Inchiesta

Il mistero dell’omicidio di Angelo Vassallo

Un mistero l’omicidio di Angelo Vassallo, Pollica (SA). Il 5 settembre 2010, viene ucciso con 9 colpi d’arma da fuoco, mentre si trova nella sua auto

Resta un vero Mistero l’omicidio di Angelo Vassallo, 57 anni, all’epoca dei fatti sindaco di Pollica, paese in provincia di Salerno. Sono le 00:45 di lunedì 6 settembre 2010 e sulla strada che porta verso casa sua, Angelo Vassallo viene rinvenuto cadavere dal fratello Claudio.

Chi era Angelo Vassallo?

Angelo Vassallo è un pescatore di Acciaroli, sede portuale e frazione del comune di Pollica, in provincia di Salerno. Sua moglie si chiama Angelina e i figli, Antonio e Giusy. Ama il mare e la sua terra così profondamente da decidere di entrare in politica e candidarsi a sindaco. Sente di poter dare il suo contributo a quello che ritiene essere un paradiso. Il suo mare e le sue montagne piene di bellezze e ricchezze naturali. Angelo ascolta davvero le persone e comprende bene le necessità dei concittadini e dei luoghi.

Nel 1995 viene eletto primo cittadino di Pollica e con il tempo, anche chi non è della sua stessa corrente politica, chi non lo ha particolarmente in simpatia, nota gli enormi miglioramenti che, grazie anche al coinvolgimento di tutta la comunità, riesce a restituire a quel piccolo paradiso del Cilento. E’ sempre presente e disponibile con tutti. Presto diventa il simbolo di un modello di sviluppo diverso, che si può realizzare. Tutti lo chiamano: Il Sindaco Pescatore. Chi lo conosce, lo descrive come una persona “troppo onesta” e questo, forse, gli crea qualche problema.

Angelo Vassallo

Cosa sappiamo

Angelo Vassallo entra in politica con le idee ben chiare, fra i suoi obiettivi ci sono la valorizzazione di tutte le risorse naturali e la restituzione di queste ai cittadini. Per troppi anni, in quelle terre, le risorse, gli appalti pubblici e i finanziamenti sono stati oggetto di speculazioni e abusi. Angelo vuole che quel paradiso sia prosperoso in tutte le sue parti, sotto tutti i suoi aspetti, per tutte le persone che lo vivono. Per fare questo sa che ci vuole sacrificio, duro lavoro e che dovrà sudare non poco per ottenere collaborazione e rispetto, ma non per se, per tutta Pollica.

È sempre attivo e presente, insieme ai suoi collaboratori, per fare in modo che le acque del mare di Acciaroli restino pulite, fruttuose e lo stesso fa con le terre, i boschi, il parco (Parco Nazionale del Cilento). E’ attento e vicino ai commercianti, alle attività del porto, ristoratori, attività turistiche, attività agricole e tutte le altre attività del posto. E’ attento e vicino a tutti i cittadini, che come lui, desiderano che le risorse di Pollica siano sfruttate, ma rispettate, per vedere realizzato un nuovo modo sostenibile di vivibilità. Angelo è stato eletto sindaco di Pollica dal 1995 al 1999, poi dal 1999 al 2004 e dal 2005 al 2010.

Nel giro di 15 anni Angelo Vassallo e i suoi sostenitori hanno trasformato un piccolo villaggio di pescatori in un’importante e famosa località turistica. Angelo, però, deve affrontare un grande problema. Da tempo, nei luoghi di movida di Acciaroli, la droga è diventata una piaga, un fenomeno fuori controllo. Si sono formate piazze di spaccio e i locali sono invasi da enormi quantità di marijuana, cocaina e anche altre sostanze stupefacenti. Angelo inizia ad essere davvero preoccupato e vuole assolutamente porre rimedio a questo fenomeno. Forse, qui, iniziano i suoi primi e seri problemi.

Angelo Vassallo

Il Mistero

Angelo Vassallo, per contrastare il fenomeno dilagante della droga i paese, inizialmente spera di trovare appoggio e sostegno presso le locali Forze dell’Ordine, ma non ottiene molti risultati, tanto da rivolgersi al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri per provvedere a trovare una soluzione. Dai conoscenti viene riportato un episodio dove Angelo, accompagnato solo da due vigilesse del posto, ha affrontato un gruppo di pusher nella zona del porto, arrivando anche alle mani. Inoltre, qualche giorno prima del suo omicidio, aveva confidato ad un amico, che aveva scoperto una cosa gravissima e che aveva intenzione di parlarne direttamente con il Procuratore di Vallo della Lucania (SA).

