Omicidio di Santo Romano, l’urlo di dolore della fidanzata Simona alla marcia in suo onore: “Basta con le vittime innocenti, il killer uscirà di prigione ma lui non tornerà”. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Omicidio di Santo Romano, l’urlo di dolore della fidanzata Simona
«Scendono e uccidono, proprio come hanno fatto con il mio fidanzato. Ho solo 17 anni, sono in piazza e piango per lui, che avrà sempre 19 anni. Mentre chi lo ha assassinato tra vent’anni sarà libero e continuerà a vivere. Santo non c’è più. Dov’è lo Stato? Quanti altri ragazzi devono morire affinché voi vi mobilitiate in piazza? Stiamo vivendo una guerra civile a Napoli. Pino Daniele aveva ragione: “Napoli è una carta sporca e a nessuno importa”». Simona, fidanzata di Santo Romano, ha espresso la sua rabbia con tutta la forza che aveva durante il corteo “Liberiamo Napoli dalla violenza” ieri mattina. Insieme a lei, numerosi giovani, associazioni e operatori del terzo settore hanno partecipato a una manifestazione in difesa della legalità. Al termine dell’evento, una delegazione è stata ricevuta dal prefetto Michele di Bari per discutere il documento che hanno presentato. Mariano Di Palma, referente regionale di Libera, ha spiegato: «Abbiamo richiesto a prefettura, Regione e Comune interventi specifici per un piano straordinario dedicato all’educazione e al supporto dei ragazzi nelle aree caratterizzate da povertà educativa». Ha poi aggiunto: «In particolare, abbiamo chiesto al prefetto di collaborare con il ministero della cultura per promuovere politiche di accesso gratuito a teatri, musei e luoghi di bellezza. Inoltre, abbiamo sollecitato il ministro dello sport a sviluppare un piano di rigenerazione urbana per i campi abbandonati nei quartieri popolari, al fine di creare nuove opportunità di aggregazione e socialità».
È fondamentale che il Comune intensifichi il monitoraggio e la programmazione degli interventi realizzati dal terzo settore. Ci aspettiamo l’istituzione di tavoli a livello nazionale, regionale e locale per avviare sperimentazioni in un’ottica di co-programmazione e ascolto di chi lavora sul campo, al fine di sviluppare politiche pubbliche efficaci per combattere il problema della violenza nella nostra città.
Il corteo
Disarmo, welfare, diritti, lavoro, scuola e cultura: queste le richieste avanzate alle istituzioni durante il corteo per la legalità, che ha attraversato le strade del centro. Partito da piazza Garibaldi, il corteo ha fatto una sosta davanti alla questura in via Medina, per poi giungere al palazzo di governo al Plebiscito. Un grido di aiuto che rappresenta una risposta agli recenti episodi di cronaca, che hanno visto la tragica perdita di tre giovani: Emanuele Tufano, 15 anni, Santo Romano, 19 anni, e Arcangelo Correra, 18 anni. Questo è il motivo che ha spinto cittadini, scuole e associazioni a unirsi nel movimento “Liberiamo Napoli dalle violenze”. Si tratta di un’alleanza di oltre 150 realtà attive in tutta la Città metropolitana di Napoli, che da anni si dedicano a combattere le povertà educative e che, in continuità con il Patto Educativo, lavorano insieme per affrontare un bisogno urgente: garantire ai giovani di Napoli la possibilità di investire liberamente nel loro futuro.
Alla marcia hanno partecipato anche i familiari delle vittime della criminalità, tra cui Mena Di Mare, madre di Santo Romano, assassinato a San Sebastiano da un ragazzo di 17 anni di Barra a causa di un litigio per una scarpa calpestata. «Mio figlio non tornerà più, ma i minorenni che hanno commesso reati devono rimanere in carcere – ha affermato con fermezza – chiederò l’ergastolo, fino alla fine dei miei giorni. Non mi arrenderò».
Le richieste
I manifestanti hanno presentato richieste chiare e dettagliate alle istituzioni locali, regionali e nazionali. «Chiediamo al Comune di fare delle politiche educative, sociali e di welfare una priorità – affermano i promotori del corteo – è fondamentale rilanciare il percorso dei Patti Educativi di Comunità, attualmente bloccato; potenziare la piattaforma per affrontare la dispersione scolastica, integrando le opportunità di supporto per i minori da parte degli enti del terzo settore; e semplificare le procedure per accedere ai beni comunali destinati ad attività e progetti educativi».
Inoltre, si propone la co-programmazione di eventi culturali serali destinati ai giovani e alle loro famiglie, con aperture serali dei musei, organizzazione di mostre, concerti e spettacoli. Si intende sviluppare una politica per il verde e la gestione del territorio, puntando ad aumentare le aree verdi disponibili. Si prevede di trasformare la rete delle biblioteche in centri giovanili dedicati alla cultura e al sociale, oltre a incrementare i posti disponibili negli asili nido e nelle scuole per l’infanzia in fase di progettazione. Tra le richieste rivolte alla Regione, si evidenzia la necessità di un piano straordinario per l’educativa (di strada, di comunità, domiciliare e territoriale) e l’incremento del numero di assistenti sociali. Tra le priorità da sottoporre ai vari ministeri, si segnala l’istituzione di un servizio di supporto psicologico, con particolare attenzione alla soglia di povertà delle famiglie; un piano straordinario per la riqualificazione dei campetti abbandonati nelle periferie; e l’apertura notturna delle caserme delle forze dell’ordine, insieme alla creazione di un’unità speciale per la prevenzione della violenza minorile.