L’obiettivo è riaprire la prima linea del San Giovanni Bosco, chiusa da due anni a seguito del covid. L’Asl Napoli 1 recluta medici pensionati.
Giovani medici via dal pronto soccorso, l’Asl chiama i pensionati
No ai medici a pagamento, ma sì ai medici pensionati. Per rafforzare il personale nella rete di emergenza e riaprire la prima linea del San Giovanni Bosco, chiusa da due anni a causa del Covid, la Asl Napoli 1 punta su camici bianchi in pensione. A riportarlo è l’edizione odierna de Il Mattino. Si tratta di professionisti con una lunga esperienza, pronti a svolgere anche un ruolo importante nella formazione e nel tutoraggio dei giovani specializzandi, sempre più presenti nei pronto soccorso. Il reclutamento è iniziato ieri con un avviso pubblico per creare una lista di medici in pensione disponibili per incarichi libero professionali (con partita Iva) da svolgere nei pronto soccorso della Asl. Il bando è aperto a medici specializzati in Medicina d’emergenza urgenza, o in discipline equivalenti, inclusi anche i medici specializzati in Chirurgia generale.
Le domande, che devono essere presentate esclusivamente online all’indirizzo https://aslnapoli1centro.selezionieconcorsi.it, potranno essere inviate fino al 30 gennaio. La Commissione che valuterà le candidature e compilerà la lista degli idonei sarà composta dal Direttore sanitario aziendale, dal direttore del dipartimento Attività ospedaliera e dai vertici sanitari di ciascun presidio ospedaliero.
L’incarico prevede uno stipendio base equivalente a quello di un dirigente medico con un impegno di 34 ore settimanali. L’obiettivo del manager della Asl, Ciro Verdolina, è coprire almeno una parte delle circa 40 posizioni vacanti nei tre pronto soccorso attivi: Ospedale del Mare, Pellegrini e San Paolo, e avviare la riapertura del pronto soccorso del San Giovanni Bosco.
I dati
La scorsa primavera, solo 53 medici furono reclutati tramite il concorso unico regionale per coprire 363 posti nelle prime linee ospedaliere della Regione. Nel gennaio precedente, alla convocazione di 221 medici inseriti nelle graduatorie per varie specializzazioni legate all’emergenza, si presentarono soltanto 13 professionisti, e di questi solo 2 accettarono l’incarico. Nell’organico della Asl Napoli 1 risultano ancora assenti una decina di biologi, 10 tecnici di radiologia, diverse unità di tecnici di laboratorio, infermieri e OSS, 40 medici di pronto soccorso, 8 neurologi, 15 pediatri, altrettanti radiologi e chirurghi, almeno 10 ortopedici, ma anche ginecologi, ostetriche, urologi, chirurghi vascolari, oculisti, otorini e internisti.
A mancare sono anche i dirigenti di direzione sanitaria e gli amministrativi per ospedali e distretti. Su scala regionale, tra ospedali e medicina territoriale, il deficit di personale supera le 10.000 unità, di cui il 18% sono medici. Questo è un problema strutturale a livello nazionale con specifiche difficoltà in Campania, dove il limitato turnover (a causa dei continui vincoli di spesa derivanti dal piano di rientro dal deficit, nonostante il bilancio in pareggio dal 2013) ha portato al più basso rapporto tra personale sanitario e popolazione in Italia: 10,9 per mille abitanti, contro i 18,34 dell’Emilia Romagna (dati della Ragioneria dello Stato del 2021).