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Governo Meloni, tutte le misure della Manovra Finanziaria da 35 miliardi per il 2023

Questa mattina, 22 novembre, si è tenuta la conferenza stampa di Giorgia Meloni, durante la quale ha spiegato tutte le misure della Manovra finanziaria per il 2023. Nel Consiglio dei Ministri di ieri sono stati numerosi i punti all’ordine del giorno posti sul tavolo di lavoro. I temi trattati vanno dalla riforma delle pensioni alla flat tax, si è parlato di abolire il reddito di cittadinanza per gli occupabili e della maternità.

Tutte le misure della Manovra Finanziaria per il 2023

Il Cdm ha approvato le misure della Manovra finanziaria da 35 miliardi per il 2023. E oggi, durante una conferenza stampa, la Presidente del Consiglio ha presentato la Manovra adottata. La finanziaria, che secondo la stessa premier “potrà essere migliorata”, deve essere approvata entro il 31 dicembre. All’interno della Manovra sono contenute diverse misure: dall’abolizione del reddito di cittadinanza a partire dal 2024 alla flat tax per alcune categorie di contribuenti, dall’introduzione di un mese di maternità facoltativa retribuito all’80 per cento a Quota 103 per le pensioni.

La Meloni ha definito la manovra “coraggiosa, coerente”, e che “ricalca una visione politica, non un lavoro ragionieristico”.

La premier ha spiegato che, dei 35 miliardi totali impegnati nella manovra, 21 miliardi saranno impiegati contro il caro energia.

Alla base delle norma che conta complessivamente 35 miliardi di euro ci sono due grandi priorità: la crescita, cioè mettere in sicurezza il tessuto produttivo” e, dall’altra parte “la giustizia sociale a dire l’attenzione alle famiglie e ai redditi più bassi“, ha aggiunto la premier.

La flat tax

Tra le scelte del Governo Meloni, la premier ha spiegato: “Un’altra scelta riguarda le famiglie. Lo Stato interviene per calmierare le bollette per le famiglie, prima con un Isee massimo di 12.000 euro e noi lo portiamo a 15 mila euro. La platea per le famiglie si allarga ma chiaramente la misura è per quelle più bisognose e vale 9 miliardi di euro”.

Nella manovra ci sono “tre tasse piatte”, tra cui quella “sui redditi incrementali alle partite Iva che hanno una tassa piatta del 15% sul maggiore utile conseguito rispetto al triennio precedente con soglia massima 40 mila euro, il che dimostra che si tratta di una misura rivolta al ceto medio, che non favorisce i ricchi e riconosce i sacrifici di chi lavora”, ha spiegato Giorgia Meloni.

La premier ricorda l’aumento della flat tax a 85mila euro e “l’introduzione della tassa piatta al 5% sui premi di produttività fino a 3mila euro contro il 10% previsto attualmente e fa il paio con estensione fringe benefit”.

L’ultima è una tassa sugli extraprofitti che passa dal 25 al 35 per cento.

Congedo parentale, famiglia e assegni

Altro grande impegno, da 1,5 miliardi di euro, ha detto la premier, riguarda le misure per la famiglia. Nella Manovra il Cdm ha introdotto un aumento del 50 per cento dell’assegno unico per tutti per il primo anno di vita del bambino o della bambina. Per le famiglie numerose l’aumento del 50 per cento dura 3 anni.

Diminuisce l’Iva dell 5% per tutti i prodotti della prima infanzia e anche per quello che riguarda i dispositivi igienici femminili non compostabili, vengono confermate le misure per acquisto della prima casa sulle giovani coppie”.

L’impegno della Meloni per le famiglie è rivolto in particolare al congedo parentale facoltativo: “Ho sempre pensato che molte madri non se lo potessero permettere con il 30% della retribuzione. Noi abbiamo aggiunto un mese di congedo facoltativo retribuito all’80% e utilizzabile fino al sesto anno di vita. Una sorta di salvadanaio del tempo senza ritrovarsi in condizione economiche difficili”.

