Cronaca

Morì dopo una rinoplastica, anestesista a processo per omicidio

L'udienza davanti al giudice monocratico Martina di Fonzo è stata fissata per il 25 maggio 2022

Un medico anestesista di 62 anni è stato rinviato a giudizio per la morte di una 21enne, Mariachiara Mete, deceduta durante un intervento di rinoplastica effettuato in una clinica di Formia, nel Lazio. Lo specialista dovrà rispondere di omicidio colposo. Durante l’operazione la ragazza ebbe un arresto cardiaco, ma il medico “per colpa consistita in negligenza e imperizia, non si atteneva alle linee guida prescritte per la rianimazione”.

Morì dopo una rinoplastica, anestesista a processo per omicidio

 L’anestesista è imputato “per aver cagionato la morte della 21enne, in particolare perchè – è scritto nella richiesta di rinvio a giudizio del pm Alfredo Mattei accolta dal Gup – per colpa consistita in negligenza e imperizia, in occasione dell’arresto cardiocircolatorio insorto nel corso dell’intervento chirurgico somministrava alla paziente in prima battuta atropina ed efedrina in luogo della adrenalina, poi infusa in un momento successivo”. Inoltre “ometteva di effettuare un immediato massaggio cardiaco esterno alla frequenza di 100/120 al minuto, praticandolo solo in una seconda fase al ritmo di 80/90 al minuto, sicché non si atteneva alle linee guida prescritte per la rianimazione”. In questo modo lo specialista “determinava un ritardo nel ripristino dell’attività cardiaca, rilevata solo dopo tre minuti dall’inizio delle manovre rianimatorie, nonché nella perfusione cerebrale, con conseguente aggravamento del danno neurologico post-anossico, e per l’effetto con le condotte colpose sopra descritte concorreva a cagionare il decesso di Mariachiara Mete”.

Udienza il 25 maggio

L’udienza davanti al giudice monocratico Martina di Fonzo è stata fissata per il 25 maggio 2022. I familiari della vittima hanno inoltre presentato opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura per un altro dei sanitari coinvolti, istanza che verrà discussa in camera di consiglio il 22 febbraio, e hanno deciso di intraprendere direttamente anche un’autonoma azione civile, con la prima udienza del processo già fissata a gennaio.

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