Cronaca

Morte del trapper Saor, emerge una nuova pista: a giudizio il pusher che lo ospitò in casa

Si apre una nuova pista sul caso della morte del cantante trapper Saor, scomparso il 19 maggio 2019. Saor è lo pseudonimo di Christian Ballena, 29 anni, ed è un cantante di origine peruviana. Dall’esame autoptico è emerso che il cantante è morto a seguito del mix, rivelatosi letale, di eroina, cocaina e fentanyl.

Morte del trapper Saor, la nuova pista

Il trapper Saor è morto a seguito dell’assunzione di un mix di stupefacenti. A consegnare la miscela fatale sarebbe stato Simone Di Giannantonio, residente a Torpignattara, rinviato a giudizio per morte come conseguenza di altro delitto. Che, nel caso specifico, è cessione di stupefacenti.

Il processo

Il processo avrà inizio il 4 aprile 2023. La tragedia, il 19 maggio 2019, è rimasta a lungo un giallo. Quel giorno in via Anassimandro viene trovato il cadavere di Saor. Sono tanti i dubbi e i misteri ancora irrisolti che avvolgono la storia di Saor. La svolta al rompicapo arriva nel giugno del 2021, quando si scopre che l’ultimo contatto di Saor è stato Di Giannantonio.

I fatti

Il pusher 42enne abita vicino al luogo di ritrovamento del corpo del cantante. La procura non ha ritenuto un caso questo dettaglio. Il 17 maggio di tre anni fa, il trapper, infatti, era andato a casa dell’imputato per l’acquisto di stupefacenti.

Il trapper Saor aveva detto ai familiari, costituiti parte civile, con l’avvocato Alessandro Ruggiero, che sarebbe stato via qualche giorno per nascondere i suoi incontri con il pusher. Quella notte il peruviano aveva preso il mix che gli era stato conservato dall’imputato. Saor non ha retto l’impatto della miscela di stupefacenti, ed è morto in casa dell’imputato. Secondo le indagini e le ricostruzioni, il pusher ha cercato di disfarsi del corpo abbandonandolo a pochi metri dal suo appartamento.

La droga, ultimo brano di Saor

L’ultimo brano di Saor: “La droga“. Una canzone nella quale il peruviano denuncia il degrado della vita nelle periferie. Condizione di cui, a prescindere dalle responsabilità (sempre che ci siano) dell’imputato, è rimasto vittima lui stesso.

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