Quali sono i migliori ospedali d’Italia per il 2024? A stabilirlo è l’Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, secondo cui nel 2023, il numero di ricoveri ospedalieri in Italia ha quasi raggiunto quota 8 milioni, con un incremento di 312mila rispetto al 2022. Questo aumento interessa sia i ricoveri d’urgenza che quelli programmati e diurni, segnando un ritorno ai livelli pre-pandemia. In particolare, la qualità dell’assistenza per le malattie cardiovascolari e alcuni interventi oncologici ha registrato miglioramenti. Tuttavia, permangono criticità in aree come l’oncologia e il settore materno-infantile, dove diversi reparti continuano a operare con volumi di interventi inferiori alla soglia raccomandata.
Migliori ospedali d’Italia del 2024, la classifica di Agenas
L’edizione 2024 del Programma Nazionale Esiti (PNE), presentata dall’Agenzia nazionale dei servizi sanitari regionali (Agenas), ha esaminato le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati, individuando le strutture di eccellenza, come l’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi di Firenze, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche e l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano. La valutazione ha considerato indicatori chiave per otto aree cliniche, inclusi i tempi di risposta nelle emergenze e la sopravvivenza post-operatoria.
Cardiologia: progresso nelle cure d’urgenza
Nel 2023, il 59% degli ospedali ha raggiunto elevati livelli di qualità nel trattamento delle malattie cardiovascolari, un aumento rispetto al 51% dell’anno precedente. Tra i pazienti con infarto grave, il 63% è stato sottoposto ad angioplastica coronarica entro i 90 minuti dall’arrivo in ospedale, superando il 60% stabilito dal Regolamento sugli standard di assistenza ospedaliera. Tra le strutture più performanti, troviamo il PO Barone Romeo di Patti (ME), l’Ospedale di Treviso e l’Ospedale del Cuore G. Pasquinucci (MS), che hanno trattato oltre l’85% dei pazienti entro il limite temporale raccomandato.
Chirurgia e oncologia: necessità di centri ad alto volume
Per il bypass aorto-coronarico, il 2023 ha visto un aumento delle strutture che superano i 200 interventi annui, passate da 11 nel 2022 a 18, con centri di eccellenza come il Policlinico Gemelli di Roma e l’Ospedale di Treviso. Per il tumore al pancreas, resta la sfida della frammentazione degli interventi in strutture a basso volume, mentre solo il 45% degli interventi è concentrato nei dieci ospedali con più di 50 operazioni l’anno, principalmente al Centro-Nord.
Fratture del femore: importanza della rapidità d’intervento
Nel caso delle fratture del femore, il numero di interventi effettuati entro le 48 ore è passato dal 53% al 59%. Tuttavia, la maggioranza degli ospedali rimane sotto la soglia raccomandata del 60%, soprattutto in alcune regioni meridionali. Tra le strutture più efficienti, troviamo l’Ospedale Umberto I di Siracusa e il Pertini di Roma.
Parto cesareo e episiotomia: differenze regionali
Nel 2023, i parti cesarei hanno costituito il 22,7% del totale, con un lieve calo rispetto al 2022 (23,1%). Le strutture pubbliche hanno mostrato una minore incidenza di cesarei, ma la variabilità regionale resta marcata, con valori superiori alla media nazionale in Campania, Sicilia e Lazio. Anche il ricorso all’episiotomia è diminuito, passando dal 24% nel 2015 all’11% nel 2023, pur rimanendo più frequente nel Sud Italia quali l’ostetrico-ginecologia per i parti cesarei.