Minacce e insulti contro Liliana Segre: 12 persone sono a rischio processo mentre il caso chef Rubio è stato archiviato. Il pm ha chiesto di non procedere nei suoi confronti e per altre 16 persone. “Dovresti denunciare i tuoi silenzi complici a favore della colonia d’occupazione israeliana e te stessa per tutte le volte che hai taciuto sui crimini contro i palestinesi perpetrati dai nazisti (simbolo della bandiera di Israele).”
Minacce e insulti contro Liliana Segre, caso chef Rubio archiviato
Il pubblico ministero di Milano, Nicola Rossato, ha concluso le indagini su dodici individui accusati di minacce e diffamazione aggravata dall’odio razziale per aver offeso online la senatrice a vita Liliana Segre. Inoltre, sono 17 le richieste di archiviazione presentate dallo stesso pm riguardanti eventi avvenuti tra il 2022 e il 2023.
Il caso dello chef Rubio, invece, è stato archiviato: il pm ha chiesto di non procedere nei suoi confronti e per altre 16 persone. “Dovresti denunciare i tuoi silenzi complici a favore della colonia d’occupazione israeliana e te stessa per tutte le volte che hai taciuto sui crimini contro i palestinesi perpetrati dai nazisti (simbolo della bandiera di Israele).”
“Che schifo, vergogna te e chi ti strumentalizza Liliana Segre” è uno dei post pubblicati nel novembre 2022 sul profilo Twitter di chef Rubio, nome d’arte di Gabriele Rubini. Per queste parole, il noto personaggio televisivo e social è stato denunciato dalla senatrice a vita. La querela ha portato la procura di Milano ad avviare un’indagine per diffamazione nei confronti del 31enne romano, un’inchiesta che ha generato altre 16 richieste di archiviazione e un avviso di conclusione indagine per 12 presunti hater.
Il processo
Tuttavia, quelle affermazioni, insieme a molti altri commenti riportati nel provvedimento e scritti da diverse persone sui social, non sono considerate reato dal titolare del fascicolo. “Dall’analisi dei post e dei commenti contestati, si evince che i messaggi delle persone sotto indagine rappresentano una forma di critica politica nei confronti dell’operato della senatrice Liliana Segre, in particolare riguardo alle sue posizioni su diversi temi, tra cui i vaccini Covid, la guerra in Ucraina e la questione palestinese.
L’uso di termini, sebbene diffamatori, deve essere interpretato nell’ottica di una critica politica e non come un intento di diffamazione personale. Il pubblico ministero Rossato sottolinea che, sebbene le parole utilizzate possano risultare aspre, rozze e indicative di maleducazione e ignoranza, è fondamentale contestualizzarle in relazione all’obiettivo del messaggio e al mezzo attraverso cui sono state diffuse, ovvero i social network.”