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Muore Elio Graziano, patron di Isochimica

FISCIANO. Elio Graziano aveva 85 anni ed era stato ricoverato in ospedale ad Avellino la scorsa settimana, per una grave broncopatia e per problemi cardiaci.

Negli anni ’80 l’imprenditore, originario di Fisciano, era stato anche presidente dell’Avellino Calcio, quando la squadra militava in serie A. È stato coinvolto nello scandalo delle “lenzuola d’oro”, allora insieme ai vertici delle Ferrovie dello Stato ma anche ad altre personalità politiche di primo piano della cosiddetta Prima Repubblica. Principale imputato nel maxi processo in corso nel capoluogo irpino, Elio Graziano doveva rispondere di omicidio colposo plurimo e lesioni dolose.

Stamani il decesso, presso il reparto di rianimazione dell’ospedale “San Giuseppe Moscati” di Avellino.

La sua ascesa nel mondo dell’imprenditoria avviene negli anni Ottanta: prima la Idaff, che a Fisciano produceva tessuto non tessuto per le Ferrovie dello Stato, poi apre ad Avellino l’Isochimica, azienda addetta alla scoibentazione dall’amianto delle carrozze ferroviarie. Un’altra fabbrica di veleni, dove lavoravano pure molti operai salernitani, oggi ammalati ed in alcuni casi già deceduti.

Per tre anni, dal 1985 al 1987, è stato anche presidente dell’Avellino, prima che esplodesse lo scandalo delle “lenzuola d’oro”, il tessuto non tessuto che Graziano forniva alle Ferrovie dello Stato per i vagoni letto: nelle tangenti e gare d’appalto truccate vennero coinvolti i vertici dell’ente e esponenti politici e di governo.

Sulle vicende dell’Isochimica, Graziano era intervenuto due anni fa: in una nota affidata al suo legale, Alberico Villani, si difese dichiarandosi “vittima di terroristi che hanno voluto creare il panico nell’area dell’Isochimica”.

Graziano, insieme alla moglie, da anni viveva in una modesta villetta a poche centinaia di metri da quella che è stata poi definita “la fabbrica dei veleni”.

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