È morta all’età di 93 anni Lina Wertmuller. La regista che ha fatto la storia del cinema italiano si è spenta nella sua casa a Roma. Arcangela Felice Assunta Wertmuller von Elgg Spanol von Braueich era nata nella capitale il 14 agosto 1928. A dare la triste notizia è stato un amico di famiglia sui social. Lina Wertmüller è stata la prima donna nella storia ad essere candidata all’Oscar, nel 1977, come migliore regista per ‘Pasqualino Settebellezze’. Solo nel 2020 le è stato assegnato il Premio Oscar alla Carriera.
Morta Lina Wertmuller, la prima donna regista candidata agli Oscar
Nell’ottobre 2019 Lina Wertmuller, accompagnata dalla figlia Maria Zulima Job, era salita sul palco dei Governors Awards di Los Angeles per ritirare l’Oscar alla carriera alla presenza di Sophia Loren e Isabella Rossellini. Toccante la motivazione dell’assegnazione: “per il suo provocatorio scardinare con coraggio le regole politiche e sociali attraverso la sua arma preferita, la cinepresa“. Non si era risparmiata ancora una volta di mostrare i suoi iconici occhiali bianchi e l’anticonformismo che sempre aveva caratterizzato i suoi film e i suoi interventi in pubblico, cogliendo l’occasione per rimarcare quanto il cinema fosse ancora sessista e poco inclusivo.
Nello stesso anno è diventata anche una stella di Hollywood a tutti gli effetti. La sua stella sulla Walk of Fame infatti è stata collocata al 7065 di Hollywood Boulevard, a 300 metri dal Chinese Theatre. La regista si disse “onorata” e ringraziò tutti, avvertendo “una responsabilità grande nel rappresentare l’Italia”.
Vita e carriera
Nata a Roma il 14 agosto 1928, figlia di Federico Wertmüller, un avvocato originario di Potenza proveniente da una famiglia aristocratica di remote origini svizzere, e di Maria Santamaria-Maurizio, iniziò gli studi di recitazione ad appena 17 anni, poi l’esordio come regista nel 1963 ne I basilischi, che le valse subito la Vela d’argento al Locarno Festival. Nel corso della sua lunga carriera, terminata nel 2014 con l’ultimo cortometraggio Roma, Napoli, Venezia… in un crescendo rossiniano, ha indagato i ruoli sociali di genere in Italia, in un eterno dialogo tra Nord e Sud, tra classi sociali. Ritratti fedeli, pungenti, realistici. Non a caso, Wertmüller è la prima donna a essere candidata alla vittoria dell’Oscar come miglior regista.
Dall’esordio agli anni d’oro
Comincia lavorando in radio, poi in televisione. È autrice e regista alla prima edizione di Canzonissima e Il giornalino di Gian Burrasca con Rita Pavone protagonista maschile. Successivamente collabora con celebri registi teatrali, tra i quali Guido Salvini, Giorgio De Lullo e Garinei e Giovannini. Nel 1953 è aiuto regista di Federico Fellini nelle pellicole La dolce vita (1960) e 8½ (1963).
Nella seconda metà degli anni sessanta nasce la sua collaborazione con l’attore Giancarlo Giannini, che è presente in quelli che potremmo definire i suoi Anni d’Oro, alle prese con grandi successi Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972), Film d’amore e d’anarchia, Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974), Pasqualino Settebellezze (1976, candidato a Tre Premi Oscar), La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978) e Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Nel 1992 dirige Io speriamo che me la cavo, iconico film con Paolo Villaggio.
Gli ultimi lavori
Tra i lavori degli ultimi anni, Mannaggia alla miseria del 2008 con Gabriella Pession e Sergio Assisi, trasmesso in prima serata su Rai 1 il 2 giugno 2010. Nello stesso anno le è conferito il David di Donatello alla carriera. Nel 2013 recita un cameo nel film di Riccardo Milani Benvenuto Presidente!.