Si è spento, serenamente, nel suo letto, dicono i familiari, Robert Hunter, al secolo Robert Burns, classe 1941, il poeta laureato dei Grateful Dead, l’autore dei visionari testi di classici del jam-rock come “Dark Star”, “Friend of the devil”, “Touch of grey,” “Casey Jones,” “Box of rain,” “Uncle John’s Band,” “Sugar magnolia,” “Brokedown palace”, “China cat sunflower” e “Scarlet begonias”.
Addio a Robert Hunter
Hunter era un Dead aggiunto, un componente non ufficiale, eppure fondamentale della band di Jerry Garcia, con cui aveva un’intesa speciale, che regalava alla band storie alla base della filosofia hippy mai sopita, di giocatori d’azzardo, di ribelli senza pausa nè causa.
Ma scrisse anche con Bob Dylan – i testi di due brani di “Down in the Groove” (1988), di quasi tutte le canzoni di “Together Through Life” (2009) e un pezzo di “Tempest” (2012) – e per Elvis Costello, Jim Lauderdale, Greg Anton, Steve Kimock, David Nelson, Pete Sears e Rob Barraco.
Ma ci ha lasciato anche una dozzina di album a suo nome, da “Tales of the great rum runners” del 1974 fino ai lavori degli anni Novanta, e libri, dai testi dei Grateful Dead a traduzioni di Rainer Maria Rilke alle sue poesie.