raggiunto è stato dedicato alla moglie Paola, scomparsa vent’anni fa. Sulle sue tesi incide sempre la frase: “All’infinito, tutto come ogni attimo della mia vita, dedicato a Paola”. Agli studenti più giovani, offre un consiglio sorprendente: “Il giorno prima dell’esame non apro i libri”. Una testimonianza di come passione, disciplina e amore possano guidare una vita straordinaria.