Plastic tax e sugar tax

Il cdm ha deciso di rinviare la plastic tax e la sugar tax di un anno. La premier, sempre durante la conferenza ha aggiunto: “Introduciamo i buoni per lavori in agricoltura e nel settore della cura della persona in particolare per lavori domestici fino a 10 mila euro. È una misura per regolarizzare il lavoro stagionale e occasionale che si deve accompagnare a controlli molto rigidi per evitare storture“.

Caro bollette

“Come promesso, la voce maggiore di spesa della manovra riguarda il tema del caro bollette: su una manovra di 35 miliardi, i provvedimenti per l’energia sono di circa 21 miliardi, ovviamente le due scelte fondamentali riguardano i crediti di imposta per le aziende, per cui è previsto un credito che si applica su parte dell’aumento che le imprese hanno fatto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Quindi noi confermiamo e aumentiamo i crediti dal 40 al 45% per le aziende energivore e fino al 35% per le non energivore”.

Le pensioni

“Rivaluteremo le pensioni” con le “minime al 120%” ma con un meccanismo di aumento fino a 2000 euro ma poi “mano a mano l’aumento diminuisce fino alle pensioni oltre 10 volte la minima, cioè sopra i 5mila per le quali l’indicizzazione la finiamo al 35%”, ha spiegato Meloni.

La manovra in materia pensionistica interviene “sullo scalone pensionistico che sarebbe scattato dal 1 gennaio, senza un intervento dal 1 gennaio sarebbe scattata la pensione a 67 anni“: si potra’ andare in pensione “a 62 anni con 41 di contributi, ma con dei paletti di buon senso. Chi decide di entrare in questa finestra, fino a maturazione dei requisiti non potrà prendere una pensione superiore a 5 volte la minima, quindi tra i 62 e i 67 anni, fino a maturazione dei requisiti”.

Reddito di cittadinanza

Sul reddito di cittadinanza, “siamo fedeli ai nostri principi si continua a tutelare chi non può lavorare, aggiungiamo anche le donne in gravidanza, ma per chi può lavorare si abolirà alla fine del prossimo anno e non potrà essere percepito per più di 8 mesi e decade alla prima offerta di lavoro“.

“Vedo forze politiche che chiamano la piazza, va bene tutto però vorrei sapere se chi lo ha pensato lo ha immaginato come uno strumento dello Stato per occuparsi delle persone dai 18 ai 60 anni. C’è gente che lo prende da tre anni evidentemente non ha funzionato o per alcuni italiani deve andare all’infinito io credo che lo Stato debba occuparsi di loro a trovare un posto di lavoro”.

Con le nuove regole sul Reddito di cittadinanza sono stati “messi in sicurezza coloro che hanno condizioni di difficoltà ulteriore, i nuclei con minori, disabili, anziani e donne in gravidanza“. Lo ha assicurato la ministra del Lavoro, Marina Calderone, in conferenza stampa sulla manovra.

C’è un collegamento con la formazione, c’è il passaggio dal sussidio all’attivazione, non come richiamo ma come percorso obbligatorio“, ha aggiunto, precisando anche altri elementi: il lavoro stagionale è reso compatibile entro 3.000 euro con il reddito; saranno intensificati i controlli e il beneficio decadrà dopo il rifiuto di un’offerta congrua.

Stiamo lavorando per rivedere tutto il sistema dei controlli. Il fatto che si utilizzi l’autocertificazione è dato dal fatto che i controlli venivano fatti ex post perché la tempistica di corresponsione (30 giorni) non consentiva un controllo puntuale. Stiamo parlando anche con l’Inps per cercare di mettere a sistema i controlli utilizzando al meglio le informazioni e le banche dati”. Inoltre, ha detto, “ci sarà un’attenzione specifica per verificare l’effettiva presenza sul territorio italiano dei percettori nel caso siano lavoratori stranieri e sarà fatto coinvolgendo l’Inps”.

