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Il 2 luglio del 1951 nasce Michele Santoro, conduttore e giornalista televisivo protagonista della vita politica del trentennio

Il re degli anchorman italiani, un personaggio che divide per le sue manifeste idee politiche, ma senza dubbio uno dei protagonisti del giornalismo televisivo e della vita politica dell’ultimo trentennio. Giornalista, conduttore, opinion leader e autore tra i più chiacchierati del mondo della tv e di rimando anche della politica.
Grazie a programmi tv in RAI, Mediaset, La7, e poi ancora in RAI, Michele Santoro si è fatto un nome come personalità dello spettacolo tra le più schierate politicamente.

Michele Santoro, giornalista e presentatore italiano

Nato a Salerno il 2 luglio del 1951, figlio di un macchinista ferroviario originario di Monteverde (in provincia di Avellino), Santoro si è laureato in filosofia presso l’Università degli Studi di Salerno, avendo come relatore Biagio De Giovanni. Ha iniziato la sua militanza politica nel gruppo maoista “Unione Comunisti Italiani” e, contemporaneamente, la sua carriera giornalistica sul periodico “Servire il popolo”, edito dalla stessa organizzazione e chiuso nel 1975 con lo scioglimento dell’UCI.


Michele Santoro nel 1987 (foto di Augusto De Luca).

Successivamente passò al quindicinale del PCI campano La “Voce della Campania”, di cui fu direttore da marzo 1979 per nove mesi, quando venne allontanato per le sue posizioni eterodosse rispetto alla linea ufficiale del partito. Collaborò quindi con “L’Unità”, Il “Mattino ed Epoca”. Prima di essere assunto in RAI nel 1982, ha lavorato per la radio come conduttore di rubriche e autore di sceneggiati radiofonici (“Via le odiate macchine”, “Radio Uno”).

Inizi

Laureatosi in Filosofia, dopo un passato da “leaderino” studentesco, approda con successo nel mondo dei media e dell’informazione, sfruttando le sue indubbie qualità di comunicatore e di capacità di approfondimento. Dopo aver diretto “Voce della Campania”, collabora in seguito a numerose testate quali “Il Mattino”, “L’Unità”, “Rinascita”, “Prima Comunicazione” ed “Epoca”.

Prima di essere assunto in RAI nel 1982, ha lavorato per la radio e, prima ancora di diventare universalmente conosciuto come uno dei giornalisti più acuti in circolazione, è stato conduttore di rubriche e autore di sceneggiati radiofonici come “Via le odiate macchine” (“RadioUno”).


Vauro Senesi e Michele Santoro.

In televisione, dopo una breve esperienza agli esteri del TG3, ha realizzato speciali e settimanali, fra i quali: “Tre sette”, “Oggi dove”, “Specialmente sul Tre”, “Tg terza”. All’inizio della direzione di Sandro Curzi è responsabile della redazione cultura del TG3.

Anni ’90

Santoro è comunque divenuto celeberrimo come autore e conduttore di programmi di approfondimento giornalistico che vanno da “Samarcanda” a “Rosso e Nero”, da “Temporeale” al più recente “Sciuscià”. Tutti esempi di un giornalismo potente e rigoroso, capace di scavare nei problemi che via via si sono affacciati sulla scena politica o della semplice cronaca: programmi sempre puntuali capaci di navigare a vista, ma ben saldamente sull’onda degli eventi.


Michele Santoro e Vauro Senesi a Raiperunanotte.

Il modo di fare giornalismo di Santoro, inoltre, ha provocato un vera e propria rivoluzione nel porgere la notizia, soprattutto grazie all’uso dei reportage in funzione drammatica o narrativa, un espediente che ha permesso alle sue redazione di confezionare servizi sempre di grande impatto. Accusato spesso di faziosità, Michele Santoro è un personaggio che ha puntualmente sollevato ampie discussioni e grandi divisioni, spaccando spesso l’opinione pubblica fra simpatizzanti e detrattori.

Pur non smettendo mai di apparire controverso (come quando, sentendo minacciata, a suo dire, la libertà di stampa, ha intonato a inizio trasmissione una versione sconclusionata del celebre canto partigiano “Bella ciao”), la sua professionalità è indubbia, ed è riconosciuta anche dai suoi avversari. I suoi interessi e competenze spaziano in diversi settori, fra cui è lecito annoverare anche i documentari-reportage dall’estero, come “Viaggio in Russia” e “Viaggio in Cina”, richiesti dalle più importanti nastroteche del mondo. Oppure “Sud”, acquistato e trasmesso dalla francese TF1. La BBC inoltre ha ricavato da “Samarcanda”, un format uscito sempre dalla fucina santoriana, un programma dal titolo “Words apart”, riproducendo la scenografia italiana.

