Oggi, mercoledì 20 novembre, si terrà l’autopsia sul corpo di Pierpaolo Morciano, il ragazzo di 26 anni morto per la droga della risata contenuta nel palloncino inalato alla sua festa di compleanno a Lecce: il giovane aveva problemi di salute. Faceva fatica a respirare e utilizzava o spray in commercio in farmacia per disostruire le vie respiratorie. A dichiararlo il compagno della madre del 26enne, Domenico Carluccio.
Morto per droga risata a Lecce, oggi autopsia: i problemi di salute
Pierpaolo Morciano, un giovane di 26 anni deceduto domenica sera ad Alessano (Lecce) dopo aver inalato protossido di azoto da un palloncino durante i festeggiamenti per il suo compleanno con alcuni amici, avrebbe avuto anche problemi di salute. A rivelarlo è stato Domenico Carluccio, compagno della madre del ragazzo, in un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno. “Avevamo programmato per il mese prossimo una biopsia alle adenoidi, in ospedale. Da sei mesi stavamo effettuando accertamenti, poiché dopo i pasti Pierpaolo aveva difficoltà a respirare e utilizzava uno spray disponibile in farmacia per liberare le vie respiratorie. Era anche un ragazzo di corporatura robusta e in sovrappeso. Vogliamo capire e sapere di più”, ha dichiarato Carluccio al quotidiano barese. L’autopsia sul corpo di Pierpaolo Morciano è prevista per oggi.
L’intervista al compagno della madre
“Pierpaolo aveva comprato una bomboletta spray, utilizzata per pulire gli interstizi del computer, una scatola di miniciccioli e dei palloncini in un negozio del paese. Aveva uno scontrino di circa 13 euro. Questo è ciò che so. Mi dicono che ora le bombolette siano scomparse da quel negozio, ma ci sono i carabinieri che stanno indagando e non è compito mio. Dire che si drogasse è un’altra storia”, ha dichiarato il compagno della madre di Pierpaolo Morciano. L’uomo ha aggiunto che “se dovesse emergere che il nostro ragazzo usava sostanze pericolose, lo diremo. Inoltre, ci impegneremo ad aiutare chi ha problemi simili affinché non accada più. Perché, perdendo lui, abbiamo perso tutto.”
Carluccio ha spiegato che “siamo fuggiti da casa e ci troviamo in un luogo sicuro, supportati dalla chiesa. Eravamo circondati da giornalisti, curiosi e conoscenti, c’era davvero tanta gente. Pierpaolo portava gioia e allegria; quando metteva la musica, la casa si riempiva di vita, nonostante fosse un ragazzo che aveva sofferto molto fin da piccolo”. L’uomo ha poi ricordato che la madre del 26enne lo aveva “cresciuto da sola, essendo una ragazza madre, dandogli il suo cognome. Questo già fa capire quanto Pierpaolo avesse sofferto sin dall’infanzia e quanto la madre lo abbia protetto”.