NAPOLI. «In attuazione della nuova disciplina anticorruzione e così come previsto dal piano anticorruzione e trasparenza 2018-2020 che recentemente abbiamo approvato, la Città Metropolitana di Napoli sarà tra le prime in Italia a mettere in opera un programma informatico facilmente accessibile, che consentirà a ciascun dipendente che ravvisi anomalie all’interno dell’Amministrazione, di segnalare le condotte illecite rilevate, con garanzia di assoluta riservatezza». Lo ha reso noto stamane il sindaco metropolitano Luigi de Magistris.
Whisteblowing, cos’è e come funziona
Il software, si legge in una nota riportata da Il Mattino, introduce l’uso nell’Ente di piazza Matteotti dello strumento del whistleblowing mediante il quale viene offerta una tutela legale ai dipendenti che segnalano illeciti sul luogo di lavoro. L’istituto, importato dalla tradizione anglosassone, è stato suggerito da Transparency International Italia, durante la sua audizione in Commissione Antimafia, come fondamentale mezzo di contrasto della corruzione. Il termine deriva dall’inglese «blow the whistle» e si riferisce all’azione dell’arbitro di soffiare nel fischietto per segnalare un fallo o un’infrazione.
«La norma sul Whisteblowing, vale a dire la segnalazione di attività illecite nell’amministrazione pubblica da parte del dipendente che ne sia venuto a conoscenza per ragioni di lavoro, avvicina l’Italia all’Europa», secondo il segretario generale dell’Ente di Piazza Matteotti Antonio Meola. Il dipendente pubblico che segnala illeciti al Responsabile anticorruzione dell’Ente, all’Anac o ai magistrati ordinari e contabili, non potrà essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altre misure ritorsive. Gli atti discriminatori o ritorsivi sono nulli. È vietato rivelare l’identità del whistleblower e il segreto sul nome può protrarsi fino alla chiusura delle indagini preliminari, nel processo penale, e della fase istruttoria, nel procedimento innanzi alla Corte dei Conti». In Città metropolitana di Napoli le segnalazioni potranno essere fatte solo al Segretario generale, responsabile anticorruzione, con strumenti protetti da crittografia e leggibili unicamente dal medesimo Rpct.