“Oltre Samarcanda”

Nel 1992 ha pubblicato il libro “Oltre Samarcanda” (edizioni “Sperling & Kupfer”) e nel 1996 “Michele chi?” (“Baldini e Castoldi”), ironico titolo ripreso dalla celebre uscita dell’allora direttore della RAI Enzo Siciliano che, richiesto di un parere sul giornalista rispose proprio con un ineffabile “Miche chi?”.



In quello stesso anno Santoro, a causa di dissapori vari che Siciliano con la sua risposta ha di fatto avallato, lasciò la RAI per sbarcare a Mediaset, la grande nemica storica della tivù di Stato, dove ebbe comunque modo di condurre altre trasmissioni di successo (come “Moby Dick”), sempre contrassegnate dal marchio della sua forte personalità.

Anni Duemila

Nel 1999 è ritornato in RAI, con il programma di RAI1 “Circus”. Dal marzo 2000 all’anno successivo ha condotto “Sciuscià”, una serie di reportage narrati in veste cinematografica che lo hanno visto al centro di numerose polemiche, incentrate soprattutto sull’accusa di una sua presunta faziosità a favore del centro-sinistra. In seguito, dopo la campagna elettorale vinta dal cavalier Berlusconi, leader del polo di centro-destra, la RAI ha deciso di non rinnovare il contratto del giornalista, tenuto fermo proprio da quella azienda che a lui deve tanto.

Santoro ha vinto molti premi giornalistici, tra cui il “Premio Giornalistico Europa” come giornalista dell’anno nel 1989, il “Premio Spoleto” (1991), un Telegatto con “Samarcanda” (1992), per quattro volte il “Premio Regia Televisiva” (1991, 1992, 1993, 1994). Al Mystfest 1993 è stato premiato “per la sua attività di giornalista investigativo”. Si è anche aggiudicato, nel 1996, il “Premio Flaiano” e la “Palma della popolarità”. Per Moby Dick, nel 1998, ha ricevuto il “Premio Internazionale Ibla”. Nel 1999 ha ricevuto il Premio giornalistico “Mario Francese” e la XLVIII Maschera d’Argento.



Dal settembre 2006 riparte in RAI con il programma “AnnoZero”: tra gli ospiti fissi vi sono il vignettista Vauro, i giornalisti Marco Travaglio e Rula Jebreal e la fotomodella Beatrice Borromeo, oltre a Sandro Ruotolo, suo collaboratore storico. “AnnoZero” va avanti fino al mese di giugno del 2011; poi il rapporto tra Santoro e la RAI si interrompe consensualmente.

Il divorzio con la RAI

Per la stagione televisiva 2011-2012, dopo il divorzio consensuale con la RAI e il mancato accordo d’ingaggio con LA7, Michele Santoro decide di realizzare la sua nuova trasmissione “Servizio pubblico” seguendo il modello multipiattaforma di televisioni locali e streaming su Internet.



A ottobre del 2012 “Servizio pubblico” si trasferisce su La7, dove rimane fino al 2014. Dopo aver divorziato dalla rete di Urbano Cairo, nel maggio 2016 Santoro acquista il 7% del giornale “Fatto Quotidiano”, attraverso “Zerostudio’s”, società di cui detiene la maggioranza.

Alla fine del mese di giugno Michele Santoro conduce su RAI2 uno speciale in due puntate dal titolo “M”: si tratta di un format che mescola inchiesta storica, teatro e talk show. L’obiettivo è raccontare alcuni momenti della vita di Adolf Hitler; il programma torna poi su RAI3 per 4 puntate all’inizio del 2018. A luglio dello stesso anno, il giornalista annuncia la fine della collaborazione con “Il Fatto Quotidiano” per diversità di vedute: vende contestualmente le sue azioni e si dimette dal comitato dei garanti.

Vita privata

Michele Santoro si è sposato per ben due volte. Il primo matrimonio è avvenuto con Tonia Cardinale, da cui è nata anche la sua prima figlia, Luna. La loro storia è durata 12 anni. La seconda e attuale moglie si chiama Sanja Podgajski. Dal loro matrimonio è nata la seconda figlia, Micol.


Michele Santoro e Sanja Podgajski.

 

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