Senza fissa dimora da un anno, con la moglie affetta da un tumore e quattro figli minorenni da iscrivere a scuola. L’appello disperato di Abbes Lamouchi, 55 anni, facchino in un hotel di Venezia: “Aiutateci a trovare un tetto. Così non si può vivere”
Famiglia sfrattata con moglie malata di tumore e quattro figli minorenni
Senza fissa dimora da un anno, con la moglie affetta da un tumore e quattro figli minorenni da iscrivere a scuola, Abbes Lamouchi, 55 anni, è un cittadino italiano di origine tunisina che ha raggiunto il limite. Ieri mattina ha scelto di installarsi, insieme a tutta la sua famiglia, in segno di protesta davanti agli uffici dei Servizi sociali, situati in viale Vittorio Veneto.. “Non possiamo dormire per strada. Il Comune conosce la nostra situazione: faccio su e giù dagli uffici da un anno. Adesso voglio una risposta, come si fa a vivere così?” si chiede Abbes, allargando le braccia.
La moglie Sana, 38 anni, è seduta sulle poche valigie, accanto ai due figli più piccoli, uno di 2 anni e mezzo, l’altro di 6. I più grandi ne hanno 16 e 17 e sono iscritti alle superiori. “Mia moglie e i ragazzi erano tornati in Tunisia perché non avevamo un posto dove stare. Io quest’anno mi sono arrangiato vivendo prima in auto e poi a casa di amici.”
“I figli più grandi hanno perso un anno di scuola. Ieri mia moglie e i miei figli sono rientrati proprio per l’obbligo scolastico, dopo che gli istituti ne hanno sollecitato la presenza. Ma il problema casa rimane ed è enorme”. Abbes è in Italia da 26 anni e da 18 lavora come facchino in un hotel di Venezia. Fino al 2020 tutto filava liscio, poi la pandemia di Covid lo ha messo in ginocchio: Lamouchi si è ritrovato in cassa integrazione. “I soldi non bastavano più si sono accumulati mesi di affitto, era impossibile saldare”, racconta il 55enne.