Un piccione è giunto al rifugio Enpa per animali di Monza in condizioni critiche: era stato torturato e accecato con degli spilli. Lo riporta Fanpage.it. Secondo Francesca Sorcinelli, educatrice e presidente dell’associazione Link Italia, non è sorprendente che i sospettati, come riportato da alcuni testimoni, siano adolescenti: “L’influenza del gruppo incide sul comportamento individuale, e ciò si manifesta spesso in foto e video condivisi sui social”.
Monza, piccione torturato e accecato con degli spilli
Un piccione è giunto al rifugio Enpa per animali di Monza in condizioni critiche: era stato torturato e reso cieco. L’animale è stato portato da due agenti della Polizia Locale di Cornate d’Adda. Alcuni testimoni, che hanno assistito alle atrocità, hanno dichiarato che un gruppo di adolescenti avrebbe inflitto sofferenze al povero volatile, conficcandogli spilli negli occhi.
Secondo Francesca Sorcinelli, educatrice e presidente dell’associazione Link Italia, non è sorprendente che i responsabili di questo tipo di violenza siano per lo più minorenni. L’incidente è avvenuto in un quartiere popolare del Comune di Cornate d’Adda, in provincia di Monza e Brianza. Le dinamiche devono ancora essere chiarite, ma secondo alcune testimonianze, a infliggere le ferite all’animale sarebbero stati alcuni giovani.
Le condizioni dell’animale
L’animale, attualmente sotto le cure dei veterinari del rifugio, versa in condizioni critiche: ha sicuramente perso un occhio, mentre ci sono speranze che l’altro possa essere salvato. Dopo i primi soccorsi, il volatile è ora in stallo presso una volontaria dell’ENPA, specializzata in animali selvatici. La Polizia Locale di Cornate d’Adda sta conducendo indagini sulla vicenda, mentre il nucleo delle Guardie Zoofile di ENPA Monza e Brianza ha annunciato l’intenzione di presentare una denuncia contro ignoti per maltrattamento di animali. Se le indagini dovessero rivelare il coinvolgimento di minorenni, si aprirebbe un capitolo molto preoccupante riguardo alla violenza giovanile in Italia, segnalando una possibile escalation che potrebbe coinvolgere l’intera comunità.
“La violenza sugli animali come indicatore di pericolosità sociale”
La violenza nei confronti degli animali è riconosciuta come un segnale di pericolosità sociale. Nonostante i dati forniti dall’Arma dei Carabinieri mostrino un leggero calo dei reati contro gli animali nel 2024, con 3.940 casi rispetto ai 4.318 del 2023 e ai 4.697 del 2022, emerge un quadro allarmante se si considera la gravità degli atti perpetrati nel tempo.
Gli animali sono una categoria particolarmente vulnerabile e priva di protezione, rendendoli più suscettibili a subire violenze. Questi comportamenti, soprattutto tra i più giovani, rappresentano un primo segnale d’allerta su una tendenza che, se non affrontata, potrebbe portare a un’escalation, come sottolinea Francesca Sorcinelli, presidente di Link Italia, un’associazione di promozione sociale impegnata a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla forte connessione tra pericolosità sociale e maltrattamento degli animali.
“È triste constatare che i giovani sono spesso protagonisti di aggressioni nei confronti degli animali – afferma Sorcinelli – Non sorprende che in questi episodi siano coinvolti più ragazzi: la dinamica di gruppo influisce sul comportamento individuale, e ciò si riflette frequentemente in foto e video che circolano sui social media”.
In tali situazioni, è fondamentale prestare attenzione ai giovani, poiché potrebbero non essere solo i carnefici, ma anche vittime: “Il maltrattamento e l’uccisione di animali devono essere visti come un riflesso di una realtà ambientale problematica, che può includere abusi sessuali o fisici subiti dai minori. In alcuni casi, si tratta di una mancanza di attenzione da parte dei genitori: ragazzi lasciati a se stessi in contesti privi di supporto educativo”.
Negli ultimi anni, l’ufficio legale dell’Enpa ha registrato un notevole incremento delle richieste di riconoscimento della pericolosità sociale, passando dal 5% nel 2023 al 19,5% nel 2024. “Questo dato – hanno dichiarato gli attivisti – dimostra che i maltrattamenti sugli animali non sono episodi isolati, ma rappresentano un segnale di una violenza sempre più brutale, spesso coinvolgendo i minorenni, che, secondo le denunce presentate dalla Protezione Animali, sono responsabili del 5% dei reati segnalati. I cani (44,83%) e i gatti (20,69%) sono le vittime più colpite”. In un’epoca dominata dai social media, è importante sottolineare un fenomeno che sta diventando quasi una moda: molti giovani, spesso minorenni, non solo si divertono a maltrattare animali indifesi, ma arrivano persino a filmare le loro azioni.