Cronaca

Milano, ragazzo con autismo rifiutato da 31 scuole: il caso scuote il dibattito sull’inclusione scolastica

immagine di repertorio
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Tommy, un ragazzo di 15 anni con grave autismo, è stato rifiutato da 31 scuole a Milano, suscitando un acceso dibattito sull’inclusione scolastica in Italia e portando la sua famiglia a denunciare la situazione.

I genitori denunciano: “Scartato a priori”. Il ministro Valditara annuncia verifiche

La storia di Tommy, un ragazzo di 15 anni con una grave forma di autismo, sta sollevando un acceso dibattito sul diritto all’inclusione scolastica in Italia. Il giovane è stato rifiutato da ben 31 istituti scolastici a Milano, una situazione che ha spinto la famiglia a denunciare pubblicamente il caso.

Un sistema che esclude?

La famiglia, già a ottobre, si era rivolta al Servizio di Orientamento Scolastico del Comune, che aveva indicato tre scuole disponibili. Tuttavia, la realtà è stata diversa: tutti gli istituti contattati hanno rifiutato l’iscrizione di Tommy, citando la mancanza di strutture adeguate e personale specializzato.

Le motivazioni più ricorrenti: “Abbiamo già troppi studenti con disabilità”,  oppure “Non siamo attrezzati per garantire un’adeguata assistenza”.  Molte scuole non hanno neanche risposto alla richiesta. Anche i tentativi con le scuole private sono falliti, lasciando la famiglia senza alternative.

 La denuncia dei genitori

“Non immaginavamo che alla scuola fosse permesso di scegliere i propri alunni. Ma essere scartati a priori è esattamente quello che è successo a noi e a molte altre famiglie.”  Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha annunciato l’avvio di accertamenti sulla vicenda:  “Ho dato mandato agli uffici competenti di avviare una verifica approfondita. La scuola italiana ha il dovere di essere inclusiva per tutti gli studenti, senza distinzioni. Non è tollerabile che episodi come questo accadano.”

Il ministro ha sottolineato che il sistema educativo deve garantire il diritto all’istruzione a ciascun alunno, impegnandosi a trovare una soluzione per Tommy e per tutti gli studenti in situazioni simili.

Preoccupazione delle associazioni per la disabilità

La Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie (Fish) ha espresso sconcerto per quanto accaduto, evidenziando una grave lacuna nel sistema scolastico italiano.  “Nonostante le normative in vigore, la realtà è ben diversa dagli obiettivi di inclusione scolastica.”

La vicenda di Tommy mette in luce una criticità profonda: molte scuole non riescono a garantire un’istruzione adeguata agli studenti con disabilità, violando così il principio di equità e inclusione sancito dalla Costituzione.

Una battaglia per il diritto allo studio

Il caso di Tommy non è isolato, ma rappresenta una problematica diffusa in tutta Italia.  L’inclusione scolastica dovrebbe essere un diritto garantito, non un’eccezione: la speranza è che questa vicenda possa portare a riforme concrete, affinché nessuno studente venga più lasciato indietro. Ora spetta alle istituzioni intervenire per garantire a Tommy e ad altri ragazzi nelle stesse condizioni il diritto a un futuro educativo dignitoso.

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