NAPOLI. Brillante e fruttuosa operazione della Polizia Penitenziaria di Airola tesa a stroncare la diffusione e lo spaccio di droga in carcere e l’uso di telefoni cellulari in cella. Qui di seguito una nota del sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe.
Airola, droga e cellulari: la nota del Sappe
Ne dà notizia Carmine d’Avanzo, Coordinatore nazionale per il settore minorile del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Lunedì, nel carcere di Airola, durante una perquisizione straordinaria, gli uomini della Polizia Penitenziaria, attraverso una brillante operazione nelle celle detentive, hanno scovato e sottoposto a sequestro uno smartphone di ultima generazione e della sostanza stupefacente. I due detenuti che avevano occultato accuratamente il telefonino appartengono a pericolosi clan camorristici dell’area occidentale di Napoli. Già in precedenza, presso detto Istituto minorile, si sono registrati tentativi di introduzione di sostanze stupefacenti e oggetti contundenti atti a offendere. Per tale ragione, il SAPPE non può fare a meno di sollecitare sia l’allontanamento di tali soggetti resisi responsabili di tale fatto costituente grave reato, sia l’installazione di moderne apparecchiature atte a schermare la struttura è a contrastare la possibilità di effettuare telefonate dal carcere verso l’esterno. È anche tempo che contro tali soggetti detenuti, scattino provvedimenti penali esemplari che possano fungere da deterrente verso coloro che si trovano attualmente in tale IPM. Il SAPPE, ritiene infine, dover rivolgere un plauso al personale di Polizia Penitenziaria impegnato in tale operazione, che ha dimostrato alta capacità e professionalità! Si fa presente, altresi, che già in occasione dell’incontro al CGM di Napoli, sulla Programmazione degli interventi di spesa per le strutture minorili del distretto minorile campano per l’anno 2018 il SAPPE aveva sollecitato l’immediato avvio di iniziative di sostegno/supporto per la sicurezza degli Istituti e Servizi Campani”.
Il commento di Donato Capece
Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. commenta: “Questa ennesima brillante operazione di servizio conferma l’alto livello di professionalità e attenzione dei Baschi Azzurri di AIROLA, a cui vanno le nostre attestazioni di stima e apprezzamento. Ogni giorno la Polizia Penitenziaria porta avanti una battaglia silenziosa per evitare che dentro le carceri italiane si diffonda uno spaccio sempre più capillare e drammatico, stante anche l’alto numero di tossicodipendenti tra i detenuti, e l’indebito uso di cellulari. L’hashish, la cocaina, l’eroina, la marijuana e il subutex – una droga sintetica che viene utilizzata anche presso il SERT per chi è in trattamento – sono quelle che più diffuse e sequestrate dai Baschi Azzurri. Ovvio che l’azione di contrasto, diffusione e consumo di droga in carcere vede l’impegno prezioso della Polizia penitenziaria, che per questo si avvale anche delle proprie Unità Cinofile. Questo fa comprendere come l’attività di intelligence e di controllo del carcere da parte della Polizia Penitenziaria diviene fondamentale. Questo deve convincere sempre più sull’importanza da dedicare all’aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari, come ad esempio le attività finalizzate a prevenire i tentativi di introduzione di droga in carcere, proprio in materia di contrasto all’uso ed al commercio di stupefacenti nonché sulla necessità di schermare le celle all’uso indebito di telefoni cellulari”.
Capece “punta il dito” contro il sistema della vigilanza dinamica e del regime penitenziario ‘aperto’ a favore dei detenuti, che fa venire meno i controlli della Polizia Penitenziaria: “Che dire del sistema di ‘vigilanza dinamica’ e del regime penitenziario aperto? Ha senso, è rieducativo, da un senso alla pena detentiva far stare molte ore al giorno i detenuti fuori dalle celle senza però fargli fare assolutamente nulla? Ha senso che persone fino a 25 anni di età stiano in un carcere minorile e non, ad esempio, a Secondigliano o Poggioreale? Il dato oggettivo è che con la vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto gli eventi critici sono aumentati. Come dimostra il rinvenimento di droga e cellulari ad Airola, c’è chi pensa evidentemente che vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto vogliono dire permettersi di fare tutto che si vuole in un carcere”.