Infatti Angelo Vassallo, il giorno prima di essere ucciso, telefona al Procuratore dicendo che gli deve parlare urgentemente, questi gli dà appuntamento per la mattina dopo, ma Angelo negli uffici della Procura, non ci arriverà mai. L’auto di Angelo è stata trovata parcheggiata, con ancora i fari accesi, sul lato sinistro, quindi quello opposto al senso di marcia, nella stradina di campagna che conduce verso la sua abitazione. La sera del 5 settembre 2010, verso le 21:30 di ritorno da una cena con degli amici, Angelo Vassallo chiama sua moglie, Angelina, per comunicarle che è stanco e che sta andando a casa a dormire. Da lì a qualche minuto, Angelo, viene ucciso. Secondo la scientifica la morte dovrebbe essere avvenuta fra le 21:30 e le 22. A trovare il suo corpo senza vita, con la testa inclinata sul lato destro, seduto al posto del guidatore, con la mano destra che stringe il cellulare, appoggiata sul cambio, il piede sinistro sulla frizione e il piede destro sul freno, è stato il fratello Claudio, intorno alle 00:45.

Il fratello nota il sangue, ma pensa ad un malore, un infarto e chiama subito la guardia medica, ma all’arrivo di questa, il medico nota i fori di proiettili e così capiscono che è stato ucciso. I rilevamenti effettuati, indicano che l’arma utilizzata è una pistola Baby Tanfoglio 9×21, un’arma piccola e maneggevole, dalla quale sono stati esplosi 9 colpi, tutti andati a segno. L’arma non è mai stata ritrovata.

Secondo alcune ipotesi, ad esplodere quei colpi, deve essere stato un professionista, infatti già il primo proiettile è stato quello fatale. L’assassino si sarebbe dovuto trovare all’impiedi, o seduto sul sellino di un motorino, o comunque in posizione sopraelevata alla vittima. Probabilmente Angelo ha cercato di proteggersi alzando la Mano sinistra, ma il primo proiettile ha trapassato la mano e l’osso mascellare sinistro per andare a spappolare il cervelletto, uccidendolo sul colpo.

Gli altri otto colpi sono stati esplosi tutti in direzioni di organi vitali, in modo sequenziale, polmone, cuore, giugulare, mandibola, collo, torace e spalla. Questo fa presupporre che il killer sapesse benissimo dove e come colpire e a quale distanza per essere sicuro di uccidere. Inoltre, nessuno dei proiettili ha mancato il bersaglio. Considerando anche il fatto che Angelo abbia accostato l’auto sul lato sinistro, che aveva il finestrino abbassato e che si sia fermato, probabilmente, con calma e lentamente, si è anche ipotizzato che non ha percepito nessun pericolo, se non quando troppo tardi. Questo induce a credere che forse conosceva l’assassino e che è stato colto di sorpresa solo all’ultimo istante.

Angelo Vassallo

Le indagini

Purtroppo, opinione comune di diversi inquirenti, è che sin da subito la scena del crimine è stata irrimediabilmente compromessa e questo ha scatenato non poche polemiche. Hanno quindi ritenuto opportuno, le istituzioni, trasferire il caso dell’omicidio di Angelo Vassallo, dalla Procura di Vallo della Lucania alla Procura di Salerno e poi anche a quella di Napoli.

Qui prende forma un vero e proprio intrigo, un groviglio di ipotesi. Ad essere indagati ci sono stati e ci sono esponenti dei clan camorristici, come anche alti funzionari dello stato, fra i quali Colonnelli dell’Arma dei Carabinieri e ausiliari. A 12 anni da questo omicidio eccellente sono state seguite diverse piste. Traffico di droga e armi per via mare, collusioni di Operatori e alti funzionari delle Forze dell’Ordine con clan camorristici e anche il coinvolgimento di Servizi Segreti e altri apparati dello Stato “deviati”. Le indagini sono ancora aperte. L’omicidio di Angelo Vassallo lascia ancora tante domande senza risposta ed è di certo un vero Mistero Campano.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio