Paolo Graziosi ucciso dal Covid a 82 anni: la carriera
Nato il 25 gennaio 1940 a Rimini, Graziosi aveva debuttato sul grande schermo nel 1962 con il film “Gli arcangeli” di Enzo Battaglia ed era stato notato da Franco Zeffirelli, che lo scelse per il ruolo di Mercuzio nel suo adattamento teatrale di “Romeo e Giulietta” (1964).
La sua ultima interpretazione era stata nel film “Tre piani” (2021) di Nanni Moretti, nei panni del marito di Anna Bonaiuto. Molto amato dai grandi registi per film autoriali, da Bellocchio, appunto, a Francesco Rosi, da Liliana Cavani a Luigi Comencini, ha prestato il volto ad Aldo Moro ne “Il divo” (2008) di Paolo Sorrentino; è stato Carlo Antici ne “Il giovane favoloso” (2014) di Mario Martone, biopic sul grande poeta Giacomo Leopardi; “Pinocchio” (2019) di Matteo Garrone.
Il teatro
Da allora la sua carriera si era legata in maniera particolare al teatro, amando i ruoli creati da William Shakespeare e Luigi Pirandello tra gli altri, che alternerà con il cinema e la televisione. Dopo aver preso parte al film a episodi “La vita provvisoria” (1962) di Hervé Bromberger e Vincenzo Gamma e al mediometraggio “Ginepro fatto uomo” (1962) di Marco Bellocchio, aveva messo a frutto la sua esperienza teatrale interpretando il cavaliere di Ripafratta nell’adattamento cinematografico de “La locandiera” (1966) di Franco Enriquez.
Grazie al regista Bellocchio l’attore è coprotagonista di “La Cina è vicina” (1967), in cui incarna il factotum Carlo, giovane ragioniere militante del Partito Socialista Unificato, che aiuta il professore protagonista (Glauco Mauri) a tentare la scalata politica e nel frattempo gli mette incinta la sorella.
Il dolore della famiglia
Graziosi lascia la moglie Elisabetta Arosio, la figlia Viola, attrice teatrale, e il figlio Davide.