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Il mistero dell’omicidio di Fortuna Loffredo

È un vero mistero l’omicidio di Fortuna Loffredo, bambina di sei anni che lunedì 26 maggio 2014 è stata uccisa, scaraventata giù dal Palazzone dell’Isolato 3 del Parco Verde di Caivano (Napoli).


Resta un vero mistero l’omicidio di Fortuna Loffredo, da tutti chiamata “Chicca”, capelli biondi, occhi castani e un sorriso angelico. Lunedì 26 maggio 2014, intorno alle ore 12, proprio nel palazzo dove abita Chicca, si sente un “tonfo”, un grave rumore, che attira l’attenzione di alcuni condomini, i quali affacciandosi dalle finestre notano la sagoma di una bambina riversa a faccia in giù. Tutti si precipitano a controllare e purtroppo riconoscono Fortuna, già in fin di vita, sul suolo davanti al palazzo. Scaraventata giù da uno dei piani alti del palazzone. Chicca muore poco dopo, durante la disperata corsa in ospedale, a causa delle gravissime lesioni riportate.

Chi è Fortuna Loffredo?

Fortuna Loffredo ha 6 anni, apparentemente è una bambina sempre sorridente e scherzosa. Vive al sesto piano di una palazzina di un complesso edilizio dell’entroterra napoletano con i fratelli e la mamma, Domenica Guardato, che tutti chiamano Mimma.

Il papà, Pietro Loffredo e la mamma sono separati. Purtroppo Pietro sta scontando 10 anni di carcere per contrabbando di sigarette, CD contraffatti e altri reati minori ma, agli incontri parentali, Fortuna e il papà si lasciano andare sempre ad intensi abbracci, seppur fugaci, inequivocabilmente amorevoli, preziosi e inestimabili per entrambi.

Nonostante la zona nella quale vive sia priva di risorse, attrazioni o infrastrutture adeguate, le giornate che trascorre Chicca con le sue amichette sono piene di fantasia, di immaginazione, intervallate da giochi, risate e sogni, che però, a quanto pare, nascondono anche orrori e macabre realtà. Il palazzone in cui vive la piccola si trova in una periferia che non offre molto, anzi, niente.

La zona è nota per le sue piazze di spaccio, in quanto epicentro della ”terra dei fuochi”, ed è nota per essere un covo, una postazioni di regia di diversi clan del napoletano. Il degrado è la cornice di questo quadro criminale, che è conosciuto ormai bene e da tempo, ma che è anche l’unico luogo di cui questi bambini possono disporre per vivere e crescere; l’unico luogo che dà la possibilità di vivere e sopravvivere a tante famiglie, per le quali questo territorio è pur sempre “casa”.

Fortuna Loffredo è in questi luoghi che ogni giorno cerca di essere una bambina felice e cerca di crescere. Ma una o più presenze oscure la priveranno del diritto di avere un futuro, la trascineranno nel profondo buio e le toglieranno la vita, spingendola verso il basso e facendola precipitare dal palazzo che doveva essere il suo luogo sicuro.

Cosa sappiamo

Il mistero

Le indagini

Le indagini sono state affidate alla Procura di Napoli Nord. Sono state utilizzate diverse tecniche di intercettazione e investigazione. Sono state piazzate diverse microspie, 60 delle quali sono state individuate e smantellate dagli stessi intercettati. Durante il processo, la Procura, nel corso del dibattimento, ha accettato di far testimoniare una bambina di 10 anni, la figlia di Marianna Fabozzi, amica del cuore di “Chicca” Loffredo.

-Ho visto Titò trascinare Chicca per le scale fino al terrazzo dell’ottavo piano- ha riferito la bambina prima agli psicologi e poi ai Giudici. -Io li ho seguiti. Titò voleva violentare Chicca, ma lei si è ribellata e lui l’ha scaraventata di sotto-.

Successivamente sono state ascoltate anche le sorelline più piccole.

Marianna Fabozzi è imputata nello stesso processo: secondo l’accusa, la donna sapeva tutto, ma ha taciuto per proteggere Titò. Raimondo Caputo, detto “Titò”, ex compagno di Marianna Fabozzi, la accusa dell’omicidio del piccolo Antonio Giglio. Titò deve rispondere anche della violenza sessuale su altre tre bambine, le atre figlie di Marianna.

Dopo diverse versioni e ritrattazioni Raimondo Caputo ha ammesso di aver molestato la figlia di Marianna Fabozzi.

Nonostante i diversi gradi di giudizio abbiano condannato definitivamente sia Raimondo Caputo che Marianna Fabozzi per diversi gravi capi di imputazione, oltre che altre persone per complicità, rimangono ancora molte domande senza risposta. E’ stata ipotizzata l’esistenza di una rete di “sfruttamento del sesso di pedofilia”, ma per il momento la verità processuale è una sola, quella emessa dal Palazzo di Giustizia, che ha condannato Raimondo Caputo e Marianna Fabozzi, appunto, per l’omicidio di Fortuna Loffredo. Il resto sono domande, ipotesi e frutti dell’indignazione per l’efferato crimine commesso, una terribile e drammatica storia che ha visto come protagonista una innocente bambina di soli 6 anni.

Non vi è alcuna certezza, non vi può essere nessuna rassegnazione per un fatto del genere, ecco perché questo è un Mistero campano.

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