Iva sui beni primari

Il Cdm non ha introdotto la cancellazione dell’IVA sui beni di prima necessità come pane e latte. Il motivo spiega la Meloni è: “Non abbiamo fatto quella scelta perché non potendo distinguere il reddito di chi acquista quei beni, la misura sarebbe andata anche a chi non ne aveva bisogno“.

Abbiamo pensato di selezionare alcuni alimenti – ha aggiunto – e usare 500 milioni per abbassare il prezzo su quei beni usando la rete dei Comuni e abbiamo in mente di fare un appello ai produttori e distributori per aiutarci. Diremo chi aderirà, calmierando il prezzo, e quindi diremo quali hanno aderito alla nostra iniziativa e dove si possono spendere quelle risorse”.

La tregua fiscale

Lo spirito da cui muoviamo è un rapporto diverso tra Stato e contribuente: lo Stato non è più aggressivo e punitivo ma giusto e comprensivo verso chi è in difficoltà“: dice la premier Giorgia Meloni in conferenza stampa parlando della “tregua fiscale” inserita in manovra e assicurando che “non esiste alcun condono ma solo operazioni vantaggiose per lo stato”. Vengono “annullate – spiega – le cartelle inferiori a 1000 euro e antecedenti al 2015. Per tutti gli altri si paga il dovuto con una maggiorazione unica del 3% e la rateizzazione“.

Esercizi “apri e chiudi”

Nella manovra finanziaria ci sarà “una norma di contrasto alla concorrenza sleale a esercizi ‘apri e chiudi’ cioè quelli che aprono, non versano un euro alle casse dello Stato, chiudono prima dei controlli, spariscono e ricominciano da capo.

Ora quando l’Agenzia delle entrate ha avvisaglie, convoca (quegli imprenditori, ndr) e se non ha le rassicurazioni necessarie, può cancellare l’Iva o chiede una fideiussione sul pagamento delle tasse”. Meloni ha concluso: “E’ una misura di buon senso, perché i commercianti devono essere difesi”.

Il prezzo del gas

C’è la proroga dell’Iva fino a marzo sul gas, una parte delle risorse è per la ridefinizione della norma degli extraprofitti che supera alcuni elementi di contestazione. Recuperiamo circa 2,5 miliardi e alziamo aliquota da 25% a 35%”, ha aggiunto Meloni.

“Credo che abbiamo fatto passi in avanti dopo di che per il futuro il tema di un tetto europeo” al prezzo del gas è fondamentale”, ha spiegato Meloni replicando a una domanda sul price cap.

“C’è chi chiede lo scostamento, quel che va fatto si farà ma a me dare 30 miliardi alla speculazione non mi fa felice: sono risorse che vorrei spendere altrimenti, è un pozzo senza fondo se non c’è una soluzione europea. “Ci sarà il consiglio a dicembre, speriamo in una soluzione per cui dopo marzo abbiamo un’altra situazione”. “Noi ragioniamo o di avere altri strumenti, come Sure, altrimenti maggiore flessibilità sui fondi già esistenti”.

Il taglio del cuneo fiscale

“C’è il taglio del cuneo: non solo confermiamo quello del 2% sui redditi fino a 35mila euro interamente lato lavoratore ma aggiungiamo un ulteriore punto per i redditi fino a 20mila euro”. “E’ la misura più costosa di tutta la legge di bilancio: costa 4 miliardi di euro e questo indica che l’altra priorità del governo è per aumentare” lo stipendio a “coloro che hanno redditi più bassi”.

“Noi abbiamo fatto una scelta diversa: al netto delle bollette, la misura più costosa (della manovra, ndr) è il taglio del cuneo fiscale, quindi siamo perfettamente coerenti con gli impegni presi”: così la premier Giorgia Meloni rispondendo a una domanda sul taglio del cuneo fiscale e se il suo governo non sia caduto nello stesso errore di quello precedente. Meloni ha negato di “essere incappata nello stesso errore